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Visualizzazione dei post da giugno, 2008
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A questa città che ci ha visti crescere, urlare, piangere, scalciare, scendere in piazza, amare.. A questa città che ci ha emozionati tante volte. Che ci ha visti diventare quello che probabilmente non smetteremo mai di essere. Che ci ha visti felici e leggeri come non mai, stringerci le mani e correre, e che ci ha visti fare di tutto. Ci ha visti abbattuti, anche. A questa città che ci ha protetti e nascosti, quando ne avevamo bisogno. A Lei ed a tutti coloro che le hanno donato un parte di sè stessi. A questa città, che sento mia più di ogni cosa, che mi ha colorata. Al suo ricordo. A Questa Città ed a tutto ciò che comporta, alla sua musica ed ai suoi profumi, alle sue strade ed i loro buchi, alle sue torri..inno alla vita tutto fuorchè lineare, ed ai suoi cieli.
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Guardai indietro, dicono, per curiosità, ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi. Guardai indietro rimpiangendo la mia coppa d'argento. Per distrazione -mentre allacciavo il sandalo. Per non dover più guardare la nuca proba di mio marito, Lot. Per l'improvvisa certezza che se fossi morta non si sarebbe neppure fermato. Per la disubbidienza degli umili. Per tendere l'orecchio agli inseguitori. Colpita dal silenzio, sperando che Dio ci avesse ripensato. Le nostre due figlie stavano già sparendo oltre la cima del colle. Sentii in me la vecchiaia. Il distacco. La futilità del vagare . Il torpore. Guardai indietro posando per terra il mio fagotto. Guardai indietro non sapendo dove mettere il piede. Sul mio sentiero erano apparsi serpenti, ragni, topi di campo e piccoli avvoltoi. Non più buoni nè cattivi - ogni cosa vivente semplicemente strisciava e saltava in un panico collettivo. Guardai indietro per solitudine. Per la vergogna di fuggire di nascost