*sì alla vita - 2015*

...sì a Fava e alla sua omonima cinese, sì a finire il dottorato, sì alle giostre dei Pioppi, alle sigarette seduti sul tetto di notte, sì a pubblicare “Misteri e storie insolite di Padova”, ai tamales di Don Raul, sì al giro in barca sui canali di Bangkok, ad andare in Cina con l'Istituto Confucio, sì alle silent disco, sì alla lettera dal passato di Toti, al Sabai Sabai e alla sua fattanza da arci thailandese, a chi mi regala due incantevoli lampade indiane, sì a piantare papaveri in ufficio, sì a chi fa reverse in mezzo al traffico, ad avere una capa intelligente finalmente, sì a chi si commuove leggendo “101 cose da fare a Padova”, sì a fare i tortelli di zucca, alla vista dalla finestra della mia soffitta, sì a non mettere la sveglia, all'unica cosa a quattro zampe che i cantonesi non mangiano, a chi pensa che nel nostro bagno manchi solo il mare, sì a Rulas Quetzal e al suo spettacolo del fuoco, sì ad andare al concerto di Venditti con Sara, sì alla gita a Certaldo, sì ai parchi cinesi la mattina come manicomi, a chi ha visto un tasso in centro a Padova, a quando ti cade addosso il bouquet della sposa e ti fai scappare troppo forte un “porca puttana”, a Chineasy, a chi chiede se il Tibet fa male, ai viaggi astrali di Silvia, a “the journey along the coffee trails” a Venezia, ad antigravity, a Bart da me finalmente, ad investire Babbo Natale, alle altalene del 202, a quando alle mie presentazioni c’è così tanta gente che devo fare il bis, a lavare i piatti con Fava sulla spalla, a Paola a Padova, ai dieci anni di BusiPea e alle loro statuette con il playdoh, alla Pizzeria al Carmine e a portarsi a casa il cameriere, all'autografo di Satoe, alla signora francese che sperava che i 101 di Napoli li avessi scritti io, alla fine da rockstar di Pepè, al tabaccaio Nino D'Angelo, alle chiacchiere su un marciapiede con un merlo indiano, a chi si sposa al Chillout, a chi si iscrive alla magistrale per caso, ai prestiti di Stephan, a chi vieta il durian per legge, ai mercati thailandesi e alle bancarelle di cibo, al DT bar e all'ora e mezza assolutamente ben spesa per trovarlo, ai barboni che sono residenti in Forcellini, al mio nuovo lavoro da assegnista, a Shameless con Giulia, a La Cativissima, alla Giudecca, a The Shower, sì alla vigilia di Natale tra i grattacieli di Dubai, sì alla Chinatown di Bangkok, a Etho e alla torta di compleanno a sorpresa, a Black Mirror, a Big Bang Theory, a mia mamma che porta all'avvocato le foto dei nostri gatti neri, sì a chi si preoccupa che i vestiti bagnati contino come liquidi in aereo, a La Fortezza di Comacchio, ad andare a vedere Silvia all'Olimpico ma non riuscire ad entrare e finire a bere con un carabiniere, a Davide che vorrebbe un Iphone, a fare con le mie mani la sciarpa piu' grande e bucherellata di sempre, ai lanzhou lamian di Hui, ai pranzi all'indiano con Vera, a yoga, al panino da Sumiti, a sopravvivere alla mia prima conferenza stampa, alle serate cineforum sul divano con Toti, al Buscaglione, a quando Davide mi presenta senza ancora leggere il libro, sì a festeggiare il mio compleanno brindando con il vino della Emirates diretta a Bangkok, sì alla gente che mi piace, ai massaggi dell'hotel Villa Luisa, ad Ema a cena da Bart, sì al collettivo mitilante, alla crema di castagne francese, sì a chi in vacanza non fa l’amore con la moglie per leggere il mio libro, a finire il fusto da Canenero, alla mostra di Branca a Venezia, all’Alchimista, sì al Bacaro Risorto, ad andare su Tv7 Triveneta, a chi non capisce di essere stato lasciato, al Folparo, alle serate con Clara, sì alla signora che mi ha chiesto l’autografo su di un libro non mio, alla 5230 del New Siam II, agli amici che devono scegliere se farti l'anestesia locale o totale, a chi a fine presentazione mi chiede cos’è la biostatistica e cosa suono con quelle belle mani, alle amiche tettone cagacazzi, ad entrare in Palazzo San Bonifacio, ad incontrare Pinocchio alla Pam, a quando la mia estetista di Detroit mi sogna, al mistero di Osiride, alla Malga Caino a Cimego, al forno di via Marzolo, al lunedi sera con Ema, a mandare il mio primo paper ad una rivista scientifica, a svegliarti con la micia più bella del mondo che ti lecca la faccia, a quando PLOS ti accetta l’estensione, al simpatico Mae che ci ha aiutati nel nostro primo giorno thailandese, a quando tua nonna ti consiglia di farti un'avventura, ad essere svegliati da una scoreggia, sì ad intasare un cesso thailandese, a fare i compitini con Cinzia, alla festa di compleanno a sorpresa per Ema, alla pubblicità che mi ha fatto Bitonci, alle rose inaspettate, a fare la farfallina per attirare l’attenzione di Fava, ad Ilaria e Sturk che mi regalano il biglietto per il Vinitaly, alla dieta per togliermi l'America di dosso, sì a Buricchio I e Buricchio II che non conosceremo mai, a Wilmer che costruisce le fruste con dei cavi elettrici, a chi va a Tv7 Gold e cerca le telecamere, alla vista dallo Sky Train Jazz Club fantasticando su progetti fotografici ad Aberdeen, a quando i suoceri portano il tartufo, al mio scritto 100/100 dell'HSK2, al Chiosco d'estate, all'Autam, ai falò a Porto Caleri di notte anche con le meduse, ai secret concerts, alla libreria Zabarella, a chi ti regala le cassette della frutta, al ristorante Panxi sulla baia dei lichis di Guangzhou e alla cena col padre di Sunny, al libro su Salvador's, a chi giocando a scarabeo coi genitori scrive “sborra”, sì al Musme e ai suoi giochi interattivi, a Nicolai Lilin a Este, alle serate da Frezz, mica tanto sì al mio nuovo pc, a quando Der Maurer batte le mani, a Cinzia, Ema ed Eleonora che sono entrati alla mia discussione, sì al pranzo di ferragosto da Dani, ai mercatini di Cison di Valmarino, a tatuarsi una tigre, a chi mi cerca su Spotted, a fare colazione all'Hendrix, a chi iscrive Dani a BaKe Off, al pranzo al Cum Quibus di San Giminiano, ai due giapponesi che ci hanno offerto un giro in tuktuk, sì a Silvia che si improvvisa a cena da me, a quando ti prendi tutto il temporale e sali pure sul treno sbagliato ma almeno non ti fanno la multa, a chi va a fare pole dance, a vendere libri usati da Libraccio, a chi decide di iscriversi in palestra e di andare in Thailandia nella stessa settimana, ad organizzare uno swap da me, alla cartolina di Daniela dalla Grecia, sì al Padova Street Show, al karaoke all'ABC KTV, a quelli di Castel che mi scrivono perché sono diventata famosa, a mangiare patatine fritte a letto a notte fonda, ad Anna e Samanta alla mia presentazione, sì alla Frigo che vince il bando di ateneo, si a quando Ema non lavora la sera, alle proposte di post-doc in Cina, a pilates, ad “Italiani made in China”, a chi cerca la giovane Zidan, al video di Barbie Girl censurato, a Italy in a day, al pranzo italo-cinese con Sunny, a Luna's Torta, a cenare con Giulia al Sucabaruca, alla lezione di calligrafia cinese, ad Ashlian, sì all’Address Book, al BiosLab, a Banca Etica, sì a chi entra nel Pedrocchi con gli sci da bambino indosso e in vestaglia, allo stone tea, a Simon e Tania e al taxi condiviso con i loro bei racconti e la loro bimba, a scappare dalla Flower City, a scoprire che Andrea impersonifica Prospero Alpini al Musme, al mezzo e mezzo sul ponte di Bassano mentre ci si dà la mano, alla Corte del Maso, a quando la matta delle piazze regala libri, sì ad andare al lavoro svegliandosi a Ferrara, a portare a cena Sunny e la madre, a comprare vinili di Venditti al mercatino di Piazzola, sì alle lettere di Equitalia per la bonifica del Bacchiglione, a chi mi intervista, a Lilly che era di Padova, a chi fa i volantini sui Marò in Excel, a quando butti sangue dalla testa e lui corre da te, sì al congresso SISMEC a Torino, alle cameriere vicentine che ci tengono a ricordarti che sei in Veneto, alla sagra dell'anguilla, ad Alessio a King's Lynn, a Graz, a quando Paola Tellaroli si racconta, al concerto dei Gogol Bordello fra i panini onti di Asolo, mica tanto sì all'espansione di Rovigo, a quando Silvia balla boogie woogie e la lanciano come un gavettone, a chi viene da Boston che non sappiamo se sia più vicino a Genova o a Rapallo, alla pizzeria La Fiaba 26, ai cruciverba per testare il livello di toscanità, sì alla 907 della Jinda Guesthouse, a quando ti dicono che sei brava anche se non si direbbe visto che sembri una giocoliera da semaforo, a Francesca e Marta allo stesso matrimonio, sì a far crollare il ponte di Bassano, a Kutscherwirt 55, a bere IPA a Padova con una tizia di Lansing, a Fadia che domani ci racconta che giornata ha avuto, all'incontro con la Staude, ai brunch all'I'm, ai Barbarisms al CO+, sì a mela rossa, sì al Suq alla Fabbrica del Vapore e ad incontrarci Dario, a remote Milano, a buttarsi giù un Brancamenta prima di parlare al Welcome Day degli Erasmus, alla presentazione con Vania alla Feltrinelli, alla festa di metà autunno al Pedrocchi, sì al lampredotto finalmente, al signor Cesare di Rosolina che ha vinto il kazoo, alla festa a tema checca isterica a casa nuova di Mauro, a dormire a casa di Sebastian, sì alla radio in doccia, a sciacallare casa di Andrè, al pranzo di Pasqua coi ravioli cinesi fatti in casa, al nuovo lavoro di Sere, ad Hamid che fa il miracolo a Monza, a quando i cardiologi scoprono la mia seconda identità, alla pancia di Gloria che si muove, ai panzerotti fritti di Vito, alla festa a Sorpres, alle telefonate inaspettate da Detroit, al licenziamento di Eloisa, a CanePane, alle domeniche di martedì, ad andare a piedi dai nonni, a Nina, sì al concerto di Pompino, sì ad Ilaria che ti riconosce su una spiaggia thailandese, al bimbo che va in giro per il centro vestito da re su un mini suv e un giorno guiderà le grandi navi sui navigli, ai tornei di braccio di ferro, a Sturk avvocato, all’anagrafe di Sarmede, allo scaldaletto, agli hamburger e le salse fatte in casa da Gianluca, sì alla tenuta di Sticciano, ai miei gusti cromatici e mica tanto sì a chi non li apprezza, mica tanto sì ad addormentarsi a fianco a qualcuno che legge il libro sui marò, a Daniela che finisce il suo dottorato, a Bitonci che sta alla Chiesa come io sto a Dan Brown, a fare colazione al Coffee Box, a quando le bariste del bar dove vai sempre scoprono che hai scritto dei libri, ai cardiologi che ci capiscono di statistica come un vegano ci capisce di salsicce, alle focaccine alla stazione, alle app per imparare il cinese, a quando a Noale regalano sterei, a chi ti va a comprare l'anestesia, a quando il Mame chiede scusa, sì a Martina sul mio divano, mica tanto sì agli amici che ti chiedono foto osè, sì a una parola al giorno, all'Arlecchino di Giorgio, alla vita frizzante di Piove di Sacco, sì a Murano, Burano e Torcello, alle scimmiette di Ao Nang che ti rubano l’unico pasto che ti stavi portando in spiaggia, mica tanto sì agli assistenti sociali dei gatti, sì a quando Cinzia ti porta al carnevale di Venezia, a ballare sulle spalle di Davide, a chi si commuove ricevendo in regalo da un suo studente mezzo salame un mango e un libro usato con una tua citazione, ad incontrare Andrea al Vinitaly, al corso di cucina cinese, a regalare un abbonamento al Messaggero di Sant'Antonio, sì all’amaca del Sunset Bar a capodanno, sì a La Ragazza dai Sette Nomi, a Davide che vive a Nanning, sì ai fiori di zucca fritti fatti in casa, a Michele a Padova, a chi alla mia presentazione si mette in prima fila e dorme, sì a cenare d'estate da Cortes, sì alle merende al Red Velvet, sì alle feste a Bologna ancora con Silvia, alla scala di Giacobbe, ai regali degli specializzandi a cui fai le analisi, alla laurea di Alessio, a mangiare radici di fiori di loto, alle cartoline di Marialuisa da Amsterdam, al Sacher Cafè, ai taxisti cantonesi, sì al Gasparorto, agli hamburger di Soul Kitchen, sì all'abbuffata pre-dieta, sì alla torre di Canton coi colori dell'arcobaleno certamente per celebrare i matrimoni gay in America, ai cartelli “don't split”, a Bites of China, sì alla presentazione e soprattutto al tour alla Locanda Peccatorum, ai gelati di notte seduti nelle piazze quando fa troppo caldo, alla cena hotpot, ai cinesi che parlano dialetto veneto, al tour dei luoghi di Eloisa, mica tanto sì a quando Ema è perseguitato dal singhiozzo, sì ai fried noodles e al chicken burger del Boat Man Restaurant, alla spiaggia del Centara Resortal, sì al capodanno cinese organizzato dall'Istituto Confucio, a chi quando ha il suo unico giorno libero va a dormire alle 10, a Carpi, a Sunny che suona uno strumento stranissimo, sì a rapire Daniel e portarlo al corso di cucina palestinese con Bassima, alle feste improvvisate post presentazione, agli Asian Dub Foundation che rifanno la Colonna Sonora de La Haine al Crash, al treno notte per Parigi, ai fiori di Chiara, Davide e Gallo, ai pianoforti in stazione, alle battute super brillanti di Marialuisa, a chi ritrova il palloncino che hai fatto volare via e ti manda una lettera, sì a quando l'insegnante si complimenta con te dicendoti che sei una cinese, ai palestinesi che mangiano valanghe di prezzemolo perchè tanto non hanno un cazzo da ridere, alla nuova bellissima casa di Gloria a Colico, mica tanto sì a chi va alle superiori e non sa che febbraio ne ha 28, a presentare al YSM, al battesimo di Mia, alle cicche con mia zia, a fare il tunnel a Iago, ad azzeccare per la prima volta il regalo per Edi, a rivedere la Mariangela, alla mamma di Andrea e alle prelibatezze che cucina, alla Wenhuaxiang, alla Nok Air coi suoi voli economici, a prendere lo stesso volo per Dubai con Valentina, alla Carta Venezia, a perdere finalmente peso, a quelli per cui bere un bicchiere di acqua non è così facile, a chi si incelofana per dimagrire, a quando Cinzia ha rubato un bellissimo gatto, a fare shopping per sopperire la tristezza, a Mantelli che mi viene a prendere in stazione a Torino, ai gatti del Miagola, sì a quando Fava si accorge di avere una coda, alla manifestazione Padova Accoglie, all'amaro san Simone, a Dark Hood il supereroe torinese, alla new entry Gennaro, alla bocca-mani-piedi, mica tanto sì ad Hannibal Lecter che ha trasformato Nina in un punto luce, alla Quatar Airlines, alla mia cartina del mondo al contrario, al libro col mio racconto al Salone del libro di Torino, sì ai cinesi coi dread, al castello di Rivoli, a chi “che ridere”, alla stone forest di Shilin, ai Pastafariani, a quando Cinzia vede Benni e non la fermi più, a restare chiusi dentro al dipartimento, alle Honghe nere, al rubin, sì ai passaggi coperti di Parigi, a via Bava 5, a Sal Salvario, al biglietto gratis per Torino, al concerto punk rock thailandese con tanto di groupies, ai granchietti velocissimi, al balsamo di tigre, a chi si lascia col ragazzo e vorrebbe farsi un henné, alla mostra di Sophie Calle, a chi vorrebbe dormire in una camera diversa ogni notte per rompere la routine, al pranzo sui colli toscani, a chi si iscrive alla scuola Comix, alle foto in cui si vede te e mezzo busto della persona che abbracci, sì a chi si autoammunisce a vicenda e dovrebbe dormire insieme sul divano, sì a Voyage en Chine, a quando Nina vuole giocare con Fava, al corso sulle meta-analisi a Modena, a chi si crede un project leader, sì a Sveva e Amelia, al primo compleanno di Mia, a quando la tua capa ti regala i pomodori del suo orto, a guardare gli occhi di chi vede il mare per la prima volta, sì al battesimo di fuoco dei parenti toscani, a MegaCity, al barbetta che lavora al Pan Caffè, ai mercati coperti con madonnina, a chi ha il busto di una giraffa nel suo studio, al bar di Shakespeare & Co., a chi mi scambia per danese, a quando blablacar non ti fa perdere l'aereo, agli aperitivi al River Front, al giorno in cui il tuo principale problema sono le scimmie dispettose, sì alle long tail boat, sì sì sì a Christiania, a quando Ema capita da te a buffo con dei pasticcini, al mio primo cartamodello, a lavorare coi cardiologi che sono sempre contenti di quello che fai anche se tu sogni di fare un infarto, a prendere delle cantonate a Canton, alle bodege danesi, a farmi un vestito con dei pantaloni, ad Arianna e al suo spettacolo ai Carichi, al The Mask, alle partite di calcetto statistici contro maestri, al balletto dei cinesi al parco su “Oh sole mio”, ad andare a trovare Macca a Copenhagen, agli aperitivi in Gourmetteria, a chi rincorre gatti fra i portici torinesi, all'agriturismo l'Orzale di Andrea, ai gettoni della metro cinese, a via San Cristoforo 6, ai lichis enormi, a chi ti presta tutto per andare ad un matrimonio, al Crash subito dopo essere entrati in casa della sig.ra Brunetta, ad essere super orgogliosi del nostro Francesco Paolo Marizzoni, ai soldi col buco, al bungalow 3 del Jungle Hat di Tonsai beach, alla sirenetta, ai cocktail in riva al mare a dicembre, si ai consigli di Laura su Kunming, sì a Gesù che sta a Torino, a Chiara che nasconde la sua bomboniera dietro ad un albero credendo fra l'altro che sia poutpourri, al lunedì sera, alla Guangzhou University e alla 502A della sua residenza per studenti stranieri, a Giulia psicomotricista finalmente, sì a Megabus e ai suoi viaggi a un euro, a chi collezionerebbe cartoline per affezionarsi a posti che non potrà visitare mai, al caffè all'ultimo piano della Rinascente, a pranzare da Sugo, al nuovo libro di cinese, ai complimenti di Tarantini, alla serata fra uomini e Chicken Club, a spingere la carrozzina di Aldo, sì al Belludi 37, ai carciofi fritti, alle 18 oddities dello Yunnan, a vedere le prove di Balasso, a Casa Faranda, alle Sorelle Macaluso, a rivedere Nanni Moretti, ai distributori automatici di maschere per il viso, al mega pupazzo nell'aeroporto di Doha, alle discussioni fuori dal Toniolo con l'ing. Salmaso, all'inaugurazione di casa di Chiara con Gianluca e i miei colleghi, sì a riuscire a vedere i C+C, a trovare dodici pizzette e dodici rose tutte per me, sì al dragon fruit, ai vegani che però “che schifo le blatte dovrebbero morire tutte”, a fare finalmente chiacchiere con Chiara fino alle tre di notte, a chi a Padova ha fatto fatica ad abituarsi ai semafori e a pagare il biglietto sul bus, sì alla cerimonia del tè, alla presentazione di Satoe, al battello sul fiume di Guangzhou, sì agli Appunti di Geofantastica, a vedere la mostra di Escher ed incontrarci il turco, a quando Flavia mi viene a trovare, mica tanto sì alle funivie cinesi, a chi si fa la barba al ristorante o mentre guida, a chi l'anno prossimo vuole andare all'Holi con degli amici più giovani, alla Casa Foresta, al matto che va sempre in giro cantando Max Pezzali, a chi 88, a visitare il lazzaretto vecchio, a lavare le stoviglie prima di mangiare al ristorante, alle ragazze che vanno in giro con le magliettine corte e lo zaino pieno di Imodium, a chi va ai concerti col cartello “sono single e bacio bene”, a togliere le femmine ai pomodori, alla casetta nuova di Vera, a tornare adolescenti al concerto dei Punkreas e a chi invece si porta la maglietta di ricambio, alle Arnaldine, a Busi e alle sue canzoni imbarazzanti per Nina, ai consigli thailandesi di Andrea, alla fetta di polenta torinese, ai negozi di frutta negli aeroporti, a Brewdog, ai papà nei parcheggi coi figli che aspettano che la madre torni per allattare ogni due ore, a chi mi dà borsate di materiale su Padova, a Chiara al villaggio di Natale, ad uscire la sera con Sunny, a Lynch che vuole uccidere Nanni Moretti, sì al Young Statisticians Meeting in Vorau, alla mia prima presentazione ad una conferenza, al prete austriaco belloccio che ama il Signore degli Anelli, a Dynamic Yunnan, al regalo della mia capa per il dottorato, all'opera cinese al Datong Hotel, a vedere il Pigmalione nel teatro danese in cui si spararono, a Michele a Stanford, a sbiciclettare per Norreborn, sì all’e-book rider, ai pad thai, a vedere Montage of Heck con Macca, ai concerti a La Fontaine, all'aperitivo da Frida, al World Press alla Galleria Sozzani, sì al concertino dal balconcino, a cenare da Cianci, al matrimonio di Silvia a Palazzo Stella, a casa di Andrè e Manu a Milano, al Juta bar, al matematico Erdos, al Mattatoio, a tornare in Montagnola, alla 8007 del Wenhui Hotel, a quando Gennaro va tutti i giorni alla Pam, a giocare a go, a chi riesce a mangiare gli insetti, sì alla pagoda fra i palazzi parigini, sì alle boulangeries, sì al mercato di Place Alegre, ai tè nella moschea di Parigi, alla cena cinese organizzata da Juen, a decidere di andare in Cina, sì a Ema che si licenzia dal Carmine, a mandare in vacca la dieta al Cheese, sì al djset in Cavallerizza e meno sì a noi vestiti da finanzieri, a Gloria che mi chiama dalla sala parto, alla presentazione ai Carichi, a portare mia sorella alla Silent Disco, ad Ale&Ale ed Edi che vengono a trovarmi, all'aperitivo sui navigli, alla fiera campionaria, a chi fa i trenini in Piazza Castello, ai pomeriggi sul Mekong, a Bezcar, sì a Kunming, a costruire il castello per la principessina, ai tavolini fuori dal persiano, a quando l'assistente del dentista mi riconosce, a The Lady, sì a correre da Parigi alla mia cerimonia di proclamazione del dottorato, ai jaozi e ai baozi, ad ottenere i sacchetti del porta a porta, a tagliare le unghie a Fava, oui au passage des panoramas, a ballare con un vecchietto cinese, a quando Davide ed Eleonora fanno giocare così tanto Fava che si fa la cacca addosso, al miglior presentatore di sempre Davide, agli anticipi della Frigo, sì all'anfiteatro del Venda, ai sorrisi thailandesi, a chi si fa l'ultima da Carrè, sì al corso SAS a Milano ma soprattutto sì ad incontrare Angela, Andrea, Bose e Barbara, ai pitoni di Sciacco al Summer, ai picnic della domenica al Valentino, sì ai ramen di Sapporo in rue Saint Honorè, sì a Clara Vajthò e alle sue poesie, al River Festival, a chi è convintissimo che l'iguana nacqua come animale domestico, a conoscere finalmente la ragazza di Mirco, all'aperitivo da Teresa sui colli, a Silvia che sventra Winnie the Pooh, ai droni al matrimonio, a portare in giro per Padova i genitori di Michele, a Elena col piccolo Giacomo, ai momenti di trascurabile felicità ed infelicità, sì ad Andrea da me, a quando Alvise ti dice che sei un po' ripetitivo, alle città vecchie cinesi ricostruite otto anni fa, al padiglione giapponese della Biennale, a chi si prende della piagnucolona e invece ha un'afta gigante, sì ad Illustri e a Pablo Lobato, alle saponette di Margherita, sì a giocare a tennis con Ema, alle chiese cinesi, ai me(-)ga-dito, alle rane quando torni da Sherwood di notte, sì a costruire una tenda a Porto Caleri, al tirocinio di Silvia a Padova, a quando Fava vede che mangi lo yogourt, a chi viene dalla Lunezia, a quando sei fuori a cena e la cameriera ti mette la bavaglia, sì a dormire sul divano con Fava, sì ai Preti Loschi, all'aperitivo al 212 di Modena, al mio primo cappello, alle mappe di Parigi fatte a mano, alle zebra di Belleville, sì alle colazioni cinesi, a chi va a Torino e fa come se fosse in Grecia, a chi è carotino con me, sì a quando mia nonna mi chiede se in Thailandia ci vado in macchina, alla mia presentazione dal bancone di Canenero, a chi mi chiede autografi a domicilio, sì a passare capodanno coi piedini nella spiaggia sotto ad un cielo di lanterne cinesi, sì a quando ti si infrange un sogno e il desiderio di realizzarlo diventa ancora più grande, sì a provare a sistemare le cose…
…sì alla vita…

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