* sì alla vita, 2018 *



...sì a Leila, sì alle Cure, sì alla cartolina della Staude, a Sara e a Sarah, sì agli amici che ci hanno aiutati durante il trasloco colossale e a quelli che hanno reso lo scollamento addirittura gradevole, a fare un colloquio ed essere presa in 10 minuti, alle liste che fanno commuovere, alla mia prima lettera di dimissioni, a scoprire la mia bella città d’origine, sì a vivere di tapas, a Nicolas Khoury e alle sue conchiglie, a La Scortecata, ad essere come un opossum, sì a Padova in barattolo, a Edi che cerca di lanciare il reggiseno a Venditti e alla signora che ha devoluto il suo per la causa, al dottor Piccione e alla libertà, agli ohi ohi, ai massaggi zen shiatsu di Moldavide, al teatro Bibiena dove hanno dibuttato Mozart e la sottoscritta, alla birra Despacito, all'assurdo Banki Ramen, sì a vedere Santa Maradona con Elena nella sua cucina bordeaux, agli Skype con Michele che pare di essere dentro al video di Creep, ai canederli con il puzzone, alla mia cybertetta, alla Manu e a Edi che ballano Despacito, a Pocchiesa come presentatore, ai weekend mantovani improvvisati con Manu e Bizz, sì ai buoni pasto, a Gloria a Mantova e suoi bambini stalker della Manu, a Wabisabi Culture, a fare Lilly e il vagabondo con un grissino, a quando Ema è riuscito a far mangiare gorgonzola e rane alla Elo con l’inganno, alla dott.essa Panzeri, alla festa “ti ricordi di quella volta?” e alla playlist “musica per nausea”, a Vito specializzato, alla mia migliore amica fiorentina Caterina, alla colomba della Frigo, al ritorno di Sciacco, sì alle supercazzole di cesura della Gamba, alle stufe spente di Laura, a riso patate e cozze da Luca e Marghe, a passare la Pasqua con Martina e i miei genitori adottivi dei sogni, a quando mobike ti offre una biciclettata, alla torta al testo, al Sacro Graal mantovano, a Pokk che esce di casa con una poltrona sulle spalle, alla Rosa d'oro di Trento, ad Artesella, alle brezza delle puppe al vento a cala Rossa, all'aperitivo con Nardella, a Claudia e alle carrambate, a prendere il posto di un opossum, all’osso sclerotico, a Ecce Coro e la Bizz che fa il rumore dei piatti, ai coinquilini di merda, al mio cardiologo preferito Luca, all'anatra londinese con Sunny, ai suoceri più fantastici di sempre, ai sicchè, a La Citè, a farsi rimorchiare da Charlie al supermercato, ad essere ospite da Fabio e Morgan, a Elo ed il binge drinking con le sue cene alcoliche, a chi mi della signora e a chi si fa chiamare Sua Maestà, alla sensazione che si prova andando a presentare il tuo libro da Feltrinelli, alla dipendenza da gif, a dare le dimissioni lo stesso giorno di Marghe, al ponce, ad Ema scambiato per uno dell'95, a chi ha il bagno di Versace, a Ciga che suona il tubo del condizionatore al planetario di Firenze, a chi è più fastidioso di una friendzone, alla lezione su Santa Maradona di Toti vestito da mammut e con i capelli fuxia, alla Bolz e alle sue esigenze, alla pizzeria Albatros, ai cuoricini con i semini di Marghe, a taccheggiare con Cinzia, a Firenze e alle persone buffe che ci abitano, alle mie prime 9 ore da disoccupata, agli 87 anni di mia nonna che vuole andare al mare comunque, a Villa la Loggia e a perdersi nel cercarla, a schiacciare una pennica guardando Star Wars con Elena, sì a Giandomenico e Riky che si punzecchiano sempre, a Mirco e Lara, a chi "buongiorno ladies", ai sogni da lucida, al bagno ofuro, alla Stalla di Assisi, a Mondo Ramen e a Zarrillo che ci fa sbancare i premi, a mangiare allo spazio Alfieri durante il film, al frico di Corrado ed Elisa, all'ultimo aperitivo di Claudia, mica tanto sì al mio primo monolocale, a The Cleaner dell'Abramovic, al panforte artigianale, sì alla festa d'apertura del Babarum, sì alla sanità toscana, all'EMA che mi regala un smartbox a Londra, mica tanto sì ai comunisti col culo degli altri, ai gossip della vedetta Sabbadin, a Diorama, al film Roma, a cercare la pompa di John Snow con Ema e Flavia come atto propiziatorio, alle valutazioni dei miei biologini marini, sì a Livorno, ad Ale da Scully e alle sue prelibatezze, al Toscexit, a chi “ho letto un libro della Tellaroli e adesso voglio tutti gli altri”, alla Vigolana camina e magna, al Muse ed ai suoi animali tassidermizzati, sì al trasloco in camper, sì a scansare le truffe di Bancansia, alla festa di partenza, non tanto sì ai colloqui della vita fatti da sbronza, a via Scipione Ammirato 15, ai concerti della gatte in macchina, all’ultimate shopping padovano, a lavorare per la Giunti Psychometrics, agli aperitivi alle Murate, alla strada degli stambecchi, a Stefania, a La California, ai venerdì pomeriggio d’estate liberi, a tifare per l'istrice, al Festival au Desert, al mio secondo Erasmus in Toscana, alla Elo che fa beccare Palozzo dalla polizia chiamandolo per un passaggio, alle relazioni clandestine, al Giappone nelle Marche, alle portine fiorentine camuffate, agli psicologi che danno più soddisfazioni dei medici, a chi aripiacere, a Giuliana miglior padrona di casa della vita, ad avere tre case e comunque andare a dormire in tenda, al cacciucchino della Borracciaia, al mojito di Hemingway da Eby’s, a chi “Performance”, ai my little pony, ad incontrare Giancarlo a Londra per caso, ad essere un essere vivente composto al 90% di acido lattico, ad andare a vivere nel Granducato, alle scuse che ti consentono di prenderti un giorno di ferie e tornare nella città che conosci meglio al mondo, agli accrediti, al Firenze rocks che porta nella tua città e nella tua nuova casa amici provenienti dalle tue vite parallele, al pranzo con i compagni universitari bolognesi, a Gilberto ai fornelli, alla mia voce per la segreteria di Giunti Psy, alla convenzione del Fuoripiazza, a Brixton con Laura e Seba, al dott. Olmi, al Controcapodanno, alle cene-tetris sul nostro terrazzino, alla assurda bontà del cinque e cinque, sì all'albero con gli occhi, a beccare l'ebreo errante in giro per Livorno, a Elena Ph.D., alle infermiere che contraffanno le mie ricette per non farmi pagare il ticket, a Venezia da sbronzi, alle buchette del vino, all’inconcepibile bellezza della Mezquita di Cordoba, al festival del Balagan Cafè, alla spina che sta alla cedrata come la crescenza sta allo stracchino, a SteveMcCurry a villa Bardini, ai fichi di Max Moreau, ai fiori di zucca del Perseus, a continuare ad essere un pericolo pubblico patentato, alla Manifattura Tabacchi, alle gattine che prendono il sole in terrazzo, ad apostrofare con un "va in mona" un ciclista pirata della strada fiorentino, sì ad uscire con la mia responsabile e sua moglie, a Davide quando abbaia, a presentare le Padovanate al Rubano film festival con Cli vestita da Arlecchino e al suo suocero che mi omaggia con un mazzo di fiori, sì ad Orsigna, sì a Leila parà, alla pizza maialona di Claudia, alla pieve di San Martino di Palaia, sì ai vari tour Terzani - Staude, ai coccoli, sì a Iyo Iyo, alla pizza ripiena e l'assurda bontà di quella con le patate, alla notte bianca del mio quartiere, al mio primo cartellino da timbrare, a via San Carlo 7 e a chi ci si è commossa, sì ai Chinese Man a villa Ada, a Stella che fa tutto a caso con Mattias, a ‘na cosetta estiva e a beccarci Dell'Era e Angelini, alle vittorie sulla cattedrale di Siviglia, al supplì di Simone, si a Maurè ad Ariccia a cui abbiamo voluto bene, a Clara che esce da terapia intensiva con la gonna alzata fino a via Nazareth, a Ovo Sodo, alla personalità di Laureato, a chi si autoelimina prima di essere eliminato, ad Instagram, ai parrucchieri con velleità culturali, a chi vive in una chiesa, sì ai ciuccietti del nonno, alla pizza da Michele, a Bart e alla fiorentina di Cambi, alla Luciana che mi regala il cuscino della suocera, a Santo Spirito, allo sposta poveri, alle merende da Michele coi colleghi, a Michela che taglia le braccia, a Impressione Chongqing, all'eclissi, al Nano Verde, a “Si muore tutti democristiani”, ai secchielli di mojito della Rosi, all'anfiteatro romano di Fiesole come cinema all’aperto, al Molino di Berto, ai picnic padovani automobilistici, alla gang del Mugnone, ai vestiti con le mongolfiere, ai pomodori neri del suocero, a trovare la Bulga al Woodscrack, al bar dell'Orso a Monteriggioni, al pre-palio del medioevo, a tutti quelli che guardandomi la cicatrice del loop recorder mi hanno fatto sentire una tettona, al profilo su palazzo vecchio, alla contrada del nicchio, all'evento di team building da Mama Florence, ai ravioli Wang, a chi non si abituerà mai a timbrare, a chi sogna di scappare con me da un carcere a massima sicurezza facendo gossip, sì ai panzotti del Brogi di Bibbiena, ai pellegrinaggi terzanici, a cercare i procioni in giro per il Casentino, ai banchetti romani coi krapfen, al salmorejo in plaza de la Corredera, a Frittole, al bar la Scarpaccia, sì all'hammam Al Andalus, a chi c'ha il favismo a Firenze, al caffè alle serre dei giardini Margherita, alla cena al Papaveri e Papere, alle aragostone, agli sconti sui libri, alle persiane e alle gelosie, a via Pisana 147, sì al trio delle ex dello stesso uomo, alla volpe dell'Uccellina, al karma, al matrimonio di Celina e Jhonny, sì alle ruote della juderia di Siviglia, a chi mi mette il fumo nel pacchetto, all'aperitivo davanti alla sinagoga d'estate, a Davide beccato con le bionde, allo Psychological Testing a fumetti, a The Place, alla magia del teletrasporto, sì a chi ha un lavoro grazie ad una maiala, ad andare all'EMA con Ema, al ballerino di flashdance avvistato dalla Rosi, alla storia del colore viola, sì ad avere Nic come avvocato, a portare la Fernanda a mangiare la pizza, a santa Croce e la sindrome di Stendhal, alla festa della Rificolona, all'Assaggio, a vincere una competizione culinaria, a casa nostra, a chi millanta draghi di R e fuori classe di statistica, a Tania e Franco compagni di tapas, all’Art Battle, all'ultimo giorno da Prof., ad avere la tamaleria sotto casa, al Bioil, sì al campeggio di Principina, a Villa la Loggia, al mio primo party aziendale, a tutte i toscani gentilissimi che ho incontrato, a Mariangela che mi ha riconosciuta sì ma forse no, a combattere contro il Gomorra mood, al mercatino delle figurine di Siviglia, a Latina, alla vasca della 104 dell'hotel Marisa, al leggendario lago della Snia, agli atomi dei pensieri, a mettere piede finalmente all'ISS, sì ai patii delle case a ciambella andaluse, ai punk abbestia con la capra, a vivere uno sciopero a Roma, all'Albaycin, a chi c'ha un virus interinale, alle tartarughe per trovare le acque inquinante di Granada, ai tour per Mantova con Sara, alle tapas di El Cantò di Alicante, a chi si autodescrive lavorativamente parlando come “amante perfetta” e a chi sogna un collega fertilizzante, a Dario il gelataio, a quando vai a prendere Birrology alla tua responsabile, al World Press Photo a Lucca, quando sei triste e ti compri un kimono con Venditti nelle orecchie e delle pizzette bocca, a #propagandalive, a Nicolas, al coccodrillo e all'ippopotamo dei Gonzaga, alla Cli e alla sua totale mancanza di sintesi, mica tanto sì ai licenziamenti per errore, all'Odeon, a quel giovanotto di Frankie Hi-nrg e al suo dj set alla Fortezza da Basso, ad essere in Cina a Prato, alla Maremma, all'ultimo bagno fatto il 29 settembre ad Alicante, ai biscotti al the verde di Liu, a brindare con una punk IPA al lavoro con la tua responsabile la vigilia di Natale, a quando aiuti con una tesi e in cambio di arriva un castello di 9kg dalla Germania che fa di te una vera gattara, alla sposa in giallo al pub, a quando vai a fare un colloquio sperando che sia truccato, a Plaza de Espana, ai dieci minuti di Martina e Roberto, al fritto misto bolognese, ai toscanismi, ai dolci cirillici, alla mia prima tredicesima, sì sì sì al fumo passivo, al pranzo degli avanzi a Montefoscoli dalla Fiora, all'Approdo, al Mugnone, alla pinolata, alla terrazza della casa del popolo di Fiesole, ai Sette Samurai, a Matricola, alle pizzette di Dolci Fantasie la notte, ad Ivonne e Alberto compagni di tavolo, alle foto fuori da Rebibbia, ai piatti caldi della Botegas Castaneda, allo Yeti, all'Andalusia, a Tucci sposato, a quando i tuoi suoceri sono più in botta di te, a Edi che convive inspiegabilmente, ad Abele collega di Terzani che mi ha dato lavoro, a calle della Rerrazzera 3624, a rimpinzarsi al Pellegrino prima di prendere l'aereo, all'osteria Antica Adelaide, alla curcuma e ai suoi benefici, alla tessera della videoteca dietro casa, al discorso di fine anno di Mattarella, alla lasagna rotonda, a Songul, a tutti i divani padovani che mi hanno ospitata, a tutte le diete interrotte con Sara, ai giardini dell'Alhambra, alla lasagna di Davide e Sara, al carcere dove Cervantes scrisse Don Chisciotte, a fare il monte bianco, a quando esci da casa di amici camminando come un birillo, a The Booth and The End, alle suore di clausura di Granada, alla buffissima Firenze, ad avere una stanza degli ospiti e a chi l’ha già sfruttata, a Bart in Toscana, a Gloria e a beccarci nei parcheggi dei camper, alle serate a casa da soli a fare le cose proibite, alla Casa della Pizza, sì al covaccino, alla cenestesi, alla zuppa di cocco dell'Icchethai, sì a tutti i ciaccini tartufato e ai necci del mondo e a chi li ha inventati, al Granchio in Frack, sì a chi "su le puppe", ai tordelli di Gigi, sì a quando il tuo amministratore delegato si dice fiero, contento e commosso dal progetto che hai proposto tu che è "la cosa migliore che abbia visto in azienda negli ultimi 15 anni", sì a sgommare via da Padova, ad avere multipli singoli gradi di separazione con Terzani, alla fiorentina con Chiara e Marco sfigliati, ai dolci con l'acqua di Margherita, sì a via Boccaccio 24, sì a chi fino alla mattina lampredotto e cocaina, alla crostata di visciole, sì al vino d'arancia amara del Peregil, a prendere l'acquazzone cercando la casa natale della Angela, a chi trascende e a chi sale come Bergonzoni, alle tapas de la Brunilda, ad un tetto per due più due, alle mie nuove colleghe giovani e simpatiche, ai buoni pasto, alla parmigiana del Fuori Piazza, a quando un collega ti si inginocchia parlando al tavolo e quello di fianco pensa che ti stia chiedendo di sposarti, a chi gli viene un sistema nervoso, al pollo arrosto di Alfio, sì all'ultima volta di tutte le volte padovane, ai cambiamenti e alle boccate d’aria, al mio primo contratto nazionale, a Sara che sa come volare, a vivere nel Medioevo, sì ad andarsene senza rimpianti, sì a prendersi cura delle proprie cicatrici, alle gioie del centro Italia, sì ad andare per le vie di Terzani, sì a Venezia la mattina, sì a “La fine è il mio inizio”, sì a fare punto e a capo,

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