{sì alla vita | 2020}

 ...sì a essermi licenziata finalmente, sì all'adozione del riccio disabile Blondie, sì al mio primo viaggio in solitaria, sì a poter decidere se lavorare dal letto o dal balcone, sì ad aver fatto il mio primo sogno consapevole, sì a spassarmela al mare insieme a un insospettabile Sara, al sole quando mi riscalda la pelle e alla pioggia quando riesce a centrarmi le ciglia, sì a Mantova Una guida finalmente, al profumo del caffè la mattina, a svegliarmi con le coccole di una gatta, sì al santuario Pelagos, sì ad essere stata una scrittrice full-time per un mese, sì al giardino dei Tarocchi, al delizioso profumo della pineta, sì al piacere di leggere un libro nella lingua in cui è stato concepito, alla FAD, sì a potermi godere Venezia senza turisti, alle scr'ppll'n'buss, sì a svegliarmi e chiedermi che giorno è perché ne ho perso la concezione finalmente, a ballare charleston da sola su zoom, sì alla goduria della farinata ripiena di stracchino dell'Antica Sa Pesta, sì alle giornate che iniziano con una mokona già pronta, al buon profumo dei mobilifici, sì a fare la squirrel-sitter, sì a chi chiama il Prosperius per chiedere se è possibile andare in palestra dato che la sua è stata chiusa, sì a chi mi consiglia di prendere LSD per rigenerare i miei poveri neuroni, sì alla voce di David Attenborough, ad ascoltare la ninna nanna della pioggia che cade sul tetto dal caldo felpato del letto, sì a tornare a Levanto per ri-godermi la pizza più buona del mondo, sì al martin pescatore del Mugnone, sì a Paolo Conte, sì a fare la carrambata ad Adi al Bartali, ad ogni bella recensione di libro che è riuscita a farmi arrossire, sì a Giuseppe e Mariella genitori top, a quando un'amica ti elenca tutte le disavventure del giorno con un effetto domino e ti confessa che tu sei la sua prima gioia della giornata, a tornare a Genova dopo tanto - forse troppo - tempo, a chi cerca un modo subliminale di farsi licenziare facendo figuracce su Teams, sì al formaggio con la musica tedesco, agli inconvenienti che ti portano a vedere un bel tramonto sull'Arno pisano, a stare con la wallera all'aria sul terrazzo, sì a rimanere due notti nello stesso posto ma sì anche a dormire ogni notte in un letto diverso, agli appuntamenti tra tinderiani in autogrill in tempi di pandemia, a fare snorkeling con Marghe, alla biblioteca Malatestiana e ai suoi minuscoli libri da viaggio, a Ema che è un sole nel disegno di Lollo e al pacco di Natale di Chiara, sì ad aver sorpassato Gesù contro diversi prognostici, ai complimenti inconsapevoli di Santoni, ad essere sopravvissuti alla pandemia, a Beniamino il tortino, ai congiunti veri e a quelli finti, alla visita guidata d'eccezione al Mast, sì a salutare i delfini dal traghetto, sì a nuotare in piscina mentre sei in riunione col boss, a Sama, sì a guidare una bellissima 500 nuova, a chi è forte come l'aglio, sì a perdermi nel dedalo di Bari vecchia, agli articoli di giornale e le interviste alla radio uscite riguardo alla nuova guida, sì a chi appiana i gelati, a fare tandem linguistici, sì a cercare le foche monache, sì ad avere l'età per cui fare le ferie con genitori di amici sembra una figata pazzesca, alla Pescaria, alla Baia del sole, a vedere le stenelle striate sbucare fuori dall’acqua, a godersi la semi-solitudine tanto agognata in una bellissima quarantena, a cercare di rubare gatto Mario, sì a Firenze 2054, sì al mufloshut, sì alle code di fata, sì a Minú senza scabbia, al giardino Torreggiani e alla sua torre, agli zifii, sì ai viaggi in macchina cantando Venditti a squarciagola in giro per Roma, all'epistolario virale e ad averci partecipato, sì ad Exodus di Salgado, sì al mio caschetto rosa, sì ai cinquanta tamales del Cucaracha, a Pepita, ad aggiornare le 101 cose, sì alle statue magiche di Leonardo Lucchi, a Kathryn Bolkovac, a battere plurime volte di brutto Benedetta a Uno, al sentiero della saudade, sì a leggere di pomeriggio, alla cena alla Casa Buia con amiche di mie vite parallele, sì ai venerdì in cassa, ad entrare nel battistero di Padova dopo la quarta guida, ai gemellaggi tra arcellani, sì a passeggiare lungo viale dei Colli come Tiziano e Angela, sì a conoscere il salvatore di Leila, a Erodoto 108, alla schiacciata pugliese, a rivedere Andrea, all'aromaterapia del Giglio, a fave e cicoria, a ziocacca e biancacaccona, a beccare Claudia e Leo per la strada verso Pistoia, al lockdown in formato famiglia, ai pansoti in sugo di noci e alla cima, a Mia al guinzaglio, ai gabbiani che fanno da vedetta, a stare con Stecco che si spara col pistolone in faccia, a mangiare paguri all'Antica Adelaide, alla sfogliatella al cedro di Scalea, al paper con Sara contro i complottisti dei 5G, a guardare un Klimt con Diamond, al polpo di San Sabino, sì all'Isola d'Elba, a noleggiare motorini, sì a My octopus teacher, al videomessaggio tutto mio dei Jashgawronsky Brothers, ai corsi che mi scovano, a chi sotto la peretta troverà te, al finto capodanno su zoom, alle Cannelle, alla cheese cake “light” al salmone, sì agli spritz d'asporto che danno subito alla testa, allo spumone salentino, all'incredibile storia dell'Isola delle rose, a Malmantile e alla casa dentro le mura dove nacque il nonno di Terzani e al vecchietto con le tartarughe, al pane e alle case norvegesi, all'hangar Bicocca, a sentirmi dare delle palestrata per la prima volta nella mia vita, alla mostra di Alessandro Lupi nella galleria Guidi & Schoen, a quando ti dicono che le tue slide sono esplosive, ai film visti comodamente da casa, a mettere i guantoni per la prima volta, sì alla Colonna e alle sue cozze ripiene e fritte, al mistero dei simboli sulla porta Rosa di Velia, a visitare il teatro anatomico più piccolo del mondo, alle tomaxelle genovesi, sì ai concertini su ponte Vecchio, sì a Saluti da Tegus, sì a Proust e alla sua Ricerca del tempo perduto, all'improvvisazione a domicilio, sì a essere entrata finalmente a San Marco, a guidare da Vendicari a Firenze, a beccare Dellera pure a Pistoia, al fascino guatemalteco di Avetrana, ai figli della pandemia Vittorio e Pepe, allo yogurt homemade, alla spiaggia Baratti d'inverno, ai “mi piace” di Accorsi e di Marco Ponti, a chi segnala le persone su Facebook, sì al vino schiacchetrà, alle grotte di Polignano a mare che ti fanno sentire minuscolo come un sassolino, alle fronti di tutte le persone con cui ho parlato in videoconferenza quest’anno, alla biblioteca di Castel Goffredo che aveva già la mia guida prima che io gliene portassi una in omaggio, ad avere il fontanello sotto casa, alle cene da Omero, agli uomini che fanno yoga e che riescono ad essere addirittura più legnosi di me, a Telemaco, a dare schiaffi alla disoccupazione giovanile portando avanti quattro lavori, sì ai messaggi lusinghieri di Cedric, alla seconda spiaggia, sì all'ippocrasso di Mastro, a tutti gli statisti del mondo, sì a Too good to go, sì ai fenicotteri dell'oasi di Vendicari, a Leo con Levante e Giulia, a quando Silvia litiga col sociopatico e si improvvisa da me, ad avere il tempo di fare la spesa e cucinare, a fare fisioterapia in casa con le due pazzerelle che vogliono giocare, a Raketten, sì ad aver conosciuto Alessandra a Bari e a tutte le cose in comune, a Lediesis alle Murate, sì ad aver scoperto la bellezza della poesia di Mariangela Gualtieri, sì ai murales di Diamante, sì a Obama il gatto nero di Celata, ad essere nella black list della GSK, sì a chi potrebbe lanciare salsicce lacrimogene, alle impanate di Caltagirone, sì a tutti i blu pugliesi, ai bruchi trasformisti, sì allo smart working che ti permette di lavorare in viaggio, sì alla birra con Paola tra le papere, sì ad avere un Fairphone finalmente, a cenare con solo gli antipasti, agli psichiatri che di cognome fanno Del Matto, al capodanno con la tombola di Propaganda Live, sì al susci al lampredotto, a fare colloqui per sentirti spiegare perché non ti prenderanno mai, sì a saponificare con Eleo, a Montalcino, ai video del Word Press Photo al palazzo delle Esposizioni, alla leggenda del polipo, al bergamotto, alla grotta degli innamorati, sì a farsi perculare da Bizz e Pokk sotto autarchia, al canolo della Cerina, a Collodi, ai leoni di Messina, sì ad andare a lavorare tra lepri e papere, ai tour della street art, all'enorme stella marina avvistata davanti casa della nonna di Sciacco, a Davide superstar, sì a pensionata08, alle sculture assurde di Vigeland park, sì a Paestum, sì alle bellissime ragnatele di Tomás Saraceno, ai consigli di Camus durante una pandemia, sì a chi gioca a saccomazzone, all'hamburger di renna, al Banana River Bar di Camaiore, a chi è il tuo Dio, a stalkerare fantasmini per Firenze, a vedere film tragici per risollevarsi l'umore, a non farmi gabbare per la prima volta dal pesce d'aprile paterno, sì alla focaccia al formaggio Da O Fugassa di Recco, sì a LPAS al Mekong, sì a Dario che dà da mangiare ai passerotti, sì a sdoganare la Calabria, al mondo dei babbani, sì alla Pescheria 3.0, sì ai caruggi, alla spesa ai tempi del covid, alla bistecca di balena di Skarven, sì alla finestra murata di via de' Pucci, sì al tartufo del bar Dante a Pizzo, a fare yoga all'Orticultura, a ritrovarsi a dover razionare il cibo, sì a dormire con le gattine tutti nel lettone, sì a passare da Paola e da Tellaro, a mangiare da Coso, a scoprire di conoscere di già quel genio di Daniela Collu, sì ai Boteri di quella fantastica cittadina che è Pietrasanta, a tornare sulle pagine culturali della Gazzetta di Mantova, al golfo dei Poeti, sì agli Orti del Parnaso, a Torre SS, sì alle chiacchiere fino alle tre di notte con Vera, sì ad Audible, a preparare le torte per la colazione, sì al diretto per la Puglia, a giocare a scacchi con Edi in quarantena da regioni diverse, a chi è in fissa con la tensure decomposition e pensa sempre al peggio, sì alla pizza Sapori liguri di La Picea, a chi alle nove e mezza di sera va a prendere il pane, sì all'Esmeralda di Racca, ai punti luce e alle piante sulle finestre, sì alla tomba del tuffatore, alla masseria Cippano, sì alla pizza coi fiori di zucca di Simone, a giocare a briscola con nonna Fernanda, ai monelli, a Macca che è una capretta con le ali da coleottero, al Giappone visto dal cielo, ai sandali de El Naturalista, ai pidoni messinesi, al lago di Bilancino, ai bronzi di Riace, ad Arcella bella, a vivere lontanissima dai jumping snakes, a Giuseppe Rum, alle Cinque Terre, sì al panino con la parmigiana per il viaggio, sì al London Migration Film Festival seguito da casa, sì all'aroma al cornetto, agli animalacci a passeggio mentre eravamo tutti in lockdown, a fjellheisen e alla caccia all'aurora boreale, a Claudia vegana, a chi esce con un 62enne, a Manduria, a rifare le polpette male come la prima volta per festeggiare i dieci anni di amicizia con Martina, a #DiscoveryPadova, all'Alligatore, sì al vecchietto che guardava il mare col periscopio, alle prelibatezze di Fanfulla Rosa, alla passeggiata con Carmen, alle onde che si infrangono sulle case dei pescatori di Chianalea a Scilla, alle docce di Ilaria sul marciapiede, alle caramelle cacio e pepe, al Trione, ad uscire con la mascherina, alla giornata nazionale del tasso, alla cena iraniana norvegese, al caffè speciale del Supermago del Gelo, sì al mushroomyoga e a chi legge le lamelle, all’ombrellone dei puffi, alla cremolata del bar Torino, a Sara beduina, sì ad andare a Oslo da Vera, alla Uascezze, sì al Collezionista di Venti, ai tordelli camaioresi di Dino Dini, sì a quando le tue compagne in palestra iniziano ad andare via e capisci che sta per finire la tortura, sì a patate riso e cozze da Le Travi, sì alla visita guidata al museo archeologico di Reggio Calabria, alle norvegesi che si lasciano cadere l’asciugamano e trovano così l’uomo della loro vita, sì a quando Ema ti slaccia le scarpe, sì al caffè salentino, sì alla profumeria di Santa Maria Novella e a chi ci si mangia i cani, sì alla chiesetta di Piedigrotta, sì alle pucce, sì a ballare alla limonaia di palazzo Strozzi, al battesimo fluviale di Sebastiano, sì ai monaci di San Vito, sì all'ossigeno puro bolognese, sì ai coniglietti color avorio, a Marina innamorata finalmente, sì alla vasca di Knut, al pranzo con Frigo e famiglia, sì all'Antica masseria Jorche, alla flebile luce di Oslo, al Far East Film Festival dal divano di casa, ad aver il freezer stipato di tamales, a porta San Nicolò, a Otranto finalmente, sì a chi ha il coraggio di definirmi aggraziata, ad aver avuto solo un grado di separazione con Venditti, sì a via Sparano da Bari, a Tina, ai cornetti fatti in casa per la colazione salata, sì al riso limone e tonno senza soffritto di Bart, a Pistoia sotterranea, sì al Wir Sprechen Deutsch hotel, sì ad aver messo piede al circolo polare artico, sì ai weekend #valorizzamilano, al birraio dell'anno, all'espressino, a fare trekking notturno del sentiero di Sant'Emiliano, sì ai timetables di Sturk, ai cuori coi paracaduti di Zed1, alle zuppe di pesce di Mathallen, ad Aerographies, sì a chi si fa le cerette durante le call di lavoro, ai trulli dismessi di Bari, a Farewell, all’all you can eat in chiesa, alle docce solitarie che sbucano dalle spiagge toscane, sì ai punti barca, sì alla surrealità di Tromsø, sì all’altrettanto surreale Firenze senza turisti, sì ad Acquabona e al suo aleatico, ai pasticciotti, sì a suggerire le risposte per il test di psicometria a Cinzia, alla Maks beer, al David fucsia, all'abbazia di Sant'Antimo, sì a non resistere e provare tutti i prodotti delle amiche che mi ospitano, sì a via Abbi Pazienza, sì a Ema che profuma di caramella, sì ai ritratti nascosti in piazza Pitti, sì ai fiordi norvegesi disegnati da Slartibartfast, all'Istituto Fanfani, alla grotta dei cervi, a sminuire il coronavirus da Liu, alla quarantena di Toti in garage dopo LA, alle Stars, sì a Prunini, sì alle mamme che chattano coi tuoi ex involontariamente, sì alle imprecazioni della signora Anna durante ginnastica posturale, a Rabarama e Tresoldi sul lungomare di Reggio, alla Lapponia, al bollitore in ufficio, alle bacchette magiche gattare, sì a Sarah della Cornovaglia, sì ai pattugliamenti di carette carette in spiaggia, a Lecce, sì al polpo all'elbana del Teatro, sì a cucinare insieme, sì a Padova con l'assistente Benedetta impasticcata, ai culetti di coniglio, alle case ringhiera milanesi, ai  cefalopodi, sì al vizio di fare dei respironi ogni volta che passo vicino ai fumatori, al Friendly Shop, sì alle alici fritte, alla Schiffer e alla Campbell, al puma di Avetrana, sì ai colpi di scena e a essere stata il 45°, sì alle colazioni di Maria Luisa a domicilio, sì a chi ha più culo che anima, sì all'armadio Agostino, a Utøya al teatro Litta, sì alle passeggiate con Gloria e la sua famiglia per Firenze, sì a val Paradiso di Asciano ma meglio ancora dalla signora Alice, alla crostata a colazione, sì agli sguardi rubati che scaldano, a Wuhan che va a fare serata in Messico, sì sì sì alle balene pisane e ai mammut toscani, sì agli avi di Paola in Venezuela che vengono investiti, a Vittorio venuto al mondo come Superman, sì a Ostuni che è una torta nuziale e a dormire nelle sue grotte, sì ai rutti su Teams, mica tanto sì a quando il marzocco piscia in Arno, alla palestra che non vuole i miei soldi, all'arrosto infilato, ai gatti veterani, sì a mangiare affianco a Galimberti e a Caccia al festival del Mosto, sì al rustico salentino, alla miseria e nobiltà con Fava addosso, sì alla Ciclatera sotto il mare, sì alla mia prima vestaglia mai più senza, sì ai social dance quando erano ogni giovedì sera, sì ad avere un divano scomodo dove poter leggere fino a tardi, sì a chi ambisce al Corona virus pur di andare in quarantena, a Peppe, sì finalmente al sito salutidadetroit.wordpress.com, sì a bersi i topini livornesi, sì ad andare a prendere la pizza in pigiama, sì a tornare a parlare cinese, a farmi dalla stoffa grezza un vestito da sola, a Cafaggi e a quell'atmosfera anni Sessanta, sì ai pizza contest, sì alle mimose di Anna, sì a Learn by Movies, a pucciare nel brodo delle cozze, sì a studiare con mia nonna, all'ostello del pellegrino di Camaiore tra mare e monti, ai generi lessi, sì a scappare dopo cena dalla zona rossa, sì alla pizza burrata e limone del mio amico Nicco, sì sì sì all’anno in cassa integrazione, sì a tornare a parlare francese, sì a quando la tua maestra delle elementari leggendoti ti scrive che non hai perso il tocco, sì al mio primo libro barattolero, sì a via dell'amore, sì al poeta di Polignano, al parco di Pinocchio, alle gite solitarie a Viareggio, alle lasagne al pistacchio, alle passeggiate panoramiche con Carlo (o Rizz?), sì all'accappatoio, sì alla val d'Orcia con Sara e Davide, sì alla cava di bauxite, sì a fare il pane in casa, alla vita che va avanti a colpi d'amore, allo Zuccale, alle lezioni di cinese gratuite, alla covida, ad Harry Potter ma anche no, allo swing clandestino, sì al cimitero degli inglesi, a Mazzoni e alla sua morbidezza, a tutte le visite mediche che quest'anno sono andate nel migliore dei modi, sì all’infinità degli antipasti pugliesi, meno sì alle mamme che sterminano intere cucciolate di pulcini e a quelle che cestinano impunemente canarini e tartarughe, al posto dove potrei svegliarmi tra due anni, a scaricare con pugni e calci all'acqua la rabbia che in alcuni momenti di questo anno mi ha corroso, al brunch all'Upcycle, sì a via Dante A., a quest'anno di sfrenata rincorsa per diventare più di prima meglio di prima, sì al dente di squalo trovato facendo trekking in Salento, sì ai Don't tell my mum, sì a perdermi a porto Selvaggio e a trovarmi di fronte Lorenzo, a venire svegliata da un concerto di uccellini, sì ad andare in bici ad occhi chiusi, al compleanno di Silvia più bello della mia vita, sì ai polpastrelli di quell'opera d'arte che è Leila, sìsìsì al rosé pugliese, all'idea che con le parole si possa costruire qualcosa di bello e di determinante, sì alla colazione con caviale e salmone con Gravlakssaus, alle congiunzioni astrali che determinano grandi botte di culo al momento e al posto giusto, sì all'Arte della felicità, sì alle cose per le quali vale la pena attraversare lo stretto di Messina, sì a chi mangia la torta di lunedì, sì a tornare a sentirsi come al primo giorno di scuola…

...sì alla vita...


Commenti

Post popolari in questo blog

..sì alla vita.. (2009)

sì alla vita | 2023

Sì alla vita | 2022