{sì alla vita | 2019}

...sì a Dario e al suo caffè consolatorio condito da pillole nonnesche, alla bella Grecia finalmente, sì al mio primo paper pubblicato in solitaria, sì ai sarti suonatori palermitani, a quando Terzani ti porta fortuna, sì a tornare a guidare, sì a 13+1, sì a curarsi alla Piccola Farmacia Letteraria, sì alle capesante lardellate, a scoprire raccomandazioni gentili di professori discreti, a Fava quando si inchina alla Manu prima dei combattimenti, alla mia perversione per la nuova 500, alle nocciole di Steve, alle passeggiate letterarie per Firenze con Paolo Ciampi, alle persone grandi che vanno in giro con gli ovetti di cioccolato in borsa, al mio primo sciopero da lavoratrice, agli aperitivi alla beautiful mind con Benedetta, al piede denominato Valeria Marini, ai passatelli, a Baglioni che mi fa sentire un cliché, alla seconda ristampa dello Stradon, all'antico porto di Ramnous, a chi una faccia una razza, a chi ti propone un indeterminato e a chi gli sta per vomitare addosso, a Prestipino e ai suoi arancini al pistacchio, ai disegnini sul castello Ursino, alla Angela che è dappertutto, all'assurdità di ordinare crepes alla mia responsabile, al colosso di Pratolino, agli stucchi di Serpotta nell'oratorio di San Lorenzo, alla Bibbia della biostatistica con il mio nome sopra, a poter tornare a correre, all'amico immaginario Uber Alles, ai pastori con l’odore delle pecore dal 1944, a chi è come Toninelli e chi come la TAV, ad essere sbattezzata, al mio primo accappatoio, allo spritz viola del Fake Firenze, alla Sciccheria, al cannolo della Favorita di Partinico, ad Ortigia e alle discussioni sull'universo e sul tutto con una granita in mano, a Bandersnatch, alle torte pacman, al mammellone, alla top 5 di Patrizio Roversi, a chi è cosi alternativa che il botulino se lo mette nel piede e nella mano, ai racconti pazzeschi di Morgan da mediatore culturale, all'arancia al burro di Ballarò, alla gradazione di tutti i dialetto del mondo, alla winter school di una settimana a Padova, alle gioie della maternità, a campeggiare coi suoceri, all'Osteria dei poeti, ai brunch alla Camera a sud, a salvare la Manu al capolinea dal maniaco, a Lindy Hop in Florence, alla parte osè del museo archeologico di Napoli, a chi brilla in un mondo di caramello, al giro totiano di Borgetto, sì a “Un'educazione criminale”, agli spritz che come si fanno in Sicilia da nessuna parte, ai pomeriggi estivi all'Orzale, a Forte Belvedere con gli animali di bronzo e gli uccelli disegnati, all’autobiografia di Pierone nazionale, a decidere di riscattare la laurea, alle vie dei tesori, al codice 702, ai welcome party belli delle amiche a Padova, a chi da grande sogna di mummificare conigli, a quando vite parallele si incontrano, ad Eric Puybaret e ai suoi coniglietti, sì a chi ti chiede a che ora chiude Venezia, al River to river festival, al mercato coperto e a Piazza delle Cure in tutta la sua bellezza, a via Bandiera 53 e al venditore di cd che fa tanto folklore, al concerto di bestemmie, alla mia personalissima lotta contro la malasanità, a sfatare miti sugli psicologi, all'Incredibile viaggio delle piante, a finalmente sghignazzare sulla Guida galattica, ai Medici, al mio primo aspirapolvere, agli audiolibri, ad Ema a casa, alla festa aziendale al Relais Santa Croce, alle mail del prof. Castellani, alla sagra dello struzzo, a Baris che ha svaccato malissimo, al gamberetto Aurora, alla caccia al tesoro con rito iniziatico alla fiorentinità e - soprattutto - sì a tutti gli aiutanti, a telefonare a quell’arrogante di Boninsegna, al picnic sotto il temporale protetti dalla cappella del Buontalenti, alla Rocchetta Mattei, al parco d'arte Pazzagli, ad essere a Venezia gli stessi giorni di Tucci, al divorzio di Franca, alla sciarpa di Ema bucherellata e intrecciata coi ferri, al calendario fiorentino, alla walking therapie, a rivedere Fil il filippino, al gelato che si strugge, a Bolgheri e a nonna Lucia, ad intrufolarsi nell'ufficio del boss per rubargli le guide, a - graziealcielo - scoprire fake guardoni con Claudia a palazzo Ducale, a tornare al San Luca, a tutte le giuntiane disagiate, alle talpe che fanno 'ndo cojo cojo, a Nanà e Franco, al latte di mandorla, a Rocketman, a Villa la Loggia e ai suoi scoiattoli, a chi saluta i santissimi con la faccia sotto i tuoi piedi, alle merende coi bastoncini fritti, ai colleghi ragazzi del ‘68, a chi ti dona dei fiori di zucca fritti per spronarti a scrivere meglio, a Vivibici, alla trattoria Tacconi di Cortona con Angiolino e Graziella, a tornare a cucinare, al medio di Galileo, alle imprecazioni fiorentine delle compagne di palestra, ai facili trucchetti che danno una botta all'autostima, al Miracolo di Ammaniti, ai panini ca meusa Nni Francu U' Vastiddaru, al cappello per la riproduzione dei falchi, alla foto della latitudine, ai Pixies a Bologna, agli antipasti e alle porzioni assassine del Borgo di Federico, a chi non sa ascoltare i vocali, alla brioscia con granita catanese, alle endorfine, a tutti gli oggetti struggenti lasciati e mai completati all'Istituto degli Innocenti, alle genovesi a colazione, alle catacombe di San Giovanni, al caffè del Verone, alla schiacciata della Fettunta, alla mostra su Belzoni, alle visite guidate di Marginalia, a chi fa doppio turno in palestra perché ha mangiato molto, a ritrovarsi inaspettatamente ad un concerto con orchestra in santa Barbara diretto da Sardelli, sì ai giri in cabrio sul lungomare catanese, allo Stensen dietro casa, alle merende da Cavini consumate sulle sedie ascoltando i discorsi dei vecchietti del quartiere, a chi mi piace il cazzo ma appoggio l'andazzo, alla biblioteca Annalisa Durante della Forcella, alla statua del Grillo parlante spiaccicato, a Polizzi, ad andarsene da Padova dopo l'ultimo canenero della storia in corpo e i Groovy Monkeys nelle orecchie, alla terapia di coppia, al toscana pride a Pisa, alla stupida paura nel padiglione filippino della Biennale di Venezia, a commuovermi a Todo Modo per Angela, a piazza Sant’Anna, alle cere anatomiche della Specola, ai souvenir di nonna Vincenza, alle combinazioni astrali che hanno fatto sì che io e Silvia ci trovassimo nella stessa città in vacanza, alla tolleranza toscana, al panettone di Acerenza, agli occhioni a forma di cuoricino del David, a Palermo con Toti ed Elena e tutti gli amici correlati, ai permessi pagati in giorni soleggiati, si ai pasticciotti puglio-bolognesi, a non avere l'epatite B, alla siciliana di Zafferana, a Namdev Bhau In Search Of Silence, sì ai regali carini pallosi e muschiosi di Margherita, al tour della nostalgia, a Napoli sotterranea, a Corinto antica, al Blue Dolphin campground e al suo cavalluccione marino, alle Camere dello scirocco, a Mr. Muscolo che risolve i miei guai, a Claudia che ci rimpinza di schiacciata fiorentina, alla colazione con Slavica e Clara, sì all'improvvisazione teatrale del Magma, al mio primo sindacato, a chi è di Prao e vuole essere rispettao, a Georges di Maratona e ai suoi "viva l'Italia", alla fiaschetteria delle Cure, a chi voleva due mamme, alla cotoletta alla bolognese, al monastero e ai dolci di Santa Caterina, ad essere laureati all'università stradale matematica d'Italia, alle cugine appiccicose, all'Areamista e al suo sushi spettacolo, ai tetti fiorentini iperprotettivi, brunchoni al Teatro del sale, al primo indeterminato della mia vita, alla brioche praline, ai sino-fiorentini del Dimsum, alle papere del Ciabatti, alla Retsina, all'anfiteatro di Taormina, alla feta vera, a riscattarmi dopo 10 anni da Muji, a La tua piadina, a Nas Beach, alla ridarola causata dalla gif procionica, al giardino dell'Orticoltura, alla vite arrugginita della Sirvana, sì al bar Turrisi, alle Sparta lager, a dormire nel Mani a fianco ai nidi di Caretta Caretta, a Cloud Atlas, a chi per accompagnarmi a fare le punture si presenta con un sacchetto di pizzette, a Giulia e Riccardo che vivono in una bellissima torre, a Toti miglior ospite di sempre, al corso d’inglese EF, alle portatrici sane di pelo di gatto, alla carrucola per fare la spesa, a quest'anno in prestito, al mio sguardo da lepre abbagliata dai fari della macchina che regalo sempre al CEO, al chinotto con dentro la granita, a Siracusa col suo sito archeologico, a Vigilandia, a quando una fiesta sul lavoro è il massimo sballo al quale puoi ambire, al cacciucco del Galileo, a Luna che si nasconde dietro la porta, agli animalacci di San Rossore, alla sindrome dell'arto fantasma, alle onde di un Tirreno turbolento che ti investono a Marina di Pisa, ai gelati anche d’inverno, al tour della Magna Grecia, ad andare a Koroni alla ricerca del ciuchino, a Badiani e al suo cremino al pistacchio, a Elena a Palermo, sì al ghiaccio spray, a Giulio di Andrea e Vale, al Galluzzo, al Magnum PI e a Myshit, ad uscire da lavoro e trovarmi Bart, al secondo ictusversario e a festeggiarlo in fiaschetteria, a Frulli, al chiostro di Monreale, a Siculamente, a via Sammartino 115, alle Dolci tentazioni, a Villa Raimondi, a zia Caterina e al suo taxi Milano25, ad arrivare ad un colloquio in furgoncino, a lottare per le proprie ore di ferie, si a chi ha un altra probabilità di amarti, alle serate all’Infedele, alla gita aziendale, a via Antonio Zanolini 27, a snobbare l'Università europea, alle sciamannate, all'Amble e ai suoi gamberetti km0, al casiatello, a Pif in Momenti di trascurabile felicità, allo yogurt greco, ai pranzi a Cigoli, alla gatta Briciola, a Elena che balla come una scimmia al Rex, alle Langhe, al museo di Galileo, all’inspiegabile passione di Ema per il dialetto veneto, al bagno ma soprattutto al ristorante Tirreno, sì a prendersela con Motta e la Crescentini perché ti fregano il tavolo da Diorama, a Chiusdino e alla sua abbazia di san Galgano, mica tanto sì a chi si fa i gioielli coi denti degli avi, a chi "teniamoci in contatto", alla tartare dell'osteria la Cantinella, agli uomini rana, alle Oblate, al petrolio che altro non è che animali morti, a La Piena, al crostino palermitano e al tramezzino catanese, alla casa al mare di Guido e Carlotta tutta per noi, alla festa all'agriturismo La Torricella, ad aspettare i fenicotteri rosa al Sole e Luna, ai bellissimi riccigioielli e alle posate che diventano collane di Biagio Adagio, alla Mikveh, alle sberge, alla casa del Nespolo di Acitrezza, all'eremo della spada nella roccia, ai Lehmanns brothers, a la Memoria dell'acqua, a Populonia, al ripescamento dell'ISS, sì al finale di Big bang theory, a chi non ha ammazzato Elena perché non gli conveniva, a Barolo e Donigliano con la loro architettura buffa, ad andare a lavorare in biblioteche bellissime, a Mutonia, sì alla mia prima pedicure, alle lenzuola felpate, sì al giardino delle rose, mica tanto sì alle domande infami sulla Tesla durante i colloqui ma sì invece agli amici che se le erano già poste, ai Mastri Cartai, al Festival dei lettori, al crescione, alla settimana di disoccupazione finalmente, sì al Piccolo museo del diario, sì al Carrot Street Love Festival, al matrimonio di Andrea e Giorgia, al sosia di Bonolis, al tramonto dal bagno Baratti, alla brewery di Woodscrak, alla funivia dell'Etna, all'aperitivo Barberis, a Castiglioncello, a da Rotilio a Riola, a festeggiare il compleanno di Ema ad Olympia, a Semi degli Stivalaccio, ai risvegli difficili in tenda al camping Belmare, allo Spuntino, a tutti i complimenti che il vestito africano attira, a chi descrive l'amore come uno che cammina cammina cammina e poi si ferma, al profumo di pineta, a "Il gorilla ce l'ha piccolo", a Volume con le sue sculture di legno, alle terme di Saturnia, al bistrò Santarosa, al menu geniale, sì alla sinagoga di Firenze, a chi al cinema davanti ad un film che dovrebbe far ridere piange a dirotto, alle mezes, alle cascate di Polylimnio, a Ennò, mica tanto sì alla congiura della vasca, al cantuccio di Anastasia, al capodanno toscano, sì a Skipper, a svegliarsi in una voliera, alle cascate del mulino, a Casertavecchia, a Gandolfi che mi chiama emozionato e medioevale, ai coccoli ripieni più buoni del mondo fatti da una messicana, ad Angela for president, alla cripta dei beati Paoli, all'ulivo della strega, a pianificare un raid da Mazzoni, al tamarindo di Giammona, al Bigallo, all'agriturismo Barbicate, ad essere finalmente coautorice con Ettore, al Sabor Cubano, ad Ema al concerto di Venditti che fissa i ragazzi che cantano con enfasi, all'Oltrarno, a girare per Firenze in motorino con Carlo, ai tortelli mugellani di Montelleri, sì a Onorina Esmeralda, al magazzino a Iolo, a Manuela e Claudia sotto al pianoforte, a chi fa ballare la Madonna, a Leonardo a Pascal, ai mosaici di san Cataldo, a ballare con un pastore, a San Gennaro carrozziere, alla pizzata fra donne di famiglia, a paparazzare cicogne al parco delle Bertone, sì alle 24 ore di pit-stop tra una vacanza e l'altra, ad andare a cena con il tipo che ti faceva impazzire alle superiori ed i nostri rispettivi compagni, a Francesco il siciliano, al figlio di Nelly e dei rave, all'angelo del desiderio del castello normanno, al vino di mandorle, alle cene coi suoceri più fantastici del mondo, al mandarino col limone, ad essere rimandata in qualcosa, al 40° della Vecia Padova, a Zimbardo e al suo team, a Filippo che per fortuna non morì giovane e ammazzato, al caffè della Linea offerto, a quando ti trovo in ritardo a passare a prendere il vino in una degustazione e posticipi tutto e ti siedi, al Joker, alla madonna dell'Arco, a fare le torte per la colazione, alle persone che si fanno trascinare da cagnolini, a Frullino e a tutte le volte che l'ho mancato, al moscow mule, all'halloween party della Flog, agli gnocchi fatti in casa, a scoprire come sono fatte le piante delle verdure che si mangiano, a Pancanale, a Fava col rossetto sulla fronte, a scoprire che riesco ancora a dormire 10h, a Pepita, a trovare lo stesso ritmo con perfetti sconosciuti, ad essere nascosta in bagno sullo stesso treno di Malgioglio per riuscire a salutare la nonna, al monte bianco di Racca, a chi mi da dell'aretina e a chi della carrarese, alla giornata da sola con nonna, a sbirciare dalle finestre di case degli sconosciuti, a quando le gattine intervengono su whatsapp, ai vecchietti con i cagnolini nei cestini, a Natalia Goncharova, suo suoceri più gentili e interessanti del mondo, ad Aristea e Alessio, a mangiare il cibreo al Cibreo, ad autoconsolarsi con i gelati Mont blanc di Dario, a Sabatino, a salire sur cupolone nostrano, alla fiaschetteria Nuvoli e alla sua origine mantovana, al fratello di Oliviero, a tutta l'energia che sprigiona Fatoumata Diawara, a Capossela al teatro Verdi, alle sardine fiorentine, all'elefante di Catania, alla svendita alla fondazione Alinari e alle loro fotografie, a fare la pizza con Lollo, al brividino di passare per la stazione di Bologna il 2 agosto, al dito di Santa Lucia, ad Archimede piromane, alla raviola alla ricotta, al trenini per Fontane Bianche, al sollazzo al bagno la Risacca, alla granita alla frutta da Solaire ad Acitrezza, alle coccole di Eva, a Gammazita, a giocare agli indiani sotto la scala della Anek, alle Meteore, a Terra Matta, a Ikaria, a Rigas, al panigiri di Akamatra, agli antipasti di Antica Sicilia, alle nonnine kamikaze che fanno ordine fra i sassi in spiaggia, a Parakalò e Zorba, al Senza Nome con Giusy, alla ragazza con la papera, al formaggio saganaki, a Riccardo di Giulia e Alejandro, a Micene e alle galline in campeggio, a Nafplio, al mantovano che inventò la colomba pasquale, a quell'enorme colonia felina che è la Grecia, ai panzerotti di Marialuisa a Nicolosi, a Sikulo e al suo risotto ai fiori di sambuco, a Monenvasia, sì ad aver terminato finalmente la guida di Mantova e ad esserne estremamente fiera, all'indeterminato con l'intestinale, sì a quando il traghetto per Elafonisi sembra aspettare proprio te e meno sì alle caretta caretta che invece sembrano scappare, alla birra Ikariota, a Florentia vista dall'alto, a sfruttare Elena malata per farci coccolare da Ema, alle avventure greche, a tornare a scendere con maschera e tubo, a Zehra Dogan, al rifacimento della foto del mio primo compleanno, a vedere Pinocchio con un pinocchino, a Mystras, al mercato del pesce di Catania, alla torretta di cipolle e ai fiori di zucca ripieni di uvetta e noci di Klimatari, ai fratelli Chiaverini, a chi è al lumino, alle bolle di sapone per strada, alla maratona di Amici miei, alla storia del colore viola, all'ostello Tasso, al bar dell'Asmana, al Castello venetasso di Methoni, al cantalupo, ai frappè greci, alla FIATella, a beccare Silvia nel cesso di un bar sugli Appennini, alla cappella di San Severo e al Cristo velato, al calendario del fiorentino, a figlia d'ò Marenaro, a chi suona la scopa, al teatro sul barchino dei renaioli, ad andare in giro per Firenze su un Adduma car, sì ad aver conosciuto Benedetta e la sua scoiattola Pistacchia, ad Antonellone che dorme sul divano da amici, a Mutonia, a Serena che presenta Songul dalla mamma di Ettore, a "Gli occhi di Firenze", sì a chi ha la sensazione di essersi scampata nu fuss, sì a Pascal live al parco del Cavaticcio, al polpo della Luciana, sì a terminare l'anno in spiaggia cercando di appiccare un falò, sì all'intervista per i Viaggi di Radio1, sì a quando uno scrittore ti dice che il tuo libro gli è piaciuto molto senza sapere che è il tuo, sì ad avere il privilegio di poter scegliere...

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