And it's always been the same old story..
Sto ascoltando ancora quella canzone,
l'unica che mi fa stare davvero male...
che mi fa piangere ancora come una bambina.
Mi dà come un pugno nello stomaco,
mi fa pensare a tutto quello che dovrei dirti..
..ma che so non uscirà mai dalla mia bocca.
Passano davanti ai miei occhi mille flash.
Mille ricordi. Mille sorrisi. Mille parole urlate. Mille foto. Mille cose che mai dimenticherò.
La ascolto...e mi dondolo su questa sedia..
..come vorrei che fossimo diversi,
come vorrei che riuscissimo a parlarci davvero,
come vorrei non avere dei rimorsi un giorno.
Oggi è il tuo giorno..e chissà se anche tu, come la canzone, sei felice.
Chissà se sei quello che volevi diventare.
Chissà cosa cambieresti della tua vita.
Chissà cosa mi diresti se fossi qui.
Chissà cosa pensi di me, dietro a quello sguardo.
E..non so spiegarti quello che provo
in questo preciso momento.
Ma sì, lo sto diventando.
Un di quelle giovani donne sempre sole,
che non si bastano,
che guardano fuori dalla finestra con una tazza in mano,
giusto per scaldarsi dentro.
Proprio come a te non piace.
Una di quelle giovani donne stropicciate,
senza pace,
che credono di toccare il cielo quando invece..
te l'avevi già capito che poi sarei tornata strisciando.
Una di quelle che non si sistema.
Una di quelle che deve avere ragione, poi il resto non conta.
Una di quelle che però poi la sera piange.
Auguri, papà.
l'unica che mi fa stare davvero male...
che mi fa piangere ancora come una bambina.
Mi dà come un pugno nello stomaco,
mi fa pensare a tutto quello che dovrei dirti..
..ma che so non uscirà mai dalla mia bocca.
Passano davanti ai miei occhi mille flash.
Mille ricordi. Mille sorrisi. Mille parole urlate. Mille foto. Mille cose che mai dimenticherò.
La ascolto...e mi dondolo su questa sedia..
..come vorrei che fossimo diversi,
come vorrei che riuscissimo a parlarci davvero,
come vorrei non avere dei rimorsi un giorno.
Oggi è il tuo giorno..e chissà se anche tu, come la canzone, sei felice.
Chissà se sei quello che volevi diventare.
Chissà cosa cambieresti della tua vita.
Chissà cosa mi diresti se fossi qui.
Chissà cosa pensi di me, dietro a quello sguardo.
E..non so spiegarti quello che provo
in questo preciso momento.
Ma sì, lo sto diventando.
Un di quelle giovani donne sempre sole,
che non si bastano,
che guardano fuori dalla finestra con una tazza in mano,
giusto per scaldarsi dentro.
Proprio come a te non piace.
Una di quelle giovani donne stropicciate,
senza pace,
che credono di toccare il cielo quando invece..
te l'avevi già capito che poi sarei tornata strisciando.
Una di quelle che non si sistema.
Una di quelle che deve avere ragione, poi il resto non conta.
Una di quelle che però poi la sera piange.
Auguri, papà.
Commenti
tu fais la traduction????
so solo che sei a rennes e che ho bisogno di te perchè a gennaio 2008 ci andrò anch'io in eramsus..
mesecina@homail.it
s'il te plait!
ah, questo post mi ha commossa.
FINESTRE CHE GUARDANO SUI TETTI.
LUOGHI DELLA FANTASIA E LUOGHI DELLA REALTÀ. SPORCIZIA, COME FIGURA RETORICA LA PULIZIA MA NON SOLO.
AMMASSI DI CENERE, BIRRE VUOTE, PIATTI SPORCHI DI CUS-CUS E MERDA. CAFFÈ, ZUCCHERO, COLORANTI, TABACCO, MISTA DI CILUM. MISTA DI CANNONE.
SPORCO, SPORCO E ANCORA SPORCO. IN MEZZO A QUESTO LERCIUME SI INTRAVEDONO SPESSO SPRAZZI DI CHIAREZZA, LA LIMPIDEZZA CULTURALE. BOLOGNA È SCOPRIRE NUOVE REALTÀ. È BALLARE DA OMOSESSUALE DOPO AVER FATTO L’AMORE CINQUE VOLTE CON LA TUA RAGAZZA. TUTTO STRIDE. BOLOGNA È LA PAURA NEGLI OCCHI DELLA GENTE, L’IGNORANZA CHE SERPEGGIA TRA I CONDOMINI, IL LEAFTING DI UN AVVOCATO STRONZO CHE TI INSULTA MENTRE GLI LAVI LE SCALE. BOLOGNA È LE PUTTANE NEI VIALI, DELLE STRADE FUORI PORTA. BOLOGNA È LE SALE AMMUFFITE E LACERATE DAL CATRAME DELLE MARLBORO. BOLOGNA È MUSICA RACCOMANDATA E NON. BOLOGNA È LA POLITICA CHE C’È SEMPRE QUALCUNO PIÙ A SINISTRA E RADICALE DI TE. BOLOGNA È IL MURO SPORCO DI SANGUE DOPO UNO STUPRO. BOLOGNA È UNA MARGHERITA BIANCA SUL MIO TAVOLO SPORCO DI CENERE. BOLOGNA È UN VECCHIO AL PARCO CHE HA PERDUTO LA MOGLIE. BOLOGNA È L’OVATTATA DOMENICA, QUANDO LE ORECCHIE SI TAPPANO E TUTTO TACE. BOLOGNA È IL NEGOZIANTE INGURGITA DENARO. BOLOGNA È LO SPACCIATORE DI VIA ZAMBONI CHE TI CHIDE: BICI? FUMO?
BOLOGNA È ROSSA ED È ROSSA DI VERGOGNA. I RUMENI SFRATTATI, LE CASE OCCUPATE, LE LOTTE TRA COLLETTIVI, LO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE DELLA NUOVA SINISTRA. FINTI ARITSTI, FINTI STUDENTI E FINTI POLITICANTI. FINTI SCRITTORI COME ME. BOLOGNA È VIA DEGLI ANGELI, 23. I VECCHI CLAUDICANTI CHE SI TRASCINANO PER LA STRADA, CHE FERMANO IL TEMPO O ALMENO CI PROVANO. BOLOGNA NON È TUTTA IN QUESTE PAROLE. È GROSSA E NON CI STA. MA NOI STUDENTI CHE CI STIAMO. E CI FA VENIRE ANCHE IDEE PERVERSE E FETICISTE, CERCHIAMO SOLO DI PORTARCELA A LETTO PIÙ VOLTE CHE POSSIAMO.
Una signora mi offre con estrema gentilezza una sigaretta.
Mi siedo sul ciglio della strada come un clochard.
Osservo le anziane figure che arrancano su e giù dai portoni. Invisibili.
Una goccia mi cade sulla testa, cade dalle foglie di edera sopra di me.
Mi bagno e il mio cuore si illumina di stupore, quasi svengo.
Mai sono stato inondato da tanta bellezza.
Lei è li. Fuori, sull’uscio della porta a non far niente.
50 anni, una dolcezza indescrivibile. Lui, claudicante si trascina per la via; tutto è fermo. Tutto non rimbalza più volgarmente.
Fuori Bologna arranca nella modernità tarda e becera.
Loro, invisibili, vivono come le piante: buttano le radici, aspettano di morire delicatamente, ma lo fanno in modo rigoglioso.
Al primo colpo di vento perdono le foglie.
È l’autunno dei sensi, tremendamente triste ma tremendamente romantico.
Signora; finalmente mi sono innamorato.