\* sì alla vita - 2024 */

 


…sì a Tutta la polvere del mondo in faccia e tutte le belle parole che sono state spese per questo libro, sì alla Treccani che ha inserito il mio diario nelle letture consigliate nel suo Un anno di storie di quest’anno insieme ad Ale, sì alla soddisfazione di interagire in cinese coi cinesi e al balletto della felicità di quella commerciante taiwanese alle mie parole stentate, sì ad avvistare un ghepardo al Nairobi National Park, sì al mio primo tatuaggio, sì alla buonissima pizza da Shambó e alla carrambata con Raji, sì ad aver fatto ridere Ai Weiwei, sì a ritrovare per la prima volta una carta da gioco per strada proprio in quel giorno, sì al bellissimo Taiwan, sì al concerto dei Meute al Dumbo, sì allo splendore della Città Proibita, sì ai posti dove può capitare che le giraffe ti attraversino la strada, sì a essere stata citata contro Enrico Letta, sì a Cate e al suo canguro adottato, sì al super quarantesimo di Martina, sì sì sì a Vincent Christlein e Marcel Dreier che grazie all'IA hanno ricostruito la mia scrittura, sì a Belle Greene e alla bizzarra abbronzatura che mi ha procurato, sì a Pechino finalmente, sì alla dipendenza da guabao, sì alla scritta posticcia "vincitrice" sulla placca di Pieve, agli scoiattoli cinesi col pelo anche nelle orecchie, sì ai night market taiwanesi, sì al tempio dello stupa bianco e ai bellissimi hutong intorno, sì a tutte le cose uscite per questi vent'anni senza Terzani, sì a vincere due biglietti per i Massive Attack (che non dovrebbe essere peccato), sì a toccare il codino di una lepre africana, sempre sì alla villeggiatura con i suoceri, sì agli attacchi di coccolite delle pelidi, sì a pedalare per l'Hell's gate fra giraffe e zebre, a Strangers Everywhere, a Intestino Irritabile, sì alla commovente storia di Owen e Mzee, sì agli orsi di Berna e molto meno sì agli svizzeri che ce li hanno messi, a tutti gli amici che hanno prenotato il mio diario in libreria, all'eleganza delle giraffe ma sì anche a quando corrono e sembrano al ralenti, a Tatami, alle proposte irresistibili e inaspettate di Sara, all'hotpot pancetta e lucine, al magnifico Codex Seraphinianus, sì a Jiufen città incantata, ad aver fatto sì che il ghiaccio spray adesso sia disponibile per tutti coloro che fanno il botulino al Maria Vittoria, ai tibetani e agli uiguri ai quali non peggioro più la vita, a scoprire Hayez, ai Worst Case Scenario per Ilaria, sì al free walking tour degli hutong con Roy Li guida coraggiosa, ad Angela a Pompei, a chi si sballa di cbd, sì alla corrispondenza con Abdul, a Lanchi con la maschera facciale, sì a tornare a casa e trovarci la Manu ai fornelli, a piazza Testaccio anche senza le vecchiette, al K1 club e alla libertà sessuale keniana, al bel regalo della diretta che ha fatto Saskia per celebrare i vent'anni dalla morte del padre, al brunch da Sweet Lab, a Taccuini, a Repeat After Me della Polonia, a Michele anche se non è stato invitato al matrimonio del Ventisette, all'inglese nell'ultimo film di Alice Rohrwacher, a prendere un autobus diretti verso il Paradiso, alla pizza del Cavaliere, ad averla spuntata contro dei rinoceronti, meno sì a tutte le balle di fieno mandate quest'anno, a Lazzaro Felice, alla gatta mannara, a cercare Venditti ma trovare Speranza, alle sabbadinate, ai ringraziamenti sulla tesi di Alice, a Nurah, al Secco di Alessio, agli scoiattoli dietro casa, ad Antonio Biasiucci, agli orsetti di formaggio sciolti nell’hotpot, al rifugio Vaccera ma più sì ad esserci arrivati vivi, al tempio di Confucius a Tainan e alle sue bande di scoiattoli, al black history month, al Salone con Nazario, ai noodles di Nani, al fontanone dell'acqua Paola e a capire finalmente Roma Capoccia, a Octlantis, alla memoria degli gnu, a Holafly che ci ha dato la vpn durante il viaggio in Asia, al mobile più bello del mondo ma anche alla comoda in camera, alla maionese di Marco Bianchi, sì al City God Temple col suo abaco e con la scritta ‘finalmente sei qui’, ai facoceri del Lake Nakuru National Park, alle taro balls, sì a chi 'mai darla a un chirurgo', al National Palace Museum e al pezzo di carne in giadite, non così sì ai turni di Ema che minano la mia salute, al mio diario nello stesso pacchetto con Clelia Marchi, al Team Taiwan, al lago Naivasha e a Crescent island, al Narrow door café e al suo tibetan buttered coffee, alle soft skills acquisite a forza di avere a che fare con gli editori che si danno alla macchia, a Mirco che va ancora a letto alle 10 di mattina, sì a Taipei che è nabbomba, alle piazzate fatte ogni volta che sono passata davanti alle Feltrinelli di Bologna o di Firenze, a incontrare finalmente a Taipei il signor Lee, al latte di mandorla Fiume ed è subito dipendenza, meno sì alle amiche a Torino di Sangro invece che a quello di Savoia, al circolino Daybreak New Bloom, sì alla presentazione a Pieve Santo Stefano e a tornarci da vincitrice, sì al bizzarro humor della madre di Stefania, ad Alessio e Aristea a Torino finalmente, al Temple of God of War con la sua targa "uomo retto e onorevole" e una soglia alta all'ingresso progettata per tenere fuori le donne, a svegliarsi col verso degli ibis, a Mondovì, sì alla masseria Bija, ai viaggi in matatu, al Temple of Heaven, a Betty coi calzini, sì alle scimmie palle blu in hotel, alla torta Novecento, a Vallì e Bufera, a Benedetta che mi manda i soldi su Spotify, all'osteria Broccaindosso, alla prefazione di Massimo Cirri, all'hotel Riverview, meno sì alla serata pizza e perquisa, a Stefano Mancuso e al suo podcast, al bisteccone, a casa Canada, alla sacra di san Michele, alle arancinə della guardia... medica, a Cesidio Gentile, sì a dormire nel sacco a pelo in casa propria, a prendere il treno Maglev levitante a 300 km/h verso l'aeroporto Pudong di Shanghai, a Skoppie con Eleo e i’ su' babbo, ad Anna di Cate e Smeuri, sì agli aumenti non richiesti ma sempre ben accetti, sì a chi annulla l'ordine su Amazon dopo il mio rimprovero, ai volontari sbucciatori con cui ho preparato il Monte Bianco del mio compleanno, a farmi stracciare da Ale a scacchi, alla vista da Yangmingshan, agli striscioni dei pisani contro la Fiorentina, a Francesco come manager, al peanut rice milk, a Michael che balla alle tre di notte sul suo taxi, al Problema dei tre corpi, a prendere ferie per fare la turista nella mia città, ai deliri di Cirri, a Maiala Carry, a Greta e Marco che finalmente si sposeranno, all'enorme Lama Temple, ai cipollotti taiwanesi, a farsi rimbalzare al Frank perché in ciabatte, all'insalata russa spaziale di Elena, alle camminate da casa quando fuori fa troppo freddo, a tornare al Mom, a iniziare Miriam a una vita da gattara, alla mia azienda che è la vera vincitrice delle olimpiadi, a Ranzini, all'osteria la Torre, a Never Sorry, sì a Lello che usa Copilot per capire i miei meme del venerdì, a beccare Auroro Borealo a caso, alla colazione da Ruian Soy Milk, a riuscire a rifiutare i lavori che non valgono il mio tempo, a regalare a Stefania una gita alle poste, a Giusy che conosce Silvia che conosce me, a Lady Linshui’s Temple, a chi mi chiede di fare da relatrice alla celebrazione di chiusura di un master, sì a Leila super fatta dopo la pulizia dei denti, al gestore di 疆毒串烤-南京店, sì a Erick e a tutti i regali inaspettati che mi ha fatto, a Eva Airlines, a tutte le foto fatte con asiatici sconosciuti, a Medea, sì a indossare i vestiti caldi di termosifone, alle Sugar-Apples, alle rievocazioni medievali taiwanesi, alla chiesa-tempio di Xishiku, sì ai bernoccoli di felicità, alle donne col velo che smontano il mercato a porta Palazzo, alla Lu mansion, a Greta coi Finley, al tè al miele e zenzero di Mr Shi, ai triage à trois, sì a passare una canna al mio ex psicoterapeuta, al tempio del Dongyue con le sue terribili rappresentazioni dell'inferno - dove le persone vengono a comunicare coi propri defunti e a farsi curare, alla cupola del santuario di Vicoforte, sì al murale per Piero Angela, sì ai jingle della monnezza taiwanese, a passeggiare per la French Concession, a Baby Raindeer, ad andare in treno da Pechino a Shanghai in quattro ore e mezzo, al Karura forest, a cercare di capire il baseball allo stadio Dome, a Maometto nell'inferno bolognese, alla Manu in da favelas, sì a Romano Prodigy, sì a conoscere Marcino, alle testimonianze del museo della Resistenza, al Cihu Mausoleum e a tutte le statue di Chiang Kai-shek lì radunate, agli scioperi grazie ai quali torni a casa e trovi amici a cena, a chi Make Bologna Great Again, all’anguria gialla, sì alla bellezza ipnotica delle meduse, al Kenya e ai suoi colori, ai venerdì in montagna, sì ai gatti che profumano d'infanzia e di merda, al Fuhe bridge flea market, a fare eye contact con dei babbuini, a via dal Pozzo 7, ai ginki gialli del parco Zhongshan, a Monty Python, ai deumidificatori con dentro l'ammorbidente o l'aroma al soffritto, a tornare alla Cascina Cuccagna, al sanbeiji, al bar Luna al cinema Modernissimo, alle patatine al gusto di uovo fritto, a via Muratori, a partire col mio zaino nuovissimo sulle spalle e nelle orecchie le cuffiette nuove di zecca, a camminare su un cimitero di barriera corallina, alla BBC con Wild Isles, sì ai bento delle ferrovie taiwanesi, sì a strizzare gli occhi ai mici, ai bubble tea cinesi, alla mozzarella in carrozza da Gislon, al lago di Tuhn, sì al principio del silenzio assenzio, alla tomba di gatto Romeo al cimitero acattolico, alle traduzioni ridicole di Google dei menu cinesi, non così sì a empatizzare con Zerocalcare, al nostro primo Natale vegetariano, a 798 art zone, a beccare Giovanni sul tram a Torino, all'ora felice, sì a chi Finley + Grignani = W la TAV, a via Giovanni D’Alemagna 6, a Foreigners Everywhere, alle scimmie Colobas con le frangie, a Proloco Trastevere, a trovare in Cina i grilli di cui Terzani scrisse, ad Angela dal divano di casa anche se entrambe a Torino, al Roaster café come unico bel ricordo di Hualien dove anche le cinciallegre sono cincietristi, alla mostra su Ai Weiwei a Palazzo Fava, sì a Rubacuori, sì al Crubik, non so se sì per aver conosciuto a Pechino Federico - conoscente di Terzani, a La valigia messicana, al Campbellys Camp, a Tainan, al padiglione del Giappone e a quello dell'Austria, meno sì alle cinesine che fanno gli occhi dolci a Ema, alla follia fatta per vedere Favoloso Calvino con Martina, agli ippopotami, a chi sa suonare il pianoforte, a Little Yunnan dove non si può cacare, sì al bellissimo Il tango delle capinere, ai gatti da guardia della statistica mai nati, sì al free walking tour per Shanghai con Aubrey, a Zirmazine, ad essere sopravvissuta fino al rifugio Livio bianco, a Navalny, alla police experience in Cina, a chi fa buon uso della forza di gravità, sì a New York orizzontale, all'indianino di Cesare, a Leri Cavour e la Madonna delle vigne, sì a dormire mentre a fianco a me si svolge una rissa, a Snoop Dog alle Olimpiadi, a vedere Willie e gli Eiffel 65 gratis due sere di fila, al sexy struzzo, alla Biennale Tecnologia, sì alla diretta Facebook appositamente per me dalla libreria Pangea per Terzani, al parco Beihai e ai suoi (forse, chissà) furetti, a Odorama Cities, sì a Mio Eroe, al Summer Palace, sì alle passeggiate sul lungo Po, ai ravioli infiocchettati di Duyichu, al Nairobi National Museum, alla decomposizione di ‘sto cazzo, all'alza bandiera su piazza Tiananmen, a Milano con Daria e Fabio, a Full Pill, ai risvegli fav(ol)osi, ai Fratelli di Crozza, ai biscotti buonissimi di Lanchi e Danz, a Marco Cavallo, a finire Zerocalcare alla Feltrinelli, ai peperoni alla D'Andrea, a tutti i 7 Eleven del Taiwan, alla Panda non più gialla, all'opera di Cattelan davanti alla Borsa, ad avere solo due gradi di separazione con Simona Ventura, sì alla nuova voce sexy di Google Maps, alla scoperta della vera data di nascita di Asif, alla mostra su Niki de Saint Phalle al Mudec, sì a tutti i dottori che mi hanno chiesto l'etichetta del mio autografo e nient'altro, a Anytime Anywhere, sì alla risposta di David Spiegelhalter, a Il primo giorno della mia vita, a Lello quando non importuna Faletti, a Le Troiane, sì all'avvincente storia di come Eva è nata che attendiamo con impazienza, sì alla nuvola di Ghigo, sì a tornare a programmare in R, alle serate al Manhattan soprattutto quelle senza monossido di carbonio, sì al sorriso sornione della protocavia delle rocce, sì alla gentilezza immensa di Matteo Gaspari, a Lito e ai suoi Rolling Stones piemontesi, all'Asia con Kavi, al piccolo Pooh Pooh, a chi ha speso metà della sua vita a crescere, al cactus del Karen Blixen museum, alle cute aggressions, al succo di canna da zucchero, alle dita che non mi vanno più in griffe finalmente, sì ai corsi di stiro che evidentemente organizzano in azienda da Eva e Bea, sì a vedere i dik dik, a Chiara e il Gallo migliori fan di sempre che hanno in sala tutte le nostre mappette, i duiker e una scimmia Sykes, a Il respiro di Sarajevo, a Karibu Africa e alla scuola Why not, a Duccio e Ilaria a Torino, a TrainDude, alle pozze di Novalesa, al bellissimo River cafè, al metti tutto, ad essere sopravvissuti a Nairobbary, a campeggiare ad Alta Felicità, a Safaricom e M-PESA, a Gerda Taro, all’interessante quanto creepy oasis villa a Green Island, ad essere sopravvissuta a tutti gli ascensori malandati di questa città, sì all'abbonamento a teatro, a tutti gli uccellini bellissimi del Kenya, alla Colletta, sì alle conigliette emotive che piangono guardando Zootropolis, alle sedie lato strada riservate ai vecchietti, ai pineapple bun, sì a Dubfx alla Tesoreria, agli amarcord bolognesi con splendide delegazioni torinesi, a scoprire che Giorgia conosce Dominic, sì alla pasta al pesto di pidocchi, a chi mi ha chiesto di parlare del mio diario agli studenti di Città di Castello, all'omonima di Benedetta che ha gusti musicali molto migliori dei suoi, a mosca4, sì a chi ha venduto pitali cinesi ad occidentali come vasi per champagne, a Monopoli, sì alle bellissime acacie kenyane, sì ai Nirvana al posto giusto nel momento giusto, agli sciacalli, alle tellarolate fatte in giro per il mondo, a via Gluck, sì ad aver scampato Jovanotti, sì a tutte le ragazze in giro per l’Asia coi bigodini, agli Assalti Frontali al Blah Blah con Davide, sì alla cena sul pavimento di via Alessandria 33, sì alle lettere di Martina ad Anna Campanella lette 19 anni dopo, a vedere le mostre sugli animali con Stefania, alla libertà di poter lavorare anche senza ritegno, a scoprire che gli amici di Alessio sono amici anche di Marco, al Meet e alla storia di Hsin-Chien Huang ma meno sì a The Eye And I, sì alla macchina prostituiva di Riccardo, sì a far partire un trenino sulla Carrà, a beccare Davide per caso a Descantarse, al sequestro di papera, a Bazu che vuole dormire con me, a vedere il mio primo ruyi, a scoprire Margaret Bourke-White, a rivedere Fusillo, alla Strambinaria ma meno sì all'accoglienza di Strambino, a vedere i capibara, alla festa di fidanzamento per Cesare e Victoria, a chi pane panelle e crocchette, ai pic-nic di Pasqua sul treno delle Alpi con Sarah, all'oca Cornelio e al coniglio dell'orto botanico, sì e no a Food for profit, all'impressione di aver avvistato un african civet, sì al deserto della TARI, al giro in barca sul lago Naivasha, alla tramvia a dentiera Sassi-Superga, sì alla notte di Halloween più terrificante di sempre con Stefania sul sito dell'INPS, meno sì a chi scambia antilopi per conigli, ad alloggiare da Edgar Snow, a sedersi infondo alla metro, sì a scoprire per caso che Michele è l'altro progetto piaciuto a Matteo, sì a Steve Albini, a prendere l'aereo in treno, a piazza Maria Teresa, al Jewish Refugees Museum, a Papessa, alle Langhe, ai maritozzi, sì a Non Sono Ancora Idoneo A, al bellissimo Banga Lungshan Temple, agli amici che non giudicano ma capiscono e a quelli che non sono mai invidiosi ma sempre pronti a festeggiare i tuoi successi, a "Con i miei occhi" nel carcere della Giudecca, sì agli obelischi ovvero ai monumenti per il dio dei clisteri, al mio primo scoiattolo milanese, sì al Mazu Temple ma meno sì a sentirci un terremoto 5.4 mentre sei nella stanza dove le concubine del principe si sono tolte la vita, sì a piazza Tiananmen la sera, sì alle zampette di Fava e Leila sul cuore per scacciare brutti ricordi con altri meravigliosi, ai riti di fine anno di Elena, sì al tentativo di Alessio e Aristea di venire alla presentazione del mio diario con rischio di vita annesso, sì a bruciare sensi di colpa, sì a tutte le coincidenze che mi hanno portata a incontrare Francesca ma soprattutto sì al suo incredibile amico Walter, sì alle sorprese alla tua presentazione che ti fanno sentire super amata e - ça va sans dire - a piangere come una fontana, a visitare Mathare con Dominic, a fare snorkeling sulla barriera corallina taiwanese ma meno sì ai pesci che vogliono mangiarti le dita, sì ad essere scocciata di avere intorno ancora e soltanto degli impala, a cercare Andrea e a non trovarlo, a tornare nel paese dei diari e trovare il mio in mano ai passanti…


                          …sì alla vita…

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