La Tribù
«Ci a vid è brutt' nu amma esser chiu' brutt d'jedd» sentenziò il giovane Keler intento a incidere la pelle liscia dell'interlocutrice. «Cè?» gli chiese Cinzella. «Ste' pnzav a un d'quidd carrett' ca ve gir a' vennenn sasizz...» tentò lui, che venne subito investito dall'onda d'urto delle parole di lei, che si appiccicavano le une alle altre in una specie di liason inarrestabile. Il rumore della macchinetta s'arrestò e fu soppiantato da una discussione che si fece tumultuosa, a tratti spumeggiante per poi placarsi su un: «Ma tu t' penzav ca m'avera spusà apprim d'accattà stu carrett o dop?» In quell'aula calò subito un silenzio interstellare, mentre in quella a fianco – che un tempo era stata la 2a C dell'istituto alberghiero – se ne stava Palmiro impigiamato e intento a denudare a tentoni una Fiesta, lo sguardo calamitato dallo schermo sul quale passavano le immagini del funerale della regina Elisabetta. Le signore del...