Sì alla vita | 2022


sì a vivere finalmente a Torino e a sorprendermene spesso, sì a uscire e incontrare degli alpaca, sì sì sì al super compleanno balcanico di Aristea, sì a Come la statistica può migliorarvi significativamente la vita su Query, sì ai kazoonisti di Apolide, sì al canto della natura la mattina nella giungla, sì a Al tramvai par d såtta e a I' filobusse di buha finalmente in libreria, sì a Il giorno in cui persi la leggerezza custodito nell'archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, sì ad essere finalmente riuscita a mettere piede in Sudamerica, sì al mio ultimo ictusversario, sì alla magnifica Isla del Sol, a Kavi quando chiede "c'è qualche problema?", sì ad aver partecipato a Al-manakh - Viaggio nel cuore della Puglia, alla dipendenza da biscotti al caramello salato della pasticceria Spadetto, sì alla lavastoviglie finalmente, sì agli occhi lucidi di miss Pepita e al suo cofanetto di viaggio commovente, alla nostra nuova vita in Vanchiglia, sì ad essere stata contattata proprio da PPD, a rincorrere un leoncito, alle Christmas lectures, a Ollantaytambo, sì ad avere il lusso di poter dire "a domani" alla persona che amo, mica così sì ai parrucchieri che te l’appoggiano, alla cena di benvenuto da Massimo, a Sei pezzi facili, meno sì alla caccia al tesoro del Monte Bianco per il Piemonte, ad essere vicini di Kavi e a rischiare di esserlo quasi di Vaccarelli, alle belle bolle di amici, sì a tutti i brindisi dedicati a Piero Angela, ai supplementi treno meglio spesi di sempre in Perù per lo spettacolo annesso, sì a vedere le lontre giganti a Sandoval lake, sì a chi si trasferisce spesso per paura che i russi trovino Leila, al mercato di Chinchero, alla mia tigre bianca, a chi "a matre et filia aeque disto", sì al Circolo dei Lettori, ad ammettere finalmente che stare a telefono mi scoccia proprio, agli stambecchi nella nebbia, al vermouth, al vicolo dello Scandalo, a quando ti dicono che La Tribù assomiglia a un Pinocchio disegnato da Miyazaki, ai pomeriggi madrideñi prima di spiccare il volo per davvero, sì alla Popular Cocina Boliviana, sì al lungo Po sotto casa, a chi è cintura nera in quiet quitting, sì a DreamLab, a Fioralba Isabella di Daniela e Mathijn, alla bella Mdina, sì a ricordarsi finalmente la bellezza dei risvegli dopo le feste, a Ivreatonic al Bunker come Barceloneta, sì alla zona protetta del parco del Meisino, a scoprire che anche Luigi Gonzaga bazzicava nella mia via, alle boliviane che si fanno il segno della croce prima del decollo, alla speranza di avere prima o poi un terzo gatto, sì al museo Egizio e a beccarci il ritratto di Acerbi, a vedere finalmente la fine della mia via, al museo e al parco Stibbert, sì ad andare da Barbiturici e trovarci Elio Germano, al ristorante del bagno Corallo, a quando Cesare si arrabbia per nulla e a quando caccia di casa le sue innamorate, alla cena dei maglioni, sì a chi crede che l'amore significhi cedere tutti gli involtini di pollo del mondo, sì ai baci sulla fronte inaspettati di Diego, alle zuppe di Chuncho, oui à la fête des lumières de Lyon, al bar Orca Loca e a Clistina, sì all'invenzione della preppola, all'inserimento delle gattine, alla vista dalla biblioteca delle Oblate, a Civita di Bagnoregio e al suo vento, sì ad After life, a Kavi e a tutte le belle facce torinesi che ci ha fatto conoscere, a Wild Wild Country, sì ad accettare un nuovo lavoro all’80% prima di imbarcarmi per la Bolivia, ad essere sempre sorpresa dalla street art torinese, alle chiesa di Madonna immaculata pellegrina, alle rane delle Cure, sì a La Fabbrica del Mondo, ai Banda Kadabra che suonano Baby One More Time, al Lago Titicaca, alle città porticate, a scorazzare in giro con la mia nuova bici regalo, alla meringa della Piana del Ponte perché solo meringa non è, agli incensi sciamanici regalati da colleghe sospette, sì a Leila quando parla nel sonno, sì a tutti gli scoiattoli del Valentino, al nostro traghettatore Edgar ma meno sì ai suoi strambi gusti, agli idraulici di Toti e alla loro new life, a chi dà di matto perché gli legano il babbo, sì a Be My Eyes, sì a passare la sera in bici sotto al Duomo, sì agli scrittori che inventano lingue per ragazze conosciute in Lituania, sì a Piero Angela che pure quando non c'è più insegna cose, sì al mercato non turistico di Cuzco, a Elodie con Cédric, al lago di Bolsena e ai suoi cigni, a salutare Andrea e la sua carovana di donne in partenza da Torino, ai giappo nikkei, a finire Trapped in due sere, sì alle pizze al padellino dello Scugnizzo, a piangere come un adolescente guardando Plan Cœur, ad essere con Mattè un anno dopo il fatidico (quanto scontato) consiglio, ai coniglietti di Splitwise, sì al pisco sour, sì al frappè de beuf e al cervelas pistaché, sì al concerto di Dr. Panico a casa di Kavi, a vedere le Los Bitchos con un leone, cazzo, figa ed Elvis, sì alla bontà di Pescaria, a Piazza del Cestello, a Fava quando sembra abbia corso talmente tanto da essersi fatta venire due gambe destre, a Mattia di Ilaria e Sturk, all'omeopatia di Stefania, alla collega Martin Luther King, a sognare che Eleo e il Gallo si sposano proprio (inconsapevolmente) la notte del loro anniversario, a cosa ascolta chi scrive, alle suore nude, a tutti i prof - sconosciuti o meno - che utilizzeranno il mio articolo a lezione, a Camera e alla sua mostra su Doisneau, sì a chi "ma lei è nato a Colombo? È colombiano?", a Jenny Saville, a quando la coinquilina di Carlo ha l'amante e lo caccia di casa, ad essere tornata a stare con un ragazzino, a Pedro Luis Storace, a vedere il WPP al GAM, a Orsanmichele, alla cottura a oltranza, a Kavi PR fenomenale, a fare l'amore il pomeriggio, non così sì a far girare per l’ultima volta sul mio vecchio computer i DVD con Libero, alle rilegature giapponesi dello Spazio Muffa, sì alla targa di Terzani con gli occhi, sì ad Andrea di De Andrè, a Sofia e Cecilia, a chi si chiede se adesso va di moda il sushi, a salire sul camper di Gloria & Family, a Ilaria la bulla, alle tazzine mai più senza, a Quelloraqay, a Paolo Nori che si legge, sì a tutte le feste di Puno, sì alla riserva Tambopata, a stalkerare Marione, sì al ceviche, a Satispay, sì sì sì a non avere un melanoma, al praliné, sì a percorrere a piedi da Monticelli a piazza della Repubblica anche senza stare a guardare i ricchi mangiare i gelati, sì alle maschere di Paucartambo, a capire a 35 anni che a Natale si può anche stare bene, sì a scoprire che Daria ha conosciuto mia sorella, ai Cervelle de canut, a chi "hai presente le ascelle?", alle foglie di coca, ad assaggiare un alpaca e un porcellino d’India per giungere alla conclusione che sono decisamente meglio vivi, a Isola con Vera, Aldo e Eva, sì alle finte lucciole e ai quadri cantanti di Lione, alla cena della cittadinanza, sì alla casa numero 1, ai ricci maniaci, sì ai martedì sera da Orma, al pappagallo Mussolini, al suocero panificatore, a Iquitos, a Factfulness, alla madre di Ari, a salutare Dario a Lambrooklyn, sì ad Andrea che pianifica un viaggio a Israele, ai chifa, sì al teatro Astra, al chicharron, a Willy Peyote all'Askatasuna, al cholitas wrestling, sì a Machu Picchu, al 4 luglio 1442, al bicerin, all'Holiday Inn di Lima luce nella disavventura, a Spazio 211, sì al bar Cordano, sì ai pranzi con Lucia e Riky, a Copacabana, ai Traboules, sì a chi compie ventisei anni di un minuto e scendo, al passo tacco tacco passaroli, sì alla valle Sagrada, sì al polpo di Luciana, a Maurizio Cannavacciuolo, alla val Sessera, a radio mariachi eterno, a Fino all'inizio, a Bella Istanbul che salva la vita, agli OGR Talks, al mate de coca, sì a scoprire di aver fotografato Ilaria dieci anni prima di conoscerla, a Sunny e Liú Chàng sposi, sì a via Bava 28, sì al museo Micca e ai suoi sotterranei, sì alle spedizioni di Ettore che tira avanti a marmotte selvatiche, a vedere un bradipo nella foresta pluviale, ad imparare a riconoscere le doppie punte, sì ad essere parte del carapace di Alessandro, al verbo di colla, sì a chi "Kavi finiscila hai 40 anni santo cielo", alla casa di ferro, a scoprire che il jatlag non è una fake news, mica tanto sì a chi mi dà della gringhita, sì a Nadezhda De Santis e al suo mistero, sì ai Chivasso boys, a Manco Inca, alla famiglia Zegna, al festival delle migrazioni, a Leila Torino De Rienzo Moss, a sventare un furto a Lima, ad abaco-zuzzurellone, sì a vedere il mio ex su Italia's Got Talent fare coming out, sì all'assurda La Paz, alle basilica di Superga, ai test genetici per individuare pisani, alla grigliata da Eva, a FKJ, alla cena di castagne, alla leggenda del palazzo Budini Gattai, sì alle assurde Islas Uros, ai panettoni peruviani, sì a Morning e a quando mi manca, al festival del parco della tesoreria dove appena arrivi vieni accolto dagli amici più disparati e da bozze di vino in regalo, a Lucia che mi corregge mentre auguro a Jacopo di vedere tante foche in Islanda, a val Pellice e al rifugio Ciabota, sì alla chicha morada, ai messaggi tentatori di Finos, alla stanza dei sei nani, a mangiare crisalidi, ad andare a condividere con quattro sconosciuti al cinema Spazio Uno l'ultima voce inedita di Libero, ad Albenga, sì a chi porta Lanchana fino a casa anche se con 8€ avrebbe potuto lasciarla al cimitero, sì a chi ha paura delle foglie, alle caramelle al Moscow mule, all'Opificio delle pietre dure, a Carla Vitantonio, sì a prevedere quando un'amica sta per fare una vaccata, a Vito che fortunatamente era in aereo quando a Istanbul c'è stata l'esplosione, sì ad Alqa, al clandestino del fish & swing, ad aver conosciuto Stefano di Edi, a beccare i Tonno al CSA, sì a Mama Simona e al suo Fernando, alla sleeping lady, al TOdays festival, alla bellezza di Bagni Vignoni, al Gugar bar, alla foglia di Ginko, a fare la spesa a Porta Palazzo, al rifugio Meira Paula, a Zvoneće e al suo bunker, a Palindromes, ai vecchi che inveiscono ancora contro l'euro, alle rovine inca di Pisac, sì al camerata dott. Marco, all'immancabile ventaglio di Kavi, sì ai Murazzi sotto casa, ai percorsi segreti di palazzo Vecchio, alla brezza, a Martin Eden, sì alla mia suocera che si dice nevrotica, si ai buona Pasqua, sì alla faccia sbigottita di Leonardo vedendomi arrivare alla sua presentazione e alla bella serata di chiacchiere torinesi, sì a quando ti svegli e ti trovi davanti un aguti che pranza, alla Venere biomeccanica, alla Toscana che è l'Irlanda d'Italia, sì a uscire inaspettatamente dal mercato di Belén con tutti gli organi al loro posto, a Testo e a scoprire l'esistenza della città Togliatti, sì a Lello e a Stefania, ai panini di Semel, agli aperitivi dell'Ingrosso Minuto, alla spiaggia del Paradiso dei cuori, agli aquiloni boliviani, sì alla vpn quando non funziona, sì al freschetto torinese, sì a chi bevo pivo finché vivo e bevo lasko finché non casco, al gatto Tamigi, ai granai di Floriana, a Ethos, ai Tellaroli's days alla libreria Pangea, all'esoticissimo Kinnie, alla presentazione di Languore alla librosteria ovvero all'ex Fumetto, ai due caimani che si azzuffano, a Sara a Torino, sì ai delfini rosa nel Rio delle Amazzoni, sì finalmente al sito ristrutturato delle Ghost doors, a Sara e Davide che da CRAK beccano LPAS, a chi donnée la macarons à Macron, sì al Fantamorti, ad uscire in cappotto a gennaio, a La donna elettrica, al paesaggio fra Nauta e Iquitos, a passeggiare per Monteggi, sì a Manying che incontra prima Silvia & Kavi di me, al bel quartiere Campidoglio, sì ad aggredire il croccante di zio a cucchiaiate sul divano, a vedere finalmente Eleonora recitare al teatro Lumière, sì a guardare Super Quark da grande, ad A come Srebrenica, sì al Fico bistrot che è come Ibiza, sì ai ballatoi torinesi, assolutamente no ai biscotti pochi, a Malta finalmente, a chi vuole un kiwi per ingrassare i cavalli, a StatisticAll in streaming, a sfatare la maledizione di Puno, sì a guardare Santa Maradona da Torino per i miei 36 anni, sì alle mummie inca del museo Machu Picchu, ad Alice a Zagabria, ai catsitter premurosi, alle ftiras, ai filippini piemontesi che ci insegnano come mangiare la bagna cauda, sì al Mate muña, a Liam di Stefania e Alessio, all'orto botanico di Pisa, sì alle notti passate abbracciata a Fava, sì a donna Daniela che va a cucinare le cose puzzolenti a casa degli airbnbisti a cui chiede li picci, sì all'anniversario fiorentino con Sara, ai pisani bistrattati anche in quel di Monza, sì alla tata marocchina di Marco, a Gallo che lavora ad Harvard, ai pirati leopardati, ai graffiti della cittadella di Gozo, sì a El Mercado de Las Brujas de La Paz ma meno sì ai feti di lama appesi, alla polpetta Ema, sì alla gioia di chi si è sorbito Despacito col sax invece di dormire, alle terme del Villaggio della Salute, sì ad aver perso anche la mia quinta vita e sperare di essere un puma più che un gatto, a Lazzaro con Camilla per Miraflores e alla sua Genova, alle tre città, sì alla zucca nella bagnacauda, ai borbottii di Alpe, a Eduardo de Filippo, sì a tutte le strambe camicie torinesi, sì a Kiki Superstar, sì a casa di Manu di fronte a dov'è nato Palozzo, sì ai colori autunnali nei monti, alla vicina di Onlyfans, alle catacombe di Rabat, sì al T-sour meglio ancora se home-made, a chi sbaglia tinderiano, ad Aurora, sì alla mia bellissima pianta della resurrezione, sì alle madonne bambine, sì all'accoglienza torinese, sì a quando Lee non fa quello che dimentica in auto il figlio, sì agli ambulanti che accettano Satispay, all'incontro imbarazzante con Satoe Tone, sì a chi fa cruciverba ai concerti e sa invertire le parole con una semplicità allucinante, non così sì a quando Ema incontra un serpente la notte nella giungla, sì agli animatori digitali che insegnano ai colleghi come usare Tinder, sì a “se la Tellaroli andasse a Stromboli” secondo Massimo Scola, sì ai Mumbao, a mettere piede in Val d'Aosta finalmente, alla casa del Popolo del Galluzzo, al mio primo Pride torinese, agli incontri fatti a Golden Bay, alla casetta di sorrema, ai quarant'anni di Massimo, a Open House, ai Calibro 35 che suonano Morricone, sì alle bellissime meduse di Xlendi, sì a tutti gli occhiolini schioccati da Ema, alla chiacchierata con Susan per Torino, al Grand Tour Lab di Rifredi, sì a tutti i toret e alla buonanima che li ha recensiti tutti, sì alle letture mattutine, ai Savana Funk, a tutti i buffi infissi toscani, alla stanza 12 in 6 St. Publius street, sì a tutti gli accavallamenti di gambe della cena alla Trattoria giapponese, a chi forse il tizio della gastronomeria avrebbe potuto anche farselo, sì alla trasferta alla Triennale per piangere sentendo raccontare la vita di Angela Staude con Terzani, sì a chi zumba zumba zumbaba, sì ai cappuccini marroni che sembra spacchino la giungla, sì alle storie che escono dalle scarpe, sì al barese che è la media tra sardo e toscano, sì ai tappini di Aristea e meno sì a quelli di Alessio, sì alle terme alle fabbrica di San Filippo, sì ad uscire a tette brade, vestita come una scappata di casa ma truccata come ad una cena di gala, sì al bel palazzo Davanzati, sì al suono del piccolo di lontra, sì a moffy special di Noor, sì al quartiere medievale di Viterbo, sì a quando c'è un terremoto ma tu pensi sia stata la tua grassa gatta, sì a San Quirico d'Orcia, a Victoria lines, ai Perfetti, sì alle docce fatte in pausa caffè, a Monte Sole il 25 aprile finalmente, ad Andrea che inspiegabilmente sa l'israeliano, meno sì alla Littizzetto come vicina di casa, a fare vip shopping, sì a visitare Valletta underground con una guida claustrofobica, al cruciAri, sì a quando Timi balla U Can’t Touch This e parla sott'acqua, sì a vedere la mostra di Vivian Meier in palazzo Chiablese che lei stessa visitò ignara del successo che avrebbe avuto, sì alla camicia di Bart, a Dopo mezzanotte, a facilitarmi la residenza facendomi rubare il portafoglio, a portare mia sorella alla serata di Carnevale al circolo dell'Impruneta, sì a Sugar che è scappata evidentemente per cercarmi, sì al buffet del Fanfani dopo le analisi del sangue, sì agli Ultimi fiorentini, a chi sposta l'isola di Gallinara, ai picnic organizzati col culo che sono sempre quelli venuti meglio, a Stanislav Petrov, a Mirco a Firenze finalmente, sì a regalare a suoceri & Co. per Natale un viaggio in camper insieme, sì alle pause pranzo nella Puglia vanchigliese con Riccardo, a chi Diamine!, all'intersezione tra fisse recondite tipo Torino di Venditti, al grotto di San Paolo, sì alla nuova magione e al maglione salvavita di Edi, sì a vedere la Mole da casa, alle feste al Joongle camping, sì al narratore di Rifredi Baggiani, sì alla serata coccole e trucchi da Andrea, a fare i turisti in giro per Torino, sì alle biciclettate con Stefania, mica tanto sì a quando ti trovi a regalargli una pulizia dei denti e un check out completo, a farci spennare da Rubino, ai profumi di Alfio, al forte di Bard, sì a viaggiare con chi nella sua vita precedente era Hitler, sì a Kavi che prende ferie per fare il cameriere da Noor per il compleanno di Lanchiana, agli aperiswing, a Elisa che mi chiede se per caso conosco il mio ex, ai bagni sui ballatoi, a chi ora ha un libro che un tempo fu custodito da me, a Freaks Out, sì a quando vai al cinema e incontri Staino, ai due greci che non sanno riconoscere una lontra da un serpente ma che vogliono rimanere una settimana da soli nella giungla, sì alla terrazza di calle Santa Cruz 322, a comprare quasi solo cose sfuse, sì alle bocciofile, sì a Michele che con la zeppola ci porta le zeppole, ai giardini di amici, alle crocchette di brie di Re Artù, a Pino sgarruppino, ai mini-burger di Orma, a LPAS all'Edera squat e al Suca fest, a constatare che nonostante gli anni passino certe cose non cambiano mai, ad incontrare Cristian da I' Cambi, ai sogni irrealizzabili di Eleonora, alla malandrina Alba, sì a via Alessandria 11bis, sì ai Natali a San Patrizio di Andrea, all'ansimare degli uccelli Hoazin, alla volta che non mi annuncio a Padova e vengo subito beccata, sì ai templi di Gantija, sì ad Apolide, sì nel bene e nel male alle ripercussioni delle nostre azioni, sì a chi gattona per non bullizzare piccioni e gatti, al genitore adottivo del mio estintore, al memoriale per Daphne Galizia, ad Amaru Cartonera, agli amici marci di Ciaichioschi, a vedere Mancuso, ad ogni singola sigaretta rubata ad Andrea, sì alle gambette di Mirco quando si muovono velocissime sul palco, a conoscere Garibaldi, sì a uscire da casa di due sconosciute femministe a Cuzco fatti come due cachi, sì a riscoprirmi bestsellerista, sì ad aiutare Manying a migliorare il suo italiano in vista dell'invasione cinese, sì al tatuaggio capolavoro di Amir, a chi mi ha disinnescato la tetta bionica con il corretto uso dell'anestesia finalmente, al vento sulla pelle, sì a Sara motivatrice implacabile, a chi mush mush, sì alla lucciola Andrea e alla sconosciuta che me ne ha fatto dono, sì a cambiare città e lavoro nello stesso anno, sì a chi per non arrivare tardi al funerale di un amico ruba una pianta per poi sbagliare chiesa e arrivare comunque in ritardo, sì al compleanno coreano di Stefania, sì alle emozioni da stazione quando aspetti un amico, sì alle pattine di pescegatto, ai weekend tra Bologna e Livorno come terapia, sì alle coppie che - nonostante come il petrolio stiano distruggendo il mondo - sono tuttora la soluzione migliore che abbiamo trovato, sì alla mano sempre salda di Ema, sì a tutti gli alpaca suri del mondo, sì agli amici che ti piombano in casa in periodi di serie ucraine senza sottotitoli, sì a quando Jesus ti chiede una recensione su TripAdvisor, sì a provare a mettere in pratica i consigli di Daniela, sì a guardarmi Santa Maradona da Torino, sì a tutte le persone che solo un anno fa non sapevo nemmeno esistessero e che adesso chiamo famiglia, sì a tentare di imparare a lasciare andare gli amici che decidono di andarsene, sì a chi resta…


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