Lettere dal Kirghizistan #1


Amici,

qui Laura e Paola vi scrivono da Bishkek, capitale del Kirghizistan. Siamo atterrate circa 24 ore fa e abbiamo già avuto modo di constatare che l’ospitalità kirghisa è una caratteristica predominante della popolazione locale. Siamo ospiti di un gentilissimo ragazzo kirghiso di nome Mirlan che ha vissuto due anni fra Napoli e Milano facendo il badante, e che quindi parla italiano. Abbiamo scoperto da lui che esiste una vasta comunità di badanti kirghisi sparsi tra la Campania e la Sardegna.

Nonostante le apparenze, Mirlan ha trent’anni. È un attivissimo couchsurfer che vive nel villaggio di Novopakrovka, nella periferia della capitale, in una modesta casa con orto e galline. Nella via di casa ci sono diverse bancarelle di angurie e un market, dove ieri ci hanno offerto delle caramelle al latte e sale di dubbio gusto. Mirlan condivide con i suoi ospiti tutto quello che ha, ma abbiamo scoperto che non ha un lavoro. Vive da solo, mentre la madre fa la badante a Caserta. Per ringraziarlo dell’ospitalità, stasera cucineremo una pasta italiana e prima di andarcene cercheremo di lasciarli qualcosa, grazie anche al contributo di FuoriRotta.

Ieri sera abbiamo cenato in un ristorante frequentato dalla “Bishkek bene”, dove abbiamo riscontrato i primi problemi di comunicazione con un giovane e gentilissimo cameriere che si presentava spesso al nostro tavolo con dei biglietti scritti in inglese da chissà chi per sapere se avevamo bisogno di altro e scusandosi per il fatto che non parlava inglese. Per qualche strano motivo qui le donne bevono birra con la cannuccia. In pista le ragazze, vestite di tutto punto, ballavano sulle note della musica dal vivo. Una di loro è venuta al nostro tavolo per invitarci a ballare e ha concluso la nostra serata dicendoci "Welcome to Kyrgyzstan”!

Per il momento ci sembra che la Kirghisia raccontata da Silvano Agosti non rispecchi quello che ci circonda: la gente lavora anche di domenica e apparentemente ben più di tre ore, la disoccupazione è un problema comune, abbiamo visto pubblicità per le strade, la gente fuma, per il momento nessun fiore azzurro appuntato alle camicie all’orizzonte, esiste un problema di corruzione, e abbiamo visto polizia armata. Detto ciò, siamo molto stupite dell’ospitalità e da quanto le persone siano ben disposte nei confronti degli stranieri. Ci aspettiamo però una situazione diversa nelle campagne, in cui ci addentreremo domani.

Saluti kirghisi,

Laura & Paola

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