Le verità è che eravamo tutte innamorate di te
Libero, ma che si fa così? Ma che è? Ma te pare che uno se ne possa andare de botto e lasciarci tutti a bocca asciutta, ma proprio quest'anno poi? Che doveva essere l'anno tanto atteso da noi fanatici di Santa Maradona? Noi che pensiamo da Santa Maradona, che sogniamo e che scriviamo come se ci fossimo rimasti incastrati dentro a quel film, dobbiamo proprio sbaraccare tutto, lo spettacolo è finito, senza nemmeno i titoli di coda? Proprio te che tanto decantavi che la morte non esiste, dovevi farcela provare per farci capire l'antifona? Beh, non c'era mica bisogno di un atto dimostrativo, te lo assicuro. E i tuoi figli adesso? Adesso come si fa ad aggiustare le cose, eh? Ce lo spieghi tu? Sì, ti prego, spiegacelo perché io non so se esiste un antidoto che faccia sparire dai tuoi bimbi quel velo di malinconia al quadrato che si porteranno dietro. Dovremo andare in giro con gli occhiali da sole per gli anni che ci restano, e te lo dice una che non ti conosceva nemmeno ma a leggere gli articoli di chi è stato così fortunato da averti come amico ci sarebbe da organizzare un pianto nazionale, un raduno di derienzani che si piangono addosso come fosse un girone aggiuntivo dell'inferno dantesco.
Se
io che non ti conoscevo ancora non riesco a crederci, se io mi
stupisco di non averti ancora sognato dal tanto che ti sto pensando e
continuo ad aspettarmi una contro-notizia che ti consoliderebbe
nell'astro più luminoso dei burloni, se io sto provando un dolore
inconcepibile, tanto da averti dedicato una giornata del letto
(pratica tradizionalmente dedicata a drammi personali) e da aver
rinunciato – dopo un anno di confinamento – ad un weekend da
amici, io non riesco ad arrendermi all'idea che se n'è andato il
più... il più e basta, e continuo a rimpinguare la lista di
personaggi, famosi e non, che scambierei volentieri per riaverti qui.
Libero non farmi sentire una tredicenne, dai. Che manco ti conoscevo
ma mi sembra che sia sparito l'amico immaginario, come se a Calvin
fosse mancato Hobbes. Nella mia testa tu eri il genere d'amico che ho
sempre cercato, e che - nell'attesa di trovare - tenevo nella mia
testa. Ti devo un modello di vita per l'ironia che trasudavi e il
modello d'uomo che ho sempre cercato (e forse trovato) e tu meritavi
di sentirtelo dire, porco il mondo che c'ho sotto i piedi. Ma questo
non solo per il personaggio di un film, ma perché sei stata la
persona che in diversi ruoli interpretati più è riuscita a toccare
corde profonde, tanto che se facessi un'analisi semantica del mio
dizionario quotidiano sono praticamente certa che troverei una
sovrapposizione significativa coi copioni da te interpretati.
Forse
piango per la certezza di non poterti più incontrate dietro
l'angolo, o perché ero solo troppo affezionata all'idea di
condividere con te lo stesso cielo o, forse, per l'inadeguatezza di
sapere che tutti i miei miti adesso non sono più nel mio stesso
mondo. Non potrai più stupirmi con un altro film giusto, uno di quei
film che non hanno solo marchiato la mia adolescenza e forgiato il
mio modo di essere oggi, ma hanno accompagnato anche le fasi della
mia vita. Il Bart che faceva lettere (come anch'io sognavo di fare ma
che ho scampato, perchè
lettere non serve a un cazzo)
e che aveva un amico un po' da vita
da mediano in cui
comunque tutti noi ci siamo immedesimati al contempo; noi che da
Ferdinando ci saremmo fatte convincere su quella spiaggia, tu che
avevi nello sguardo i Nirvana tutti ma che bollavi il suicidio come
una vigliaccata; tu che hai recitato la parte di un vero giornalista
che ha impiantato in me una voglia inarrestabile di fare la
differenza; tu che a fianco a Elio hai recitato in un film che è un
elegante critica all'arroganza della Chiesa. Tu che mi hai convinta a
rinunciare al dottorato tra i canguri perchè l'Australia
non è meglio di qui Butch;
e che quando hai vestito i panni del ricercatore precario che decanta
leggi di probabilità mi hai fatta emozionare, da brava postdoc di
statistica quale ero diventata nel frattempo. Tu che sembri un
bambino mentre ricevi il David di Donatello, ma poi glielo fai vedere
che un bambino non sei e gli dici come stanno le cose realmente, ma
con garbo. I tuoi film credo di averli visti tutti, anche i più
cialtroni. Santa Maradona per me era il film antidoto, il film che mi
guardavo quando stavo con l'umore sotto i piedi perché riusciva
sempre (anche dopo la centesima volta) a farmi increspare le bocca in
un sorriso...e adesso? Adesso quella malinconia negli occhi sarà
anche la mia.
E
niente, mentre aspettiamo che arrivi la contro-notizia, ci dovremo
accontentare della consapevolezza che, alla fine, restano soltanto le
scelte che abbiamo fatto. Solo sappi che nel frattempo da queste
parti se ne sentono delle brutte Libero, pare che tutti si stiano
focalizzando su quella scrittina del cazzo, dimenticandosi di quello
spettacolo magnifico che sei tu.
Ti aspettiamo qui, eh.
Non fare cazzate.
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