..sì alla vita 2013...
...sì alla mia prima
volta alla lavagna davanti a degli studenti, sì alla festa a
sorpresa pre-partenza, sì all'uscita di “101 perché sulla storia
di Padova che non puoi non sapere”, sì a quando la prima cosa che
pensi dopo una risposta non all'altezza è “copate” e ti senti
perfettamente integrata in Veneto, sì sì e ancora sì a Nöble
Fish, a Giulia che mi saluta davanti agli imbarchi e a Michele che mi
aspetta agli arrivi, sì ai neri del sud-est Detroit che mi
battezzano come “bad motherfucker”, a fare duemila km in macchina
con il pappagallo Heidi, sì a quando Santa Lucia arriva anche a
Detroit, sì a pianificare 101 modi per solcare la canaletta di
Prato, sì a passeggiare nella foresta circondati da lucciole, sì a
nuotare in un cenote, a fare colazione con Flavia e Lea in piazza
delle Erbe, alle cene scarpetta, sì a chi “cin cin cinesi no!”,
alla Devil's Night, a chi è un gold fish, a svegliarsi sui colli
bolognesi, a chi ha una grinta incredibileeeeeee, sì
all'appartamento 204 a 4762 Second Avenue, sì agli elefanti d'oro
friulani e al mammut di Rebibbia, sì a chi “call Michelle”, a
chi viene arrestato perché dà fuoco alla casa bruciando le lettere
della ex, a vincere una partita di tennis al torneo di San Carlo 9 a
2, sì all'Agricanto, alla quarta edizione del mio libro, al liquore
di Terrano, sì al mio primo working paper pubblicato, a lasciare
sigarette sulla tomba di Pasolini, sì a “blu è un colore
lesbico”, al concerto delle CocoRosie a Pontiac, sì a Mike &
Max, sì ad essere legata ad una staccionata mentre dormi, ai Ginger
Ale, a San Giovanni in Monte, sì a scartare i regali di compleanno
su Skype, ai french toast, sì a Villa Manin, al mio libro prima di
quello del Papa, mica tanto sì alla michelada, ad andare a dormire
vestita, agli scriccioli dagli occhi blu, a tornare a piedi da
Sherwood con una bici sull'altra quando la mattina dopo hai la
sveglia all'alba, ad Alessio a Valencia, sì a chi “oddio come si
dice gru in inglese?!”, allo shuffleboard, sì agli abbordaggi al
supermercato, a Vernazza, sì all'esercito della salvezza, alle
macchine con le corna da renna, alla mia prima stilografica, sì ad
avere un tavolino e un paio di sgabelli in casa, sì alle lezioni di
Sorin all'Old Main, a quando è nice and cold, alla neve a novembre,
sì a Little Italy di Windsor, a cercare di stringere la mano ad un
musulmano sposato, sì a Michele, a festeggiare il Diwali a casa di
indiani, sì a chi scrive al Papa chiedendogli i soldi per il
biglietto aereo per l'India, ai fumetti di Guy Delisle, alla festa
delle carriole di Varignana, sì al fuso orario che ti fa skypare con
amici per lo più ubriachi, a chi “tutti cazzi quelli che”, a
quando Sere va al Bianchini, mica tanto sì a quando fa così freddo
che ti fanno male i denti e ti si congelano gli occhi, ai weekend che
sembrano lunghi una settimana, ad andare sull'altalena durante le
feste, agli opossum che non ti fanno entrare in casa, ai pomeriggi al
Bottom Line, ad attraversare il lago in traghetto, all'ostello di
Genova, sì a trovare dei gianduiotti sulla tua scrivania americana,
a scappare dai seminari sulla placenta, a chi è matto come un
cappellaio, ai locali Speakeasy, ai giorni in cui capisco che da
grande voglio fare la benzinaia, al jukebox del Bronx, sì agli
italiani d'America che si commuovono mangiando pecorino, a cucinare
la parmigiana e il tiramisù a Detroit, sì a chi studia “vibrazioni
2”, sì a chi chiede “the addiction”, a chi annulla una
riunione per andare a giocare a squash, a far scattare l'allarme
antincendio cucinando un vegburger, ad accompagnare Leo quando fa il
fonico in giro e ritrovarsi su una barca in mezzo al Lago di Garda,
al DIA, a scrivere gli update agli amichetti, ai baci col doppio
pedale, mica tanto sì alle cose che non si possono tradurre, a chi
ti tiene la mano al primo appuntamento, alle cravatte colombiane, ai
momenti di nostalgia, sì ad avvistare il Canada, a chi pensa che
Venezia sia in Austria e a chi pensa che la pizza sia stata inventata
in America, sì ad incontrare un'italiana che vive in Ohio in
aeroporto ad Amsterdam, sì a Detroit, a chi “boom boom balina”,
a fare il formaggio, sì alla Noel Night, ai metal detector prima di
entrare nei locali, a quando mangi sushi quattro volte in una
settimana, sì al parrucchiere Brian, a conoscere la mappa dei locali
di Detroit che vendono Disaronno, sì al Ponyride Market, a saltare
le onde denudandoti davanti ai bimbi, agli ubriachi ai semafori di
Nizza, al nonnetto Jo che gira il mondo da solo, al cd Giada t.v.b.,
alla 115 della Villa Saint Exupery Garden di Nizza, al Cafè
D'Mongo's, sì ad accompagnare la gente ai funeral party, sì a chi
all'Altavoz sviene alle 7.30 e chi decide di festeggiarci i suoi 22
anni, agli accrediti in cambio di recensioni, a chi si divide una
parte di affitto pur che tu vada a vivere lì, sì a Corso Milano 95,
a pensare in inglese, ai carrelli di CostCo più alti di me,
all'Heidelberg Project, alle prove di Sior Tita Paron al Verdi, a
fare sorveglianza agli esami, ai bambini “maesssstra maessstra”,
al poutine, sì alla Sala Rosa e alla Casa del Popolo di Montreal, sì
ad ascoltare mariachi sul tetto del Majestic, alle partite a tennis e
poi ai pranzi e alle sigarette di nascosto con Carlo, sì ad andare
alla Biennale con Simon e Cinzia, a mandare gli SMS per votare i
concorrenti al Festival del Garda, a scrivere le letterine ai nonni
dall'America, a “L'Avvelenata” suonata ed interpretata da Frezz,
alla mia prima sbronza americana, a quando Taco Bell ti salva, ai
vicentini e ai loro atti, ai brunch al Bronx, sì ai cinque rumeni
che sorridevano nel padiglione della Biennale, alle cene delle 5, sì
a quando Detroit è murder free da 36 ore, sì alle gite di 19 ore a
San Miniato Basso, a chi si sente un lupo, sì ai locali di
Mexicantown, ai cocktail con le uova, sì a chi crede che le abbiano
rubato la bici e invece si è scordata dove l'aveva parcheggiata, ai
margarita, alle stand-up comedy, a Silvia che prende 30 all'esame di
statistica, a Sixto Rodriguez, al Dangerously Delicious Pie, a
Petosega, al van di Simon e Ricky, alla Thanksgiving Detroit Parade,
sì a chi va in fibrillazione perché non aveva mai parlato con un
italiano in vita sua, a cantare canzoni commoventi per il compleanno
di Ema, sì al Guardian Building, al John King bookshop, al
Rocktoberfest con i suoi Pink Floyd country e alle sue gare di
braccio di ferro, ai cookies dell'Avalon, a chi butta giù l'unica
palestra in cui poteva andare, mica tanto sì ai pepperoni, sì a
Miss Gambetta, ai cocktail del Jes, sì a vincere la prima edizione
di Incibricks, sì al cinema a un dollaro, a chi vince il premio per
la migliore eco-stoviglia con un bicchiere di plastica, sì alla
Jesolata, a vedere l'alba di ferragosto dall'autogrill di Arino, sì
alla Trattoria San Marco a Chioggia e al suo menu turisico, a chi
dopo tre anni che non si vede si lecca la mano, alla scatoletta
magica di Ema, sì a fare colazione guardando in streaming il
matrimonio di AJ, sì a chi a trent'anni va a lezione sbronzo, ad
andare in moto con Davide, sì alla cena del Ringraziamento, sì al
barista del Green Dot Stables, alle maratone di saluti, all'ansia da
countdown, sì alla frittata di mele di Andrea, a chi ha deciso di
regalare il mio libro ai dottorandi del primo anno, sì alle cheer
leaders nelle partite di basket americane, a chi mi carica in
macchina e mi benda come se io mi orientassi, sì al baretto della
Specola, al corso di academic speaking, sì a campeggiare in
Kentucky, a cenare in terrazzo, ai pomeriggi di scoglionamento in cui
decidi di prendere un treno per Venezia e camminare fin che puoi,
alle degustazioni da Whole Food, sì allo Yemen Cafè di Hamtramck, a
quando in un locale detroitiano parte “don't stop believing”,
alla libreria Acqua Alta, a percorrere la 8 mile, ai ristorante
indiani e arabi di Detroit, a partire con un piccolo quadro di Padova
in valigia, sì al Masa Sushi, a scoprire Venezia con Corto Sconto,
alle bare in vendita da Costco, sì a vedere dal vivo la partita di
hockey dei Detroit Red Wings, ai corsi “own the room”, a chi per
strada parla del mio libro, sì ad avere un A2 in cinese, sì a fare
serata con la mamma di Cinzia, all'aeroporto di Shiphol, alle serate
revival con una fiamma di dieci anni fa, sì alla pasta pugnochiuso,
a chi si spaventa di trovarmi nel suo letto, a proiettare il Film
Quiz ai Carichi Sospesi, sì a chi cambia le lettere nei cinema
americani, sì alla Casa dei Limoni, a Shakespeare di Messina,
all'ultima ruota del carro carrarese, ai barattoli dell'acqua di
Sciacallo, a fare la backliner per i Very Short Shorts, a panelle e
crocchè, ai campi di pali di Caorle, a Cincinnati di notte, a fare
colazione coi burriti di Miguel's pizza, alle dediche a Radio Marilù,
alla pizza cocktail di Passione Pizza, alla musica italiana al Tirami
Sù, a giocare coi Toki Tokk, al Mott Center, sì a fare spesa da
Cantoro, mica tanto sì ai centri commerciali americani, alla
mentalità indiana che c'è dietro ai matrimoni combinati, sì a
festeggiare la promozione della sorellina alla Luna nel Pozzo, sì
alla brioche piena di gelato all'anguria, ai ficus magnolia, alla
rimpatriata con il gruppetto delle superiori, al consolato degli
Stati Uniti d'America a Milano, a giocare col piccolo Leo, sì a
saper usare lapply, al figlio segreto di Sri Shankar, a quando torno
a Padova piena di provviste, sì alle ventate di India quando meno te
lo aspetti, agli incontri in piazza san Domenico, a mangiare cactus,
all'agua de tamarindo, sì al mais, sì a quando Wagner fa da
sottofondo ad una verbalisation par camera, ai panini in emergenza da
Jimmy Johns, sì a Sorin, sì a quando Prato ti sembra così bello da
non essere vero, al mango jelley, a quando Santa Rosalia ti aiuta a
trovare parcheggio, sì a fare i funkytarri a Saint Tropez, a Casper
che si scola birre a go-go al Bronx, a How I Met Your Mother, a
trovare Lush in America, a Pure Detroit, a Santorio Santori, ai
cadaveri spaziali, a quando Alessio arriva da te con tante
chiacchiere e una bottiglia di amaro Amaro, a mangiare wafer immersi
nello yogurt a letto, sì a lavorare da casa, alla sardina che ha
chiuso il porto di Marsiglia, a vedere Cedric con una donna
finalmente, alle prove delle chiese poi lasciate lì, a conoscere
Domenico Piccolo, alla spiaggia di Addaura, sì alle colazioni
all'Olympic Grill, alle gang bang alle 5.45 di notte, sì alla mensa
kosher, alla Wayne State University, a chi va a Roma e non sa
dell'esistenza del Colosseo e non si accorge che il proprio collega
lavora in Olanda da mesi, alla granita al gelsi alla Delizia di
Sferracavallo, ai coffe breaks dell'IWSM, a presentare per la prima
volta un poster, al So Far So Good festival, sì a San Vito al
Tagliamento, a chi ha fatto analisi uno, a Fusillo che conta gli
acari schiacciandoli, all'Antica Focacceria san Francesco, a chi eat
like if there is no tomorrow, ad Ale che fa le vacanze a casa mia, a
chi fa un figlio con Eleano e ad aprire una chat per gossipparne, a
chi monta una tenda in giardino per nostalgia delle vacanze, alla
Muir Valley, a pranzare all'all you can eat sotto casa, sì a portare
le calamite al portiere Nicola, a fare gli angeli nella neve, a
svegliarmi in un letto di sabbia, a chi gli piace il micio, alle cene
da Ciga, alle vie di Grosse Pointe, sì al cinema a un dollaro, alle
oche che attraversano la strada a Belle Isle, ai vecchietti neri
jamaicani, sì ai bagni in mare a mezzanotte, ad andare a Mondello in
moto con Umberto, a chi si rompe una gamba per conquistare un turco,
alle prostitute in infradito, a chi urla “limonare!” in mezzo
alla pista, a chi la mattina di capodanno si sveglia e guida ubriaco
fino a me, a Zerocalcare, alla mensa kosher, sì alla trattoria La
Campana a Lozzangeles, sì alle pulizie tutti insieme, a presentare
il libro in WebTv, ad essere Paola 101, alla spia della noia che alla
Binnale si accende in continuazione, agli avvocati che denunciano la
gente quando vanno a cena, alla cena per Claudia da Madreterra, sì
alla solidarietà fra trombamici, sì a chi è così carico che
decide di tornare a piedi da Sherwood, agli amici vecchi di Mirco che
mi riempiono di complimenti, alle notti di viaggio in bus, sì al
piccolo Luis e alla sua giraffa, sì alla Sin City del Canada, ad
offrire la cena al sig. Antonio di Detroit, sì al ritorno del turco
dopo cinque anni, alla Par Tòt 2013, a stare con un ombrello sotto
ad una doccia di soldi nel padiglione della Russia, a ballare in un
parco con le scarpe in mano, al concerto dei CSI, alla battaglia con
le pistole ad acqua in casa, alla settimana del 15 giugno, alla bici
sul treno, al quartiere Pilastro, ai succhi alla carota da Pita, ai
vecchietti jamaicani, a Gio con la mia parrucca lilla, a cappuccino e
brioche per smezzare la serata alcolica, sì a Novacella, alla festa
sulla terrazza di Palazzo Papafava, ai C+C=Maxibon, al villaggio di
San Juan Chamula e al suo mercato, sì agli scoiattoli neri
equilibristi di Detroit, al muro della solidarietà femminile per
fare pipì ai concerti, ad andare dietro al bancone per farmi dei
mojiti ed andarmene, sì alle serate seduti nelle nicchie del Duomo a
parlare, al giro di boa del XXVII ciclo, sì a CSAMA, sì alla
Magione, a chi “maSigPro è il male”, a ballare sul palco di
MusicaSpinta 2013, sì a chi vede cadere un bicchiere di birra sul
proprio balcone e grida “Perfetto!”, a riuscire ad ottenere un
visto di un anno per l'America, ad andare a ritirare il primo premio
di un concorso letterario in moto, alle notti di coccole fumo e
fumetti, al concetto di melanzana in Sicilia, sì alle sere in cui
Alessio ti vuole portare a casa in bici e prima cado io poi cade la
catena e si buca la ruota e lui ha voglia di parlarmi dei suoi
problemi sentimentali e torni a casa all'alba con le scarpe in mano,
a via Notarbartolo, al pollo fritto della Trattoria le Banchine, sì
all'uomo della mia vita di Cincinnati conosciuto in coda per il
bagno, agli Ugo, a Red River Gorge, al pigiama party da Cinzia per
paura di stare a casa da sola, a incontrare la Cavrini in giro per
Bressanone, alla chiesa con i dieci comandamenti sui led, a trovare
un insetto nel tuo piatto e mangiare a sbaffo tutta la sera, alla
collinetta di Sherwood, a Isamarket sulla via del ritorno, al Film
Quiz proiettato all'Arci Dallò, a chi “tipo no?”, all'apertura
di Sherwood con lo Stato Sociale, ad arrivare ai Quaranta Ladroni in
barca con Davide tatuato, ai diciotto anni di mia sorella, alle
piante che cambiano il senso delle scritte sui muri, a proiettare il
Film Quiz a Castiglione, alla cena con Bohème (e non solo) da Carlo,
agli italoamericani convinti che Firenze sia in Lombardia, ad essere
a Marsiglia con Cedric, ai tempi palermitani che sono come gli anni
dei cani, assolutamente sì alla Fossane di Cassis, a spendere 65
euro in stampe, ai diavoli di Lazisa che non si contano mai uguali
per tre volte, all'Aiouli, a quando parti e tutti si laureano e Mirco
quasi si sposa, alle mezze giornate su Skype con Giulia, a
Pornputtapong, ad incontrare un cinghiale in via Vicenza, sì al
concerto di Manu Chao a Bologna, a quando ti dicono che il tuo libro
sarà pubblicato, sì a chi ti dice che la sua camera è esplosa e
quindi dovrebbe proprio dormire con te, ai disturbatori notturni
marsigliesi, sì a sgattaiolare fuori da una stanza che non è la
tua, sì a viaggiare con Italo, sì al famosissimo regista Lupo, a
quando Giulia-Napoleone sviluppa le strategie per aggirare gli scogli
di Waterloo, ai concerti a Villa Filippa, a Ferrara in affitto, agli
Ars Nova Napoli e al loro Antonino, alle aragoste travestite da
scorpioni, a mangiare le mattonelle in spiaggia, sì ai falafel
dell'Harmonic Garden, all'orto botanico di Palermo, sì
all'appartamento 12 in 460 Prentis Street, a scappare dalle
conferenze, al commencement di Sonia e
Calin, alla tratta diretta Palermo – Sherwood, a chi si preoccupa
pensando che stai tornando dalla Sicilia in macchina, alla tempesta
durante il concerto di Jovanotti, alle agenti editoriali snobbissime,
sì a dormire abbracciata a Davide dopo anni, a quando è brutally
cold, sì ai potato pancakes del Maccabees, all'acqua “caffeine
free”, al quartiere intorno a Cours Julien a Marsiglia, a Sciacallo
in pista, a rimanere non più di 12 ore in terra mantovana, sì alle
serate di malinconia a Bologna, alle Calanques, a chi mammaliturchi,
a chi ti chiede un Monday invece del mohito, alle serate in Vucciria,
ai pranzi da Gianluca, a Coursera, alla Cote d'Azur, a tornare a
mettersi tubo e maschera, al signor George che si ritrova in mezzo
alla gente di sinistra ed è mandato dalle spiaggie del nord a
parlare male della Costa Azzurra, sì ai parka, a Picard al volo
prima di andare alle cene, alla casa di Cinzia con i libri ordinati
per affinità degli autori, a chi fa acroyoga in Thailandia e chi a
Palermo, a quando la gemella di Giulia va a vivere con Fabione che è
l'amico di Davide che io ci limonavo quando avevo sedici anni, a
Padova esoterica, sì al caffè
corretto grappa alle prugne, ai gruppi studio di cinese, a Padova e
il suo Territorio, a spalmare Nutella per l'open day di statistica,
sì alle valutazioni dei miei studentelli, a chi ti abborda
parlandoti di libri esoterici, a quando Giulia prende le brioche a
colazione, agli aperitivi alla Yarda, a cenare dal panzerottaro, sì
alle Due Spade di Sandrigo, a chi ha dei fenicotteri al posto degli
ormoni, ai gremlins, ai panzerotti di Vito e alle torte multistrato
di Daniel, ai gusti culinari di Gianni Morandi, sì ai discorsi
antisemiti notturni in corridoio, sì a conoscere il padre dei tuoi
figli facendo una presentazione al Secondo Piano, alla sagra delle
sagre, alla valletta Andrea, al protocollo sticazzi, ai pomodori
dello Stizzèri, a chi si aspetta che l'Alto Adige sia interamente
coltivato con Marijuana, a fare serata con Finos, a quando Andrea
ruba degli orecchini per le sue amiche, ai pugliesi ascendenti toro,
sì a Piazza Toselli, a Bressanone invasa dagli statistici,
all'inaugurazione dei Carichi Beach, ai tunnel durante la pizzica, al
soundcheck dei Buskers, al bar Tre Fiori di Brixen, a chi si
amareggia, a chi gli immunoprecipita la testa dal sonno, a trovare la
Chiogna nel tuo hotel, a correre per Ferrara ballando ad ogni
performance incontrata per strada, sì a chi crede che i NOFX
facciano drum 'n base, a chi ti seduce promettendoti due girasoli e
un uovo in camicia a letto, alle case coloniali abbandonate, a chi
corre urlando “acciuffalo!”, al fumo che esce dai tombini, sì
agli ig-nobels, sì ad arrivare in sei in macchina al Venice Sherwood
perdendosi clamorosamente, sì a girare per Padova con uno sgabello
in mano, a lavarsi sedute in un lavandino, ai lunch box di Wasabi, a
cenare con un cinghiale dietro la schiena, sì a le Panier, a cenare
al Pedrocchi coi dirigenti di un'azienda di banchi frigo, a vedere
una tartaruga allo stato brado, sì ad Andrea nella pubblicità del
Grana Padano, sì a rivedere Mounir a Sète, sì a chi ti mette
dell'MD nella vodka lemon a tua insaputa, ai frappè del greco, a rue
de la Revolution 20, a fare yoga in Caffarella, a non farsi buttare
fuori da Monsieur Tartare, agli esorcismi deludenti, sì al seminario
di Silvano Agosti, oui au bar du vieux Port di Sète, al Windsor Film
Festival, ai nudisti di Cap d'Agde, a chi è a Bologna sotto un
acquazzone e pur di vederti ti chiede se gli porti un ombrello, à
la Maison Bleu ed al suo gatto, ai trenini a sorpresa a casa di Busi
e Sere, a chi ti vende braccialetti in leasing, a chi mi
ordina 101 cocktail, a chi ci mette una vita prima di baciarti, a
tutti quegli strani simboli della Shell in giro per Roma, alla 14
dell'Hotel Senoner di Bressanone e al suo gatto nero, alla torta
lavanda e albicocche, ai tacos turchi-francesi, al mercato delle
pulci di Sète, alle conferenze dove conosci i tuoi simili, al tè
alla menta, ai tori delle Camargues, ai fenicotteri rosa di
Fortignan, agli R biscuits, sì a Susan e al suo brandy nel caffè a
colazione, sì al Cosmic Convergence Festival 2013 in Guatemala, a
Miele, alla maglia del Bedolo Fans Club, agli americani che vogliono
nuotare al largo con Ale, sì alla tequila del Revolution di San
Cristobal, sì a chi “home is where the pig is”, sì al Kilometro
01 di Arino che è vicino sì ma solo se sai come arrivarci, alle
lasagne a domicilio di Francesco, a Shazam, alle cene di aperitivi,
ai Very Short Shorts, sì a chi ti offre un pranzo al Pedrocchi, alle
lezioni di spagnolo davanti a dei cuba libre, sì a Michelle, Miguel,
Xavier e Luis incontrati sul cammino verso il Guatemala, sì
all'Amish County, ad arrivare in stazione a Bologna e trovarti
davanti Lodo, sì alle cene a base di cup cakes seduti sul pavimento,
sì al teatro del Pedro, sì ai drive-thru e ai lama dell'Ohio, sì a
chi va a limonare al corso di Gianluca, sì alla Bibbia nei comodini
dei motel, a vedere l'ultimo film di Ponti per rispetto, a via
Prenestina 42, ai monumenti a quelli che sono caduti a Chioggia, sì
a consegnare il diario del viaggiatore, sì ai cagaderos, sì a
viaggiare per l'Ohio con la colonna sonora di Morricone, sì a
giocare a squash, alle gite, a giocare a tennis sotto al sole, sì ai
gitani ed a El Campo di Les-Saint-Maries-de-la-Mer, al gioco degli
spaghetti in spiaggia, sì al Vin de Merde, ai macarones salmone e
spinaci, sì al terrazzo di Carlo, a tutti i turchi che potrei
trovare al Pilastro, alle città con i panni stesi, a Geek di
Chioggia e alle sue scarpe, a quando in una settimana ci sono quattro
domeniche, alla mostra di foto su Padova ma soprattutto sì al suo
allestimento, mica tanto sì a Mr Kellogg's, a quando ti chiedono la
carta d'identità perché sembri troppo giovane, alle dottoresse che
ti danno della sgualdrina, sì a San Cristobal de las Casas e al suo
mercato, sì a rullare sigarette senza filtro e senza colla, sì a
Giuseppe Olivi lalalalalala, sì a limonare in mezzo ad un incrocio
all'alba con gli uccellini che cinguettano, a chi mentre fai un esame
ti chiede la strada per Sherwood, al concerto degli Animal Collective
aggratis, alla 206 del New Philadelphia Inn, alle amiche indiane
combinate, sì agli Ittios Murales, a quando Cinzia mi porta a Roma e
poi ce lo buttiamo, sì al mio libro nella biblioteca di Rennes, sì
a quando in uno stato sono permesse le armi per bambini ma non
Cappuccetto Rosso, Speedy Gonzales e gli ovetti Kinder, a guadagnarmi
un affitto in una serata senza dover fare lavori illegali o immorali,
sì alla voce delle pubblicità del Grana, a La grande bellezza, ai
fratelli dell'umanità, sì a Tiziano Terzani, a metterci due ore per
trovare il Rivolta, sì ad Hasha, allo scatush, a via Livraghi 5, a
chi dedica a me e a Davide la canzone di Elio contro la musica
balcanica, all'ostello Pura Bici e alla simpatica Berna, alle
empanadas, ai trentenni nonni vigili, al casone di Terranegra, alla
sauna dell'Hotel Antares, ai ritorni in macchina col sacchettino, a
quando i tuoi studenti ti danno della ganza, ai tassi del miele, sì
a festeggiare la mezzanotte di capodanno fuori dalla camera 2
dell'Ospedaje El Jardin di Panajachel, si tuktuk messicani, a Silvia
che sviene di sonno alle feste, a chi al lavoro deve dire che va a
Roma per vedere il nuovo papa,
alla cena per presentare i nuovi e i vecchi coinquilini, alle havana
cola aggratis al Rivolta, a Heidi coi baffi che annusa i baccalà,
alle puff in autogrill ad Arino, ai pianti isterici fino alle 7 di
mattina prima di traslocare da Villa Morgagni, a quando mangi dai
Tosi e sai di fritto misto per giorni, a chi “si o no?!”, a
Jerome e Anna che abitano insieme, sì al pastis, à la Zebre de
Belleville, al profumo che c'è da Shakespeare & Co., a captare
parole conosciute nelle conversazioni in cinese, a comprare l'Aperol
al duty free, alle colazioni spaziali chez Anna, al torrone francese,
sì alle statue con dei coni segnaletici in testa, a tutti i piccioni
che si credono i re del mondo, sì a passare il mio 27esimo
compleanno sulle strade di Chemax ma mica tanto sì ai suoi cani
randagi, a WhatsApp, al Festival Les Rencontres di Arles, sì a
Massimiliano dell'Ostello Saint Sernin di Toulouse, alle tielles di
Sète, a non accorgersi di sedersi dietro ad Alessio in treno, a Rue
Mouftard, a Marco nella Vecia Padova, ai miei nuovi coinquilini, alla
convivenza con Giulia e ai suoi post-it in giro per casa, agli
anaffettati, alla mia singola gigantesca, ai mobili di Martina, a
vedere Django prima che esca al cinema, sì
a tenere in braccio il piccolo Luigi, a prendere il sole sul tetto
della Galleria Sozzani di Milano, a rivedere Daniela dopo anni, a
Maria Angela innamoratissima a 75 anni, a ricordarmi perché odio con
tutta me stessa Milano, si a Lost in Thailanda,
a chi cerca di venderti le rose mentre parli al pubblico col
microfono, sì alla Vecia Valladolid, a Cromatica il Carnevale di
Padova, ai cinesi che lavano i piatti prima di mangiare al
ristorante, a fare marameo al diavoletto, al minitour fatto da me, a
quando sei in trasmissione a Radio Cooperativa e le vecchie chiamano
perché la loro radio non prende, a spendere 25 euro al
cinese, agli internet point, al cenone di capodanno pagato 40
quezales, a quando cerchi dei filtri e ti offrono della cocaina, a
chi gli piace il reggaeton, ai pranzi della domenica da Serena, ad
andare in bici a Ponte di Brenta, a dormire in vetrina da Biosfera,
al poco egocentrico Mela, a rincorrere scalza e in pigiama gatti neri
nel ghetto, si a chi appende il cristo alla croce, alle feste in
bagno usando il neon rotto come strobo, sì al pomeriggio a Rue
Rivoli 59 ed a tutti i suoi artisti, sì alle taquerie, a viaggiare
sui collectivos, al concerto dei Melalo al Bar le Montagnard, a chi
“pas des tabu à Padou”, a chi raddoppia le tue proposte, al
bucolocale, a chi va in giro con un'iguana psichedelica sul cappello,
a chi Feliz Navidad, a Celestino e al Soul Kitchen di San Lorenzo, a
quando tua madre si nasconde dietro alle sedie, sì al Petit Theatre
de Bonheur, alle rovine di Cobà e a scroccare le guide, ai pomeriggi
a scrivere vicino alla stufa con la nonna mentre fuori nevica, agli
asolani e agli asoloni, alla festa della zuppa, a chi passa un intero
giorno a Tolosa dormendo in macchina, alle agendine Mucca, sì a chi
resta due anni e mezzo in un ostello, al borgo medioevale di
Carcassonne, alla musichetta in filodiffusione di Narbonne, ai
girasoli intorno a Tolosa, a chi parla così tanto che sei costretto
inventarti delle parole, mica tanto sì a quando l'uomo della tua
vita adotta un figlio con una che non sei tu, alla pizza da Stecca,
alle cene con Nicola che si dovrebbe chiamare Davide, a chi “non ti
preoccupare, io studio i bambini morti”, alle mattinate al San
Gaetano, ai papataci, alle serate aperitivo da Kiabi, alle Muse in
Ghetto, si ai gamberetti con l'antitumorale, alle locandine del
FilmQuiz con i nostri faccioni in giro per Padova, agli iscritti al
concorso fotografico 101, alle lasagne piastrella, a Edi da me, a
Rosi del Pigneto, a vedere un porno mentre aspetti le patatine dal
kebabbaro, sì a Papa Francesco sui biglietti della metro, ai topini
denervati, a trovare Paolone ad una mia presentazione, sì ad urlare
con un autista all'angolo della strada “Merida! Merida!”, a Carlo
a telefono con mia mamma, alla presentazione alla Ciclofficina,
all'Orkestrada, alla presentazione con Leo all'Ederle, a Davide che
parte sola andata per Londra, a Lorenzo a Berkeley, a quando Ciga mi
ricorda di bere, sì ad incontrare una maglia di Sherwood in angoli
sperduti del Messico, sì alle maglie “Bitch, please, I'm from
Detroit”, ai messaggi di compleanno super commoventi nonostante
arrivino dall'altra parte del mondo, sì ai piatti di caffè, ai
matti/cocainomani/puttane di El Raton di Merida, alle canzoni sul
colesterolo, alla macchinetta dell'espresso, a Spotify, ai piatti di
caffè, a chiappettown, a chi vuole conquistare una tipa mettendo in
Corso Milano una trappola per orsi, a quando uno è bello, al
formaggio verde del mercato di Aix, ai càtari, ai puffi nazisti, ad
imparare a prendere il biglietto dell'autostrada, sì al paese natale
di Charles Trenet, agli aperitivi in piazza, a svegliarsi in via del
Pino, a Padova su le maniiii, alla bibbia in omaggio, sì alla cena
del baccalà nella piazzetta del ghetto, sì a far dormire in camera
tua chi è venuto a vederla, ai viaggi gratis perché il controllore
si dimentica di te, mica tanto sì a chi ti chiede i danni morali
perché gli hai fatto pubblicità nella tua guida, agli aperitivi
mattutini con la Vecia Padova, a quando Serena trova 60 euro
appoggiati al bancomat, alla laurea di Mattia, ai pranzi in mensa con
Ale, alle locandine dei giornali, a Memrise, al countdown in
chilometri al mio matrimonio, a kinematrix, sì a guidare da Tolosa
ad Aix, a pranzare in spiaggia a Cannes, a chi “ciao, sei carino,
mi dai un bacio?”, a vedere cose nei caratteri cinesi, a quando la
padrona di casa ti compra la lavatrice, ai cinesi che fanno reverse e
mangiano i batteri, a chi ha male al finocchio, sì alla Pasquetta
con Kevin e Cristina, a chi “ciao ciao domenica”, all'aperitivo
da Necci, a Detroit dove è morto Kurt Cobain, a restare così tanto
a bocca aperta da pestare tutte le cacche della Garbatella, ai
falafel del Pot Pourri, a quando piove col sole e i vecchi fanno
l'amore, al mercatino della domenica mattina al Forte Prenestino,
alle grigliate alla Caffarella, agli orfanelli di diciassette anni
col motorino, alla mega figuraccia con Bortolo, all'ingenuità, a
Bonny and Luke, a chi si tatua una lira per colpa del tuo libro, a
riportare le bocce fra i giovani, sì a chi risponde ad un annuncio
di stanza libera per ragazza dicendo che è gay, agli occhi che
sbirluccicano, sì al miglior Natale di sempre, ai pesciolini che ti
fanno solletico ai piedi, a chiudi parentesi apri parentesi, sì al
bagno nel lago Atitlan l'ultimo giorno dell'anno, sì a quando sei
lontano ma c'è chi ti fa sentire vicina,
...sì alla vita...
Commenti