..sì alla vita.. (2009)

…sì al nostro Interair, ad avere tra le mani il mio libro, ad Edimburgo ed al Fringe, alla musica irlandese, sì a Muji, sì alla pelliccio terapia, sì all’Antquarium, ad andare a chetempochefa, sì al GUC, a girare Milano in bici, sì ai Radiohead, agli ostelli, sì al camino acceso, sì a El Tigre, a salire sul Duomo, alla Guernica, al bicerin, sì al MAO, alla vitalità delle persone al Lido di Menaggio, sì a Piazza dei Miracoli di notte, ai quarantasei dread di Davide, a Cedric che viene a lezione con me, agli uomini in kilt, all’orsetto che mangia il corbezzolo, sì alle RedBull, alla sera di compleanno più sfigata della storia, a Silvia che torna in Italia a sorpresa, a Sant’Ambrogio, alla prima lode milanese, alle luci d’artista, alla 001 del Best Hostel Old Town Skeppsbron, sì ad avere i bracciletti per la festa privata degli Afterhours dopo il concerto, al set per la fonduta, ai Lavapiés, sì a Giò&Giò, ad incontrare Angie e Sveva a Torino, sì a pitturare le uova sode, all’Hostal Aliste, sì alla casa del Naza, sì a raccogliere l’uva per fare il vino, sì ad Alcolo, ai picnic, sì all’East Side Gallery, a Fahrenheint 451, sì al vino rosso che mi aggredisce, alla 4/6/E dell’Euro Hostel, sì a Radio Italia che regala i biglietti, agli haggis, agli amici del cazzo, al Barrumba che ora fa latini, sì allo Stuffer, alle cenette romantiche, a 10CorsoComo, alla Latina, al 25 Aprile a Parma, ad imbucarsi alle feste Erasmus, sì al labirinto costruito per Ambrogio, sì a Via Brioschi, al terzo tatuaggio di Edi, alle aringhe fritte da Nystekt Stromming, sì a Dublino, alla festa di Halloween in Piazza Vetra, ai sentieri di rose, alla Pizza di Willy, a stare seduta affianco alla Filippa, sì alla risurrezione di Ambrogio, a scoprire che al piano di sopra vive un’amica di un amico, ad avere ospiti, alle cedrate, agli amici che si divertono alle tue spalle, alle email superformali del papo, sì a “Venuto al mondo”, sì al service di sociologia, agli Ordallegri, alle cene dall’Ali, sì ai murazzi, alla prima multa di Edi, ad Onkel Philipps ed alle sue scatolette della DDR, alle vertebrine, sì al Fuori Salone, sì alla Mazzantini, al mio telefono smontabile, ad incrociare Muccino, a costruire cornici, alla reciclart, sì a Giacomino di San Vitale 36, a “Tutti i santi Giorni”, ad incontrare qualcuno a Milano, alle manifestazioni madrilene, a Piazza Vittorio Veneto ed ai suoi fuochi d’artificio, alla giardiniera della nonna, sì al Mary King Close, a mio papà in moto, a trovare gente conosciuta in bar sperduti della Spagna, al check’n go, alla mia prima volta in autostrada, alle polpette di renna, alle sere in colonne, alle banane fritte, ai coinquilini che ti scrivono tramite avvocato, sì a mangiare da Oscar, ai Grand Fuck, alle lettere di sollecito a Santa Lucia, alle estetiste, ai nomi improbabili dei morosi di mia sorella, sì ai bonghi e le bocce di vino di sera sul Mincio, sì a stare dietro ad un bancone, sì alla 109 dell’Astor Hotel di Pisa ed al geologo che c’è nella hall, a scappare a Firenze in giornata, a Maddalena che ha il coraggio di farsi aiutare da me in statistica, all’ex Cinema Ariston occupato, a ritrovare la lettera di un vecchio parente dalla guerra, sì all’Area Verde, ai cambi di ostello favorevoli, all’ArciTom, alla Cereria, sì al BioLesto, sì a divertirsi tantissimo ballando una musica orrenda in un capannone circondata da 40enni in giacca, al farro, sì a vincere i biglietti per il concerto degli Afterhours, al pazzo che urla sotto casa, alla cena da Omi ed a svenire sul suo letto comodissimo, a Lino’s Coffee, a mandare reclami a Trenitalia, sì ad applaudire per un’ora Apicella, ai nuovi coinquilini, agli orari universitari condensati, alla Tate Modern, al Bar Cuore, a fare collanine ed orecchini, al Duomo di Castiglione la notte, a chi a carte è invincibile, alla laurea di Sofia, sì alla notte bianca di Castiglione, sì ad Ambri che riposa sotto un nontiscordar di me, al Tube ed al Sax di Modena, alla 204 del Berlin City Hostel, ai regali arrivati da New York, sì alle persone normali della Città Studi, al Reina Sofia, alle bande che suonano per strada, sì a dormire con la mascherina, al sushi ed al salmone svedese, alla 16 dell’Oliver St John Gogarty, a chi prende ininterrottamente la pillola, al Fuori con Silvia, ai nonni amici, a Kreuzberg, a buttarsi acqua bollente, a Molly Malone, sì al World Press Photograps, sì a Dell’Era che mi offre da bere, sì a chi fa il cuoco sulle navi da crociera, al film di Soffocare, a chi impazzisce per il mio orecchino, a fare turismo con degli spagnoli a Milano, a farci dare dei barboni da dei barboni, sì a chi brucia le schede elettorali nei bagni delle elementari, a chi “avete capito bene, toglierò l’ICI”, alla distribuzione Cuore, agli scherzi al Gallo mentre dorme, ad aiutare un commercialista in panne, a Jonastrasse 44, all’aperitivo anni ’80, a Dana Wyse, alle parrucche, a Gloria che ci salta nel lettone la mattina, alla Sezione 4, alla mia cagnolona Giada, sì al mio buono Feltrinelli, a passeggiare per Gamla Stan, al gelato del Grom, ai cocker grandi, alla nostra vicina cieca, sì a The Millionaire, a dare solo 8 esami a sessione, ai carabinieri durante le elezioni, sì a Manitese, a 3 pc accesi che guardano tutti un film diverso, a regalare un water, allo Stag’s Head, a fare la maglia prima di addormentarsi, ai fish and chips, ai biglietti per Londra a 1 euro, ad improvvisare una serata bolognese, sì a giocarsi i piatti a scala, sì alla croce a Parma sulla quale sta indagando la Digos, alla foto di Sofia in salotto, sì all’Orzo Bruno, alla 51 del Victoria House di Glasgow, sì al Rock’n’Roll di Via Bruschetti, sì a Leonardo che è scappato dal Rosati e vuole che gli si chiami un’ambulanza perché è schizofrenico, sì ai pranzetti sulla nostra magnifica terrazza, a Plaza de Toros Monumental, alle carovane del deserto nei sogni, alle persone anziane negli ostelli, sì allo Skansen, a ballare in un circolo per anziani, a Fortapàsc, al vecchietto madrileno ubriaco, a Sanremo, al Volo del mattino, ai dadan, sì al Maffia, allo Yaam, sì a Marcus del Vivi Bar, a Laura con i fazzoletti nelle orecchie, sì al MayDay di Milano, sì a Zona Tortona, a salire sul suo treno quando non se l’aspetta, alle bancarelle etniche, a prendere l’aereo al volo, ai fenicotteri rosa in centro a Milano, alla colazione all’inglese, sì a Silvia con Benicio del Toro, a Betty&Books, sì a cenare all’Osteria del Sole, a Raffa che espelle tutti, a Silvia che dorme sul libro di spagnolo, ai cuscini coi noccioli di ciliegie, al pass per la fiera del fumetto, sì alle telecronache di Pellegatti la domenica sera, alle spiagge di Berlino, ad Habibi, a pane e marmellata la mattina, al mojito del Lupe, davvero sì agli irlandesi, sì ad Ono Degno ed al Rifugio Amici Miei, a non avere lezione per un semestre, alla cartina che se ne vola via, sì a chi annega nelle curve di livello e sogna di scivolare su di una normale tridimensionale, sì al RealMulino, all’esame del 30 Luglio, ad Hamleys, alla spaghetteria, all’ostello di Rivalta, ai portafogli magici, sì alla Lonely Planet, a viaggiare con un solo bagaglio a mano, sì alla laurea di Ila, alla notte bianca dell’Airone, sì a rivedere Flora, alla colazione prima dell’esame, sì all’hummus, a ritrovare in un pub chi ti stava seduto vicino in aereo, a Carlo Rizzoli, agli aperitivi sui Navigli, sì ai sei gradi di separazione, alla 50 dello Smart Russel Square, sì al Magnolia, al perfido accento scozzese, al concerto di Caparezza, sì al compleanno della Chiari ed ai fantastici panini a forma di maiale, al John Snow Pub, sì agli ultracorpi, alla diciassettesima colonna, ad Atocha, a chi ci scorazza per Colico senza conoscerci, agli sconti al cinema, sì al Leoncavallo, sì al Curry 36, alla tostada ma mica tanto ai churros, al Google Loco, alla laurea di Giggio ed Erica, sì agli assistenti sociali che stendono a pugni la gente, al Circolo della Grada, a Silvia che mi viene a trovare, a ritrovarsi a bere a Corte Isolani con un giornalista ed il comproprietario di Repubblica, al mio sacco a pelo verdissimo, sì ai buoni di Davide, alla cena al contrario, ai toast, sì alla Doc Bertocchi Band, al museo di biologia, a chi non sa votare, a piriiii, ai semafori berlinesi, alle cene da Vito, sì a fare il pubblico dalla Bignardi, a conoscere l’amica di Katia Angotti, ai bocarillo y calamares, a Vasco che lavora a Buckingham Palace, al Mickey&Max, sì al telefono senza fili di Piazza Mercanti, a Cristian Castro che canta Azul, agli scoiattoli del St James Park, al Guinness Storehouse, a fare lezione di cinese nei seggi deserti, sì a Gigio che parla inglese, sì alla sveglia che si butta dal comodino, a dormire nella cappella di Prestwick, sì a Piazza delle Vettovaglie, alle 101 cose da fare a Bologna almeno una volta nella vita, al Ma Che Ooooh Rock Festival, a Camden Town, sì ai benganioshi, sì alla Cartaviaggio, sì a fare la scrutatrice, ad abbracciare tutta Bologna in pochi giorni, a El Barrio, sì alla Carega, al Teatro dell’Arsenale, sì alla cioccolata calda sotto le coperte, a finire una serata al Piper, al pranzo dalla Mariangela, alle serate a giocare a Taboo, sì ad andare a trovare un amico in ospedale, a chi ti butta giù un dente con una pallonata, sì ai miei a Milano, alla laurea di Ale, a Covent Garden, alla movida, a prestarsi i vestiti, a Via Cairoli 6, a chi scappa dalla polizia in stazione, a fare l’esame dell’anno prima, al Tipotap, sì al Rebeldia, sì alla risposta di Google alla domanda sulla vita e su tutto, sì ai currywurst, alla nuova casetta super carina di Gloria, al mio nuovo telefono colorato, a “L’ultimo Capodanno” di Ammaniti per G.U.C.&Theatre, sì a Casa Cervi, agli affitta-gatti, al Kilmainham Gaol, al Parco del Buen Retiro, alle cervecas y tapas, alla Hora Feliz, a Gang Bang, a non sentire la fame per giorni dalla felicità, sì a Corrao, alla laurea di Paola, a Starbucks, sì al Polenta Party, all’ultimo a Genova, a chi si chiede che cazzo c’entrino i dinosauri, sì al Teatro Nuovo Oscar, ad accendere il gas che costa poco, a Madrid, a chi mi fa le cerette che io non ho il coraggio, al Brazen Head, sì alla festa di Pasquetta su un monte, a Puerta del Sol, sì alla vera Guinness, sì a Pino Masi, alla famiglia di pakistani che vive ora in Via Zamboni 9, alla Chueca, al degenero in Duomo, sì alla birra dei fiori, ai coniglietti, alla cenetta romantica al Sugò, sì a vendicarsi su Torresani Roberto, sì a Temple Bar, sì all’After Woodstock, alla mia fortuna sfacciata, a Salomè, sì alla Città del Sole, sì a quando il magico trio si riunisce, a come ci si sente vedendo il San Luca da lontano, ai vestiti colorati, sì alle serate in cui vorresti poter fare rewind, sì alle nostre biciclettine rosse legate insieme..

..sì alla vita…

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