sì alla vita - 2016

...sì a dormire in una yurta, sì al mio articolo pubblicato su PLOS ONE, a fare una sorpresa ai miei nonni guidando da sola fin da loro, sì al mio ufficio di Chioggia con vista sui canali ed uno squalo elefante in corridoio, sì a “Padova - una guida”, sì a vincere il bando Fuori Rotta 2016 tra 323 progetti proposti, a cercare uno spritz nella Padova polacca, ad uscire dal lavoro e andare alle terme preistoriche, sì a Chiang Mai ed ai suoi templi, sì alla raclette, sì a pranzare alla polisportiva di Modena, alla chiacchierata col monaco buddista, sì a camminare per Spaccanapoli, sì a quando Fava è in calore e dorme nel lettone, sì a Mirlan e alla sua ospitalità, sì agli arancini a colazione, al Kow Soy del Cooking Love, sì ai pastais de nata a colazione, al massaggio delle ex-detenute del Lila Thai Massage, sì a quando torni dalla Thailandia e sei così rilassata che manchi l’ingresso del tuo posto di lavoro, ad entrare al Toscanelli da svenuta, sì a chi si nasconde dalle telecamere delle banche spagnole perché sta tradendo il ragazzo che è in Italia, a Shanremo, sì al Sunday market di Chiang Mai e al suo inno delle 18, a Fava col piercing, al brunch al Porto Fluviale, sì alla crema de omo, al Talat Warorot, sì ad Axel che dorme nella Germania dell’Est, a chi ti augura un “safe flight with no terrorists on your way”, a fare colazione con lo gnocco fritto, sì ai ringraziamenti geniali di MariaLuisa, sì al matrimonio di Andrea e Valentina a Montespertoli, al mio morosino che esce in skate, al pranzo a La Fiasca di Monselice, ai moto-taxi in tre, sì alla mousse di cioccolato bianco e crumble di Dani, al concerto ignorantissimo di Fatboy Slim con Ilaria, sì a cenare in sala Rossini, ad andare a trovare Ilaria e Sturk, al bacareto di via San Pietro, all’hamburger della Gourmetteria quando lavora Mirco, sì ai Nessi di Bergonzoni, sì ad uscire dall’Escape Tower di Este, a Giusy e Dario che alloggiano di fronte a noi, sì a mangiare coccodrillo sul rooftop del CNX, a Gianluca che balla i Backstreet Boys, alla VPN che mi permette di lavorare dal divano di casa, all’articolo che parla di me sul Montichiari Week, a quando ti svegli ed è caduto Bitonci, ad Ema a casa di sabato sera, sì a Bepi Scoassa, a quando Andrea nel Prometeo recita nel dialetto della Manu, al thai lemon tea del bar del Lanna Folklife Museum, agli auguri di buon weekend il giovedì a Danila, sì ad andare a trovare Iole a Perugia, sì a chi ti chiede una dedica a Palazzo della Ragione e poi ti lascia una letterina con tanto di numero di telefono, sì al tutorial per fare patate riso e cozze ma sì soprattutto a cucinarle per davvero, a chi si sente molto austroungarica, a trovarmi faccia a faccia con Jan Zamoyski, a Lo and Behold, a Natalia e Kupa che ci hanno scarrozzati per Varsavia, a fare i tour di Padova con gli stranieri, alla partita degli europei con Vera, sì al giardino dell’ex scuola ebraica in ghetto con la signora Aufwiedersen, ai cimiteri kirghisi, sì ai falò in via di Mezzo, a Frank il varano, mica tanto sì a chi colora di rosa gli elefanti, sì al Portogallo e al suo bacalhau, agli ExtraLiscio e al punk da balera, a cercare di far restare a cena Davide per un valido motivo, a chi legge il mio libro al teatro Verdi, all’enorme Budda di Pai, sì a “Domani mi alzo presto”, ai birrini allo Juta, alle Padovanate su Bookabook, a fingersi sbronze per non dover bere altra vodka, allo spot dell’Excelsior, ai fan che ti invitano a cena e soprattutto ad andarci, a comprare lo zaino per andare a scuola, ad avere finalmente un medico vicino a casa, alla festa da Crak, a chi fa le cose a babbomorto, sì a Prime Burger a Milano, a Gianluca miglior coinquilino di sempre, sì a Pangea Cartonera, a Toti che si fa le tacche per sfogarsi, al Chiantishire, sì ad organizzare il capodanno cinese, sì a cambiare residenza per la prima volta, alle comunicazioni gestuali con i kirghisi, al pranzo di compleanno di Davide in un meraviglioso giardino, a Giorgio Canali e alle sue testate al microfono, sì all’ossitocina, ai pranzi con Davide sui gradini del Portello, a MariaLuisa nel Bronx, mica tanto sì a quando la mamma di Gennaro gli brucia la pastiera, a Guiye, alle montagne rosse di Jeti-Oghuz, ai gabber che sono arrivati fino in Toscana, all’Inferno dei Babilonia Teatro regalato da Davide ed Eleonora, sì alla grigliata sul terrazzo di Sciacco, sì a Napoli con Gennaro, agli aperitivi con gli spiedini di montone, alla cena abruzzese sul terrazzo di Nic, sì ad Arslan e al suo primo approccio con la vita agreste, agli esperimenti da McDonald, sì al concerto degli Huun Huur Tu, sì alla casa di via del Bosco, a tenere un corso alla conferenza del SIB, alle birre da Carre, a quando Marco incontra Draghi al supermercato, sì al jazz by the pool, sì a farti il tuo profumo personalizzato, a fare spesa al Sottosalone, sì a presentare il mio libro alla 12° edizione di Monselice Scrive, sì alla drogheria ai Due Catini d’Oro, sì alla grigliata di compleanno per Elena, agli occhi dei tartari, alla presentazione della nuova guida alla libreria Tarantola di Udine ma soprattutto sì al sindaco che viene ma non riesce ad entrare, a ballare boogie con Toti e con Alberto, sì a quando sei triste e ti capita in ufficio Ema con pizzette e tamarindo, a quando scambiano il tuo ragazzo per un Hare Krishna, agli old but gold, ai fan in coda dal panzerottaro, sì al frico gonfio de Ai Cacciatori, a quando Nina fa il verso della poiana e sembra doppiata male, al picnic alle Fiorine, sì ai tifosi del Parma in Campania, ai taxi col baule che si apre solo col cacciavite, agli spegnitorcia, alla 201 del Ban Naam Sai, a Martina che presenta il suo “Progetto Strade” all’Osteria Volante, al tuo ex su Tinder, ai coniglietti che scivolano dalla luna a Sarmede, sì ai vecchietti della fiera di Noventa e ai loro carburatori, alla lampada Buricchio, alla zizzona, sì alla cena in giardino da Morgan e Fabio, sì a Bitonci perché ci fa scendere in piazza come non accadeva da anni, sì ad avere un grado di separazione da Lucio Dalla, sì a Radio Sanluchino nelle notti di nebbia bolognese, ai tacchi e alle calze sbirluccicanti di Martina a capodanno, sì all’ospitalità di Andrea a Chiang Rai, sì a chi ti lascia 50€ di mancia, sì ai Caneneri con Eloisa, alla sabbia negli stivali, al quartiere Sanità, mica tanto sì ai cestini che suonano le canzoni di Natale, sì a vincere un altro assegno di ricerca, sì a Silvia a Santander e ai suoi mitici coinquilini, sì a bere porto a Porto, ai moniacielli, a Zazie al Pigneto, alla nuova casa di Manu e Andrè, sì alla mostra della capra orobica di Casargo, sì a Giorgino che ti fa “guardare”, sì ai locali sotto terra di Cracovia, alle gare su Tinder di G&G, mica tanto sì ai turisti della vita, ai kompot, ai mojiti sulla Vistola dell’Hocki Clocki, sì a Woodscrak, sì a Human, a mia sorella vestita da Amish che lavora da Vecchiato, a presentare all’Università del Tempo Libero, ai plutonedì, sì a chi è così incantato da Napoli da slogarsi una caviglia, alle campane incastonate nelle case, sì agli sconosciuti che ti regalano una crostata di albicocche, sì a tornare tardi dalla presentazione di Teolo e trovare chi ti ha aspettato per cenare, a casa Camilla con Elvis e Mela, alla serata al miradouro di Santa Caterina, sì alla colazione da Fattori, a Fava innamorata di zio Gennaro, a quando vai in un escape room e Gennaro ci prova con l’organizzatrice, alla pizza dei Decumani, ai rimborsi spese, a Romew, sì al barrio alto la sera, sì al panettone gastronomico, a Fumetti & Soda, a sbavare il divano di Mussolini a Gargnano, al verso del tucay la mattina, sì a chi ti lascia toccare il manoscritto originale del Furlani, ad essere scambiata per polacca, alla stanza 1 del Pufa Hostel di Varsavia, sì a trovare un leone di San Marco nella piazza principale della città vecchia di Varsavia, a girare Chiang Rai in motorino, sì al cimitero delle fontanelle, a Bebo, sì agli asini del Dulcamara, a Ragù che dorme con Ema, agli aperitivi al chiosco Tadi, sì alle domeniche sul Brenta, sì alla festa del vino a Dozza, sì alla giardiniera della mamma, a Temple Grandin, alla romagna kirghisa di Pokrovka, a chi riesce a farmi divertire nonostante non sia riuscita a vedere Piero Angela dal vivo, sì al ghetto ebraico di Cracovia, al futuro da Dalai Lama di Morgan, sì al giapponese che ha fatto il profilo Couchsurfing a Mirlan, a tutti i badanti kirghisi in Italia, sì ai cornetti notturni di benvenuto a Pescara, sì a fondare l’associazione culturale italo-cinese Qiao, ai ramen dell’iMasa, a passeggiare con un cuoppo in mano, sì a ricevere in regalo il sequel di Shantaram prima ancora di sapere che esiste, a quando in Cronache di Bitoncity parlano di te, sì alle Universerìe, alla birrette Crak, a Gennaro in cucina da solo che balla Asereje, a quando il tuo editore ti regala una treccia di mozzarella napoletana, a far conoscere Gloria ed Ema finalmente, sì alla mostra sull’Homo Sapiens al Mudec, sì al cugino della Manu che conosce Sciacco, sì a Giufa, a Fava che si spalma contro un gradino, ai massaggi thai-padovani prima di dover guidare, sì ai preparativi per il travestimento e il papiro di Dani, sì a quando arrivi in ritardo al lavoro perché non hai sentito la sveglia e la tua capa ti dice che hai fatto bene, sì alla pecora-cane di Silvia, a quando i vecchi per strada ti dicono che sei bella, ad ospitare un’amica di Lorenzo, a quando Fava “fuori dal letto nessuna pietà”, ad Ilaria col mal d’Erasmus, a cucinare la pasta alla norma “à la Bishkek” cantando “ti amo”, alle persone in stazione con la gallina, sì a quando l’attesa dei marò sono i marò stessi, al ritorno di Alessio, a chi fotografa occhiaie, a chi “Forse non sai che a Padova… qualcuno s’è rotto er cazzo”, al frenchshopping, a rullare sigarette per gli autisti kirghisi, ad Alchemika 2016, a quando gli Erasmus mi definiscono “inspiring”, all’hamburger di Perfetto, sì all’esercizio sulla doppia amaca, al caschetto rosso di Alice, sì a fare colazione con un maritozzo dalla Bresciana, sì al palazzo dei Musei di Reggio Emilia, sì ai pierogi coi lamponi, a chi “attenzion, concentrazion, ritmo e divanità”, agli Sticash, all’anima di Somini Olimpia, al problema di Vito coi sacchetti, sì al Sukiennice e alla sua somiglianza con Palazzo della Ragione, a presentare il mio libro durante una cena coi Lions e conoscere un templare, sì a chi crede nel parto orgasmico nonostante abbia avuto un travaglio di 30 ore, sì ad Ema che si tuffa dal trapezio, alle piante aromatiche del giardino di Ciga, sì a Fava quando non ci sono Ema e Clara, sì alla Tassoni Aperol con Sere, mica tanto sì ai motorini col Duce a Chioggia, all’ovetto da Ci, sì a Odòs, sì a Frankestein Jr al cinema, sì al caffè mezza polvere lungo di Pok, alla polverina magica, sì al funambolo in piazza Loggia, al triste epilogo australiano di Vaia, a fare colazione al Coffee Box con Martina e Cinzia, alla laurea di Dani, all’inserto di Glamour su Padova, alla raccolta umanitaria per Idomeni, mica tanto sì a quando chiami i locali per recensirli in una guida e loro credono tu voglia dei soldi, a quando Corrado russa in ufficio, sì a chi viene in dipartimento per cagare, sì alla storia struggente di Don Pedro e Ines ad Alcobaça, a Zulia in Jamaica, ai pomodori di Corrado, sì tantissimo sì al CICAP, ai zapiekanki, alla cena di pesce a La rotonda sul mare, sì a Pod Wawelem e al suo bagno col vomitatoio, sì alla prima vittoria di Mirlan in Italia, agli aperitivi al bar Progresso, sì alla statua di Lenin a Cavriago, alla maglia indiana con lo yak, all’aperitivo della Vigilia a Ju Boss, sì alla Sidreria e ai suoi calamari fritti e dritti, alla mia prima lezione di swing, a fare l’ospite a “Due chiacchiere in cucina”, sì a visitare finalmente la sinagoga di Padova, sì all’osmiza Coretti, sì ai friarielli, a Mirco all’asilo, a finire da Isamarket di notte, sì ad imparare i passi di boogie fuori dalla scuola di ballo, sì a Bookabook, sì alle gambe dopo la ceretta, a vedere i film con gli amici sul divano, sì alle nutrie che fanno le vasche in Prato, sì all’accento toscano di Dubfx, sì a quando la tua capa è in vacanza e tu decidi di fare un part-time, sì al Ruyi, all’aperitivo in barca a Venezia, al Porto Vecchio Festival, a preparare il papiro di Mary, sì al mio abbonamento all’Mpx, al pappagallino reincarnazione di Tiziano Terzani, alle sfogliatelle, sì sì sì a vivere insieme, alla tempura di bastoncini di merluzzo, a fare l’autostop in Kirghizistan, alla webcakka, al sentiero della Madonna del Monte, a fare i pancakes la mattina, all’abbonamento a Internazionale, alle città viste dall’alto, sì al Pratello R’esiste, a quando Fava mi dorme addosso, sì all’articolo sull’amato chef Bart, sì ad Edi & Co. da me, sì alla sagra degli gnocchi a Tramonte, sì al reading di Guido Catalano, ai veterinari che “etica zero”, sì a beccare Gaetano a Napoli, all’accoglienza di Joana a Porto, sì a Smith & Wesson di Baricco con Balasso, ai pulcini di cigno nero di Valsanzibio, sì a finire sul palco con Gennaro a cantare auimbauè, sì al massaggio in amaca, sì al mio primo pacchetto di R, sì alla micia Olivia, al pranzo all’Avanguardia dove lavora Anna, a vedere Umberto nella nuova casa del Gian e Laura, al bar San Calisto, sì al tempio bianco e alle sue assurdità, a quando la tua capa ti dice che per fortuna che ci sei tu nella sua vita, sì a quando quelli del Gran Ducato ti danno della longobarda, sì alla lugubre casa nera, agli aerei a due piani, sì alla vista dal castello di Brescia, sì al pranzo da Mario a Campobasso, alla caverna del drago, sì ai “viva Gabri”, sì ad organizzare la proiezione di Unlearning e nel film vederci Molinari, a Babbo Natale smascherato in vacanza in Sicilia, alla roulotte al quinto piano di Eloisa, mica tanto sì a registrare le lezioni del master, sì al caffè Kopi Luwak al bar Cadò, alle luci di Natale a Scampia, a rivedere Andrea e Lorenzo, alla cena con Nai e Ciga, a chi fa gli esempi sulle trote ai biologi marini, alla pizza fritta, sì a festeggiare i 10 anni di Pangea presentando con Laura il nostro viaggio in Kirghizistan, a chi va a comandare, sì alla presentazione davanti alla biblioteca di Castel, sì a tableone, sì a via della Viola, sì alla vecchietta di Villa Guesthouse, a chi è Pinocchio ma non finocchio, sì alle palmeras e alle tortillas de la Casa Azul, al mio presentatore Riccardo che è stato in Russia con Tonino Guerra, a fare le tagliatelle a casa del nonno di Gianluca a Duronia, sì al Sacro Bosco di Bomarzo, sì a fare colazione con Tucci da Rosti dopo almeno 5 anni, alle olive ascolane vere, alla casetta di Elena e Mauro che poi è di Diego, agli azulejos, sì a Chiara e Marika con il termine lo stesso giorno, sì a Jenny e alla sua cucina, a cercare i varani del Lumphini Park, a mia sorella a Padova, agli alberi di Natale coi biglietti del lotto, sì a chi “se mi lasci a Noale”, sì al vicino di Davide la mattina con le brioche per poi dirgli che ha sentito tutto, ad Edi con un timbro in fronte, sì a chi vuole vivere così… col piombo intorno, sì al Festival di Fotografia Europea, al chiostro di Santa Sofia, chi si fa regalare i biglietti per il concerto di Venditti perché piace a me, ai mercatini vintage, alla stranezza di Naryn, a vedere le marmotte, alla signora Pina che ad 84 anni dorme per terra nelle yurte e beve vodka, alla cripta del Duomo, a Danier che serve il tè, alla casa dello yogurt di Santander, al tutorial finlandese su come aprire la porta, sì a Iole da me, sì ad essere nel 2559, a Vera in palestra con me, a Frez e Mauro in aeroporto col cartellino, sì ad incontrare Bergonzoni in un bar, mica tanto sì ai bambolotti di cera di Fatima, a passeggiare per L’Aquila con Franco, allo yogurt coi ciccioli, alla cecina spagnola, al road trip portoghese con Ilaria, sì alle birrette sui miraduro con tanto di concerto, sì alle miniere di sale di Wieliczka e alla guida con la sua particolare ironia, sì ai presepi napoletani, alle matinée al Verdi, a Posillipo, alla colazione dei trent’anni da Daniela a Paglieta, alle caramelle-balistiche kirghise, all’Anisetta, sì a Luigi Garlaschelli e alla scienza misteriosa spiegata da lui, a camminare 25 km in Asturia con gli stivali, sì al mio nome su degli articoli per la prima volta, sì al biscotto del giornalaio, a Bart ed Edi che quando sei distrutta ci sono, a Eraldo che ci viene a raccattare, a chi decide di fare un record di reclusione, sì alla cena coi cacciatori a Monte Antico, alle giornate di 28 ore di Corrado, a chi alla silent disco dorme con le cuffie accese, sì a rivedere Claudia a Coimbra, sì al concerto dei Rue Maxixe all’ex Dogana, a Laura in abito da sposa, sì alle stradine portoghesi, alla cena al Tananai, sì a donare il mio corpo alla scienza, sì ai signori eleganti ma coi cappelli kirghisi, sì a cenare al Vecchio Stallo, ad andare a cavallo per ben dieci metri, sì al concerto degli Zio Vania alla casa del popolo di Brusciana, a vedere le Vele, sì a quando torni dalla Thailandia e diluvia ma tu esci senza ombrello e con gli occhiali da sole, sì alla chiesa di Santa Maria e a quella del Corpus Domini, sì al giro in calesse per il centro di Cracovia, alla cena da Koko, a tutte le statue di Sant’Antonio trovate in giro per la Polonia, alla mamma di Gennaro e alle sue lasagne, sì a Marialuisa e Frez a Benevento, a fare review dei paper, alla cucina di Ciga, al castello di Campobasso, sì alla Livraria Lello, alla stanza 7 dell’Hostel Zamosc, alle graffe di notte, a Comunanza paese della longevità, a scoprire che Toti ha fatto ingegneria e che Vito è nato in Svizzera, a visitare la risiera di San Sabba, alla macchina da cucire in posta, ad incontrare Ludo al Bukò, a Laura che insegna ad un autista kirghiso a dire “babbo”, a chi secca i semi di girasole su una corsia della strada, a quando ai controlli in aeroporto ti fermano per chiederti se è costoso vivere in Italia, ai video della Pegasus, sì alla domenica alle Pozze di Arsiero, sì al Macbeth, ad Ascoli Piceno, alla piadina romagnola preferita dalla Pausini, sì alla E45 cantando Battisti con Jua, alle chiese al contrario, sì a quando il tuo editore ti regala la guida di Sarajevo, sì a Zatoichi, a chi è in ritardo perché…, sì a tutti i nudisti e a tutti i surfisti di Fonte da Telha, al personaggio di Osei, sì a vedere finalmente la statua di Ercole alta 9 metri, ai taralli napoletani, sì a quando dei quindicenni apprezzano il tuo tour, sì al fantastico Mira Homestay, sì a Fava nel lavandino, sì alla pota grande elaborata, a rivedere Marco post transizione, diciamo di sì a Chiara e Giusy incinta, alle paste di Pescesucchero di notte, a certi vecchi antichi, alle cose belle che durano sempre poco come gli spettacoli di luci, sì a quando ti chiama la giornalista di Glamour e scopri che avete un sacco di cose in comune, a salire sulle mura di Obidos, a via Chiaia, alle birre dell’Asinella, sì a Frankie Hi-Nrg in piazzetta Gasparotto, a Ciccio Pasticcio, al murales di Blu al terminal di Campobasso, al chiostro di Santa Chiara, a chi è impaziente e solare, alla staffetta per la Fava, alla mia boccia con i gamberetti, a Guglielmo che trova le ali, ai regali da non aprire fino al 26, al bar di Pamela a Montedinove, a quando Gianluca torna, alla nuova casa di Davide, sì ai papà burattinai, ai torroncini Baci, sì ai disegni dei bambini kirghisi con le yurtine, sì a Palazzo Grassi, al bazar di Osh, sì a scrivere le letterine ai donatori, alla lotta a cavallo fra occidentale e kirghiso, sì a barricarsi dentro all’Ala Too Hotel, ai monumenti collage di Benevento, sì al Safarà, sì ai topolini spaventati che corrono per tutta la yurta, a tenere il cartello della pubblicità in una trasmissione tv, sì a Gennaro che mi insegna ad usare il cruise control, sì a farcire Fava di melatonina, al karaoke con Gennaro davanti a cento persone, a Fargo, ai miei allo sbaraglio in Sicilia, ad Ema logorroico con Franca, sì a chi di lavoro spara agli uccelli in aeroporto, a Sveva con Amelia, a Borghetto con Ema, al menu del giorno de La Polar, sì al trullo di Brescia, sì a beccare i tuoi studenti da Canenero, sì al cardone, a Birrolandia coi colleghi, sì a vedere Marghe a Benevento, a dormire con Anna e con Elena quando Ema non c’è, sì a Frez abbronzato dal sole cileno, sì a Lo Schifo, non stranitevi ma sì alle seghe col cazzo moscio, sì al regalo per Leo disegnato da Ema, sì a Laura che mi ha permesso di presentare il mio libro in Comune, a Toti che finisce gli esami, sì alle canzoni scritte sui palazzi con note nascoste, a vedere una volpe, alla casa di via degli Orti, sì al mio primo toro meccanico, ad andare al pronto soccorso e trovarti in accettazione Tommaso Massari, sì al ristorante Fortuna ad Empoli, alla sala fumatori del Magazine, alle cicogne di Aveiro, a chi si tatua la metro B di Roma, sì a Picos de Europa e alle sue capre soffici, a Lost in Translation, sì ai besitos di Luis, ai biglietti regalati per il Vinitaly, sì alle cicogne polacche, alla nuova coinquilina Clara, mica tanto sì a quando i tuoi genitori pensano che ti voglia arruolare nell’Isis, a chi crede di andare al Carnevale giapponese, a quando Gennaro racconta della Thailandia, sì a rivedere i biondi a Gaeta, alle tredici scese di Sant’Antonio, alla fermata Toledo, sì a dormire da Bart, agli arrosticini e alla Ratafia del Barra Larga, a Valentina che conosce una mia compagna delle superiori in Cambogia, sì all’anonima Magnagati, sì al trenino che porta a Costa da Caparica e ai suoi trattori in spiaggia, sì a spingere la macchina della mamma di Giulia di notte per il centro, al museo Giuseppe Olivi, sì all’Escape Room e alle sue maledette freccette, sì a quando Giulia arriva al bar con un secchiello di palline colorate, a quando Clara balla “Vamos a la playa”, sì al palazzo di Sintra, al vibraslap, alla pizza friarielli e patate, alla stazione di Lozzangeles, all’aperitivo all’Imasa, sì alla colazione da Bajta, sì ai quartieri spagnoli, a the Jail, mica tanto sì al Buzkeshi, sì ai vecchi ricordi quando tornano prorompenti e dolci, al rumore dei cavalli che corrono liberi, sì al concerto dei Massive Attack, sì a sostituire Chiara in maternità, sì ai pinchos di San Sebastian, al panuozzo, a trovare in aeroporto Ema con le Puff, sì ai tagli da Pieri Mortadele, sì ai catfish, a seguire la cerimonia di dottorato di Michele in streaming facendo cori e stappando birrette, a mettere piede finalmente a Zamosc, sì ai sonnellini pomeridiani con Fava, sì alla sorpresa ad Anna e Jerome a Roma, alla maestra Garrone in prima fila alla mia presentazione, sì a farsi 1300 km per abbracciare un amico, sì a chi “all you need is plov”, a scappare di casa finalmente, al ritorno di Andrea alla Pam, sì a capire che la felicità pesa 5 kg, sì alla vedova coreana che si attraversa l’Asia col figlio di sei anni, a dormire sul divano di casa tua per dormire con Fava sotto anestesia, sì alla Real Republica Pra Kys Tao e alla sua storia, sì a festeggiare i 30 anni di Andrea fra tappeti elastici e gli scivoli gonfiabili, sì a rompere la quotidianità dormendo in camere a caso di casa tua, sì a vedere gli yak, sì a Chioggia, alle coccole di Leila, sì alla famiglia Miraglia, alla magia di Song-Kol, sì ad essere una convivenza di fatto, sììììì allo Sbarleffo alle 9 quando arrivano Anna la perpetua e Luciano il gondoliere, sì alla campagna di crowdfunding e a tutti quelli che ci hanno donato qualcosa, a lasciare gli ormeggi, sì alle liberazioni di quest’anno, sì ad abbracciare forte il mio nonno Ottavio…
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