* Sì alla vita 2012 *


..sì al mio libro nelle vetrine, sì all'India finalmente, sì a starsene sui tetti dell’Altino, sì al concerto di Manu Chao, a Pennabilli, a Gam Gam, sì a bersi il Tantum Rosa, sì alle riprese del Filmquiz, al neurone sentinella che ti sveglia quando stai per perdere l’aereo, sì a chi va fino a Dublino per sentir parlare della rivoluzione cubana, agli Zen Circus, sì al monsoon wedding di Gaia e Ale, a conoscere gente fighissima più grande di te che ti toglie la paura di diventare un vecchio rincoglionito e noioso come ne hai visti tanti, sì a ballare per le strade di Nawalgarh fra la banda e lo sposo a cavallo, a Balagi, alla Uattara Haveli addobbata, al ritorno di Giulia dall'Australia, alla mensa, sì ai seminari, sì a Monty Hall, alla festa di apertura del dottorato, sì ai macarones di Pierre Hermé, ad entrare nell'orologio di Piazza dei Signori, a quando Orsucci ti offre la cena, alle Ferie Dionisii, a Turbato Thomas, alle mou, alle feste a sorpresa, alla presentazione alla libreria Pangea, a quando le amiche ti vestono, alle crepes di Fyra Knop, sì a fare un tea meeting, a chi vuole pagare i rilevatori, alla mia coinquistanza Serena e ai suoi comizi notturni, a chi riceve lettere di minaccia in Comic Sans, sì alla cena a tema proverbio, sì a presentare il libro con un cabarettista, alla caccia al tesoro di Kennyrandom, ad insalamare la Bloody Mary, a svaligiare il sottosalone, ai tè svedesi, sì a scrivere il numero di telefono sulla tovaglietta per il cameriere, sì alla Casa Nave, a Gloria mamma, a decidere se andare in Cina in un giorno, a vincere i biglietti per il Verdi, allo zabaione caldo, a staccare le tende in bilico sulle sue spalle, alla Pasqua da eremita, ai palloncini a forma di fiore, ai grizzly man, a quando mia sorella fa gli scatoloni perché scappa da casa, sì a vedere gli europei sui navigli padovani, a Cara Ti Amo, a ballare il chachacha con Diaz, sì al mio nome su Google libri, a cenare a casa di Ronconi, alle rospe, sì all'estate di San Martino, al mio smartphone, sì ad andare in vespa nel centro di Padova, alla mia lampada con una moka e un ammortizzatore, ai tanti motivi per cui la mia vita vale la pena di essere vissuta, a Pimky, a Roby Gordon, a Marco, alla filettatrice che mi ha ridato speranza nell'umanità, a finire gli esami, ai Lushini, sì al concerto di Venditti all'Arena di Verona, agli shottini caldi in tazza grande, sì al Rajasthan, ai grattini, a leggere le lettere di referenze, alla famiglia Graldi al pronto soccorso, ai secchielli di mojito, a guardare Santa Maradona a lume di candela, a fare lezione a Venezia, alle altalene indiane, al Disarocco, alle targhe palindrome, ai backstage, alla Pizzeria al Duomo, alla Tempesta, a smezzarsi i guanti, alla stanza con i bevitori di whiskey durante il matrimonio hindu, sì a chi si presenta a cena con un libro e delle albicocche secche, all'Amor Vacui Party, al Terminal, alle partite di tennis nel tardo pomeriggio, a criticare Padova davanti a Zanonato, alle interviste, alle intere giornate a Bologna senza nemmeno vedere le torri, a chi “e morì con una racchetta in mano”, alle statue che escono dagli alberi dell'orto botanico, a vincere l'abbonamento ad Arti Inferiori, al vernissage di Fungo, agli Orkestrada, sì al gattino di legno regalato, sì a Cedric da me, al racket delle pesche di beneficenza, ai Bianchi Sporchi, al battesimo del piccolo Leonardo, a salire sul palco con lo Stato Sociale, a chi ti porta sulla canna della bicicletta, sì a vendere più di Ken Follett, sì a This is the only level, al bye bye party per Marco, sì a quando il tuo libro è adottato come libro di testo, a quando la notte Mirco torna cantando, a riconsegnare le chiavi dell'aula Uggè, sì agli slanci di chi ha chiaramente fatto danza, sì ai miei primi shorts, al Macello, sì al caffè con Zanonato, ai pizza meeting del dipartimento, a Skype Santo Subito, alla presentazione del libro allo Spazio Biosfera, al VIMM, al mio barattolo che fa luce, a ritrovarmi davanti Nazario dopo troppi troppi anni, al gruppo di amiche di soccorso, ai quattro pesci cinesi, sì alla presentazione alla Fiera delle Parole, ad andare a Telenuovo, a giocare a tennis con Carnemolla, al djset di Capossela a Ferrara, a tutti gli ultimi Disaronno di una certa sera, agli gnocchi de Il Capitello, a chi mette delle poltrone in piazza Capitaniato, ai pancakes, ai viscidissimi prof di sociologia, ad andare a cena con un tuo sogno adolescenziale, alla posta dei fans, ai ciuccetti dell'Alchimia, alla cena sociale della Vecia Padova, alla Romana, sì a chi la mattina si sveglia come i maori, alla mia prima volta in sala prove, alla cena donne con Dario, sì a Porto Caleri, sì agli aperitivi con Akela, Cleto e Holga, a chi ha la residenza ai Carichi, alla valigia di Giulia, all'Epic International Fail, al gelato self-service, a quando per una bella foto si fa sentire gente sparita da anni, a via Da Bassano 7, a Josephina, alle serate di editing, alla mia foto su Il Mattino, sì ai Neko Cafè, all'esame di stato di Martina, a chi il suo sogno è andare in India ma intanto quest'estate va a Formentera, ad andare a cena con la Dudoit, a fare parte della giuria del Premio Off, alla notte dei ricercatori, sì agli autografi con il bacio, sì ai Radiohead che spostano i concerti se io non posso andarci, ai ritorni in bici la notte da Sherwood, a quando Fusi ha l'abbraccio compulsivo, alla presentazione al San Gaetano, alla guida dell'India del Nord, sì a chi un giorno aprirà un bar con dei gatti, a chi ti prende e ti porta via, ai costruzionalisti, a Parada, a quando ti chiedono: “chi è Paola Tellaroli?”, all'Osteria ai Preti, a Latex, ad organizzare il cineforum dei Carichi Sospesi, al corso di artigianato creativo alla Mente Comune, a tutti quelli che hanno comprato il mio libro, ad ospitare mia sorella, alla Salvan che ci regala lo sciroppo d’acero, a mio papà che beve il pedrocchino, al baccalà mantecato, sì alla quinoa, alle Nane, ad abitare con Andrea, alla papaia, al calendario statistico, a quando lasci tutto in spiaggia e non ti rubano niente, al mio articolo sulla Gazzetta di Mantova, sì alla maglia di KennyRandom, a chi ha il sentimento per il pesce, a Giacomino fedifrago, a quella piccionaia della Romania, ai bloc, ad andare al bagno in volo, ai sacchi letto della nonna di Giù, sì a Caorle, ai brunch da Marco, ad AM che fa il caffè in mutande la mattina, agli Swap party, alla maratona che blocca la città, a viaggiare con la Sig.na Avaria al Motore, a chi “I'm a Katzman”, sì al New King Hostel, al dipartimento la domenica, alle lacrime della mamma durante la presentazione del mio libro, a quando Busi è sul treno o a Mestre, a Brivio, a quando Ale viene a fare l'aperitivo a Padova, ai tre piccoli porcellin che dormono insieme la notte di Pasqua, a chi ti chiede cosa ne farai “di tutti questi soldi”, sì a “101 cose da fare a Padova almeno una volta nella vita”, a fare finalmente un corso di cinese, alla voce di Pierce, al matrimonio di Elena a Bologna, sì a chi “sarebbe come giocare a rubamazzetto”, a La Carica dei 101 al CeRebration Fest, a fare autografi, alle proposte letterarie, al conto aperto alla ciclofficina, alla mancata cena con Travaglio e Augias, al sale di potassio, a chi si fa la doccia si fuma una paglia ed è da te, al caffè al ginseng, sì alla gita di dottorato a Udine e Trieste, alle reggae nights, a chi è terrorizzato dal terremoto, all’interrogatorio della polizia svedese, alla Francia di André Kertész, sì al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ai vecchietti del baretto in Piazza Dacia, al Fotografiska Museet, al bagnoschiuma alla cannella, sì a quando arrivi e qualcuno ha fatto una torta per te, a giocare a twister, ai cucciolotti sperduti, alle lezioni in inglese, a proporre continuamente cose divertenti a donne incinte che tanto non possono, alla mia prima missione, a fare mojiti agli Afterhours, al Moonlight Restaurant di Delhi, ai miei compagni di dottorato, a pranzare da Bruno, al saggio di Giulia e Davide a Linutile, sì ai balletti Bollywoodiani, ai fiori di zucca, a chi ti regala un MacBookPro, ai manuali con le soluzioni, sì agli sticazzi nei negozi di seta, alle cene da Vito e Daniel, ai loro addobbi di Natale e alla loro casa super bellissima, a chi worked in Sonia Gandhi, sì alle prove del Fresh Mob nel mio salotto con Andrea che dirige le danze, alle vecchiette udinesi con la secchiata facile, al frico, sì al cassettino magico di Moon, a chi è un good forket, alla piscina del Tempio di Surya, all'onnipotente Rifacol, sì al succo al mango o lichees, al Vecchio Stallo, a ballare a piedi nudi musica trash al Verdi, alla torta mele e peperoncino, alle cene per organizzare i viaggi, al ventennale del teatro Verdi, alle birre che saranno state fatte in Cina, alle sedie sparse in Piata Unirii, all'Aethernative, al concerto dei Sadi Carnot, a Mancikalalu, agli indovinelli del caffè accademia, alla mozzarella in carrozza prima di andare a dormire, al paneer, a chi per strada di mattina ti dice che sei bella e buona giornata, a camminare scalzi in giro per il Karolinska, sì ai sarti indiani, a scienze statistiche.com, a fare i compiti, al mio astuccio pieno di pastelli, sì al labirinto di Valsanzibio, sì allo spettacolo del Fermi nonostante il 6 di Andrea, al bagnoschiuma Dirty, agli attacchi delle scimmie, sì a prendere il tuk tuk, alla mostra di Erwitt, sì agli europei con pizza e birra, ai vasetti da un kg di pomodorini secchi, sì a vomitare nel Gange, a Pahar Ganj, a chi fa la clessidra, all’aperitivo da Perbacco, al cheese naan, a quando in aeroporto senti chiamare il tuo nome, ai copulisti, all’Agenzia Antoniana, a chi shanti shanti, sì a chi “please, horn”, ai concerti jazz in cima all’Himlen, alla stanza marziana, a Om Supersonic Driver, ai campanelli dell'Agra Mahal, al pericolo attraversamento rospi, sì a raccattare matematici per strada, sì ai puppet show rajasthani, al biodizionario, alle cene sulla terrazza di Silvia, a comprare dei biglietti per l’India, ad Alessio con i nostri sponsor, ai conigli di tofu, al Tea Center di Sodermalm, sì a Sado e Masado, alle mucche sui binari, sì a Khajuraho, alla trattoria Toni del Spin a Treviso, sì al teatro di Sant'Agata Feltria e al signor Benito, ai cimiteri ebraici in cui non puoi entrare, a Malina e Carina, sì a mangiare per strada durante il monsone, sì alla città azzurra, alla mamaliga, ai carretti coi cavalli, sì a quando il libro dei commenti fa ancora la differenza, al lassi dello Shri Mishrilal Hotel, ad Andrea ne L’Infinito, ad Halloween in Transilvania, sì ad Udaipur e al suo Rainbow Restaurant sul lago, a sentirsi nel bagno della nonna a Timisoara, al cibo non contaminato dello Shiva Cafè, ad andare a vedere Gangs of Wasseypur 2 al Raj Mandir, alla Fujica ereditata dal papà, alle presentazioni di GG, a chi “Good India!”, a dormire in due in una cuccetta per le 11 ore Jaipur-Jaisalmer, al parafulmine Tonin, alle Tourtel, agli sffffigati, ai punjabi, alla mostra di Ai Weiwei, sì a mangiare con le mani e camminare a piedi nudi, a insegnare dialoghi in romanaccio agli indiani, alla feta con le olive nere, a Dragostea din tei, al mercato di Hotorgshallen, alla merenda sul belvedere svedese, a uscire a caso dall'autostrada e ritrovarsi in un paesino uscito da una favola, a quando Vera si guarda le doppie punte mentre noi fondiamo, al sabato sera ad attaccarci i bottoni, sì a farsi buttare fuori da un fastfood di Satna per il troppo casino fatto durante una partita a Uno con dei giapponesi, ai viaggi di otto ore in un furgoncino pieno di agricoltori moldavi, al Castello di Dracula, all’orto di alba, al badge, a prendere il primo volo Treviso-Stoccolma, a chi ti fa trovare la cena quando torni, sì al Pushkar Cafè, alla diretta di Cafè Tv 24, ai giri in moto su in tre, a scatenarsi sulle note di dj Ganesh, alle colazioni al Caffè Edelweiss, all'italian party con tanto di rooftop all'Heritage Haveli, sì alla gente fighissima che si incontra in India, a mettere le trappole in casa, a fare fika, sì ai lassi meglio se special, ai piangi piangi, alle Amiche che ho sempre voluto e che ora ho trovato, agli elefanti, a 'er cupolone indiano, sì alla Maharaja Room, a chi “can you briefly explain your experience?”, sì a scampare la galera indiana e la sleeper class, alle dormite di Giulia al Monday, alle aggressioni dei tori, a beccarsi la prima pioggia desertica dell'anno, al balletto de Lo Stato Sociale, al giro in barca sul Ganga, a Richardi – do you know Richardi?, alle partite di biliardino ai Carichi, allo zibibbo all'Anfora, a fumarsi gli hukka al Volcano con gli sbarbini che bigiano scuola, a chi ha un amico della zona di Brescia, a chi chapatiiii, a Villa Boselli, sì a chi is happy if you are happy, sì a Benares, ad essere in gruppo con Marco, sì alla buddineria che è un posto per scambisti, alle serate di zero4 dove puoi trovare Phoebe, Dawson e delle persone con strane sopracciglia, agli high five mancati, a sperare che nevichi così tanto da costringerti in casa almeno tutto il weekend, al workshop con Verdoliva, all'improbabilità dell'Omelette Shop di Jodhpur, al Cavastropoi di Treviso, alla storia del long island, alle facce da koala, ai limsup delle giornate, sì al buffet del venerdì di Herman’s, a quando Thomas passa dopo il 24, a Andrenzo Tonioni, alle preghiere delle 19 sul Gange, agli indiani con le piume in testa, sì all’abbazia di Praglia, ai ghat, agli eterosfigati, a cucinare per un intero pomeriggio, a capodanno al Fishmarket, al mehndi, ai cupcakes, sì a Mahatma Galli, al Ventaglio, a ballare con le donne indiane, sì all'Istituto Confucio, sì ad essere socia onoraria dell'associazione Vecia Padova, sì agli aquiloni indiani, sì a quando porti qualcuno per la sua prima volta a Venezia, a chi deve essere un serial killer, sì a quando il tuo 2013 ha l'ansia da prestazione,


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