Ieri ho messo i guantoni per la prima volta in vita e ho fatto a cazzotti. Sì, a cazzotti con l'acqua. Per un'ora. Come un'indemoniata. Peggio dei nazisti dell'Illinois. Ad ogni pugno immaginavo di riparare un'ingiustizia, di vendicare un'umiliazione, ad ogni calcio affondavo una faccia sbeffeggiante. Ed è stato bellissimo. E rassicurante, perché l'acqua che stavo martoriando, oltre a non soffrire e a non opporsi, mi proteggeva dagli sguardi di chi - vedendo il mio scarso equilibrio - avrebbe pensato le cose più fantasiose - o le più banali.


L'effetto catartico di prendermela coi mulini a vento è tutto ciò che mi resta... perché, prendermela con chi? Per cosa? Per una malattia che mi è piovuta dal cielo in un giorno felice, che ha scelto me come ad una roulette russa e che mi si è appiccicata addosso. Non è colpa di nessuno. Ma tant'è. Lei è lì. E, soprattutto, non importa quanto cazzo io mi dimeni, piccolo colibrì forsennato che non sono altro, lei sarà sempre lì con me, con la sua corporatura robusta e tutto il suo indotto di dolore. Perciò dacci dentro con quei pugnetti, che mens mansueta in corpore sfinito.

Questo è quello che pensavo, quando ho spiccato un saltino. Semplice e quasi impercettibile. Ma quello era il mio primo balzo di questa mia nuova vita da cerebrolesa spastica. Perchè in acqua, a quanto pare, si può.

Commenti

Post popolari in questo blog

..sì alla vita.. (2009)

sì alla vita | 2023

Sì alla vita | 2022